Cpt: a Bari due giorni per chiuderli
Mare aperto
E' il titolo del Forum nazionale delle Regioni contro i centri di
permanenza previsto per l'11 luglio. Movimenti in campo il 10
ANT. MAS.,
Adesso ha un nome: si chiamerà «Mare aperto» il Forum nazionale contro i Cpt che
si terrà a Bari, l'11 luglio, nella Fiera del Levante. A dieci giorni
dall'iniziativa, il programma inizia a delinearsi: i tredici presidenti di
regione, insieme con le associazioni che hanno aderito al Forum, s'incontreranno
nel padiglione numero 7 per l'intera mattinata (la giornata si chiuderà con un
concerto). In scaletta anche le testimonianze dirette di chi, a vario titolo, ha
attraversato i Centri di permanenza temporanea. L'incontro istituzionale sfocerà
in un documento che sarà inviato al Governo, affinché sia modificata la legge
Bossi-Fini, e all'Alta corte di giustizia del parlamento europeo, perché s'inizi
un ripensamento della politica sull'immigrazione in ambito Ue. E l'appello al
Parlamento europeo sembra la risposta a chi - come il ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu, il suo sottosegretario Alfredo Mantovano, ma anche l'ex
ministro diessino Livia Turco - sostiene che la chiusura dei Cpt pone l'Italia
al di fuori del trattato di Schengen. Il presidente Vendola l'aveva annunciato,
proprio con un intervento sul manifesto in risposta alle affermazioni di Pisanu:
«Se ci dicono, con tono vagamente biblico, che qui si mette in discussione
l'Europa di Schengen, gli rispondiamo che Schengen non è la Tavola della Legge,
che Pisanu non è Mosè, e che qui si rimette in discussione proprio tutto: la
politica dell'immigrazione non è un capitolo dell'ordine pubblico o della sola
spesa sociale". Cresce intanto il numero dei partecipanti e l'organizzazione del
Forum fa sapere che, per chi volesse unirsi all'appuntamento, è possibile
segnalare la propria adesione all'indirizzo internet
www.addettostampa.presidente@regione.puglia.it. Ieri i consiglieri di
opposizione del Veneto, Nicola Atalmi (Comunisti Italiani) Gianfranco Bettin
(Verdi) e Pietrangelo Pettenò (Rifondazione Comunista) hanno invitato il
presidente del Veneto Galan ad aderire al forum. In una lettera inviata a Galan
e per conoscenza a tutti i componenti del consiglio regionale veneto, «le
condizioni disumane», documentate da giornalisti, volontari e parlamentari,
nelle quali si trovano i migranti rinchiusi nei centri di permanenza temporanea.
Ricordano inoltre che «il Veneto è terra di migranti e le recenti analisi
dell'Istat dimostrano che la crescita della società veneta dipende anche dalla
presenza di lavoratori immigrati. Per questo - scrivono i tre capigruppo della
Sinistra alternativa veneta - il Veneto non può e non deve mancare al forum
dell'11 Luglio, per riaffermare con forza un principio di umanità contro la
vergogna dei Cpt. Noi comunque saremo presenti -concludono Atalmi, Bettin e
Pettenò nella missiva al governatore veneto - in rappresentanza della società
veneta, per rappresentare tutti i nostri concittadini che credono
nell'accoglienza, nei diritti, nell'uguaglianza e nell'integrazione»
Si muove anche il fronte dei Movimenti: la Rete No-Cpt di Bari ha indetto
un'assemblea nazionale, sempre a Bari, che si terrà il 10 luglio dai missionari
comboniani. «Chiediamo a tutti», spiega la rete No-Cpt, «di prendere posizione
riguardo l'abrogazione delle leggi sull'immigrazione che si basano su espulsione
e reclusione e la chiusura incondizionata dei Cpt; in secondo luogo, su una
politica sociale che metta la parola fine alla divisione della società in
migranti e non migranti, illegali e legali, produttivi ed improduttivi; infine,
sulla depenalizzazione dei reati sociali».
Questa la base di discussione, per quanto riguarda l'assemblea, che, se
confermata, potrebbe rappresentare la posizione del Movimento dinanzi ai 13
presidenti di regione, durante il Forum dell'11 luglio. «Le dichiarazioni di
Vendola e in particolare la convocazione di un Forum dei Presidenti delle
Regioni», continua la Rete No-Cpt, «hanno aperto uno scontro istituzionale
tuttora in atto: crediamo che questo scontro riguardi, innanzitutto, la natura
della decisione politica e che sia necessario sperimentare inedite forme di
democrazia». La Rete sottolinea le lotte sociali di questi ultimi anni e ricorda
che «dal 1998 - anno in cui la legge Turco-Napolitano ha istituito i centri di
permanenza temporanea - un'ampia rete di gruppi, associazioni, partiti e
sindacati ha dato vita ad una lunga serie di azioni con l'obiettivo di una loro
definitiva chiusura, denunciando laimpossibilità di una modifica umanitaria dei
Cpt».
http://www.ilmanifesto.it/g8/dopogenova/42c6cdf182989.html