Rihab,Hana e Rami fanno la seconda elementare e al sabato non vanno a scuola perché frequentano il tempo pieno. Da un paio di sabati però tornano anche di sabato per imparare a leggere e a scrivere in arabo.Infatti il Comune di Modena organizza un corso rivolto ai bambini arabofoni dagli 8 ai 12 anni per migliorare la lingua madre. Il corso si svolge di sabato mattina dalle 9 alle 12 presso la scuola elementare “Giovanni XXIII”,Via Amundsen 70,da sabato 17 gennaio fino a sabato 29 maggio 2004. Come sede è stata scelta la scuola della Madonnina perché aveva avanzato da un paio d’anni questa richiesta nel proprio POF.
L’insegnate di lingua araba è Latifa,una mediatrice culturale di Porta Aperta,che dall’anno scorso interviene nelle classi del 3°Circolo per favorire l’integrazione scolastica dei numerosi alunni stranieri provenienti dai paesi arabofoni. Per adesso i ragazzi frequentanti sono una ventina di età diversa,accompagnati a scuola spesso da entrambi i genitori,che seguono con molta passione questo primo esperimento modenese. Infatti questa iniziativa è estremamente importante per gli alunni bilingui,perché il mantenimento della lingua madre è prerequisito indispensabile per sviluppare un bilinguismo perfetto. Genitori e insegnanti fino ad ora si erano sentiti dire che l’importante era che i ragazzi imparassero l’italiano,ma l’esperienza degli insegnanti di lingua straniera ha fatto comprendere quanto sia importante parallelamente conoscere bene la lingua materna.
In altre parole solo conoscendo alla perfezione la propria lingua scritta il ragazzo può imparare bene anche l’italiano come seconda lingua.. Il corso di arabo perciò ha una doppia valenza. Da una parte va incontro alle esigenze dei genitori che ritengono molto importante non far perder ai propri figli i legami con la cultura del paese d’origine in vista di un eventuale rientro,ma anche semplicemente per trasformare per trasformare quello che all’inizio era considerato un handicap in un prezioso valore aggiunto. D’altra parte nello stesso tempo aiuta gli insegnanti modenesi a seminare la lingua italiana sul terreno fertile di una vera lingua con una struttura propria e non su quello incerto di un dialetto senza regole scritte.
Arturo Ghinelli