Qual è lo stato di salute globale dell’educazione? - Intervista a Vernor Muñoz Villalobos. Relatore Speciale delle Nazioni Unite
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Intervista a Vernor Muñoz Villalobos. Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’educazione.


 



Qual è lo stato di salute globale dell’educazione?


Quello che abbiamo davanti, senza dubbio, è un panorama di disuguaglianza e iniquità.


Disuguaglianza, perché le comunità e i gruppi sociali più impoveriti continuano a riportare i più alti indici di esclusione dalle scuole. Le persone con disabilità varie continuano a non avere opportunità per studiare e se le hanno si devono comunque incorporare in modo precario nei centri educativi, con molte barriere architettoniche e senza poter contare sulle risorse pedagogiche adeguate né su personale docente idoneo per assistere alle loro necessità specifiche.


Le minoranze etniche e culturali, le comunità indigene, le bambine e le popolazioni rurali continuano ad essere dimenticate nelle politiche educative, senza la volontà di approfondire la conoscenza dei problemi acuti di infrastruttura e qualità educativa che espellono dalle aule sempre più bambini, bambine e adolescenti.


Quello che tradizionalmente chiamiamo “dispersione”, in realtà allude ad un fenomeno espulsore dell’educazione che evidenza la mancanza di collegamento tra i sistemi educativi e le necessità reali delle e degli studenti.


Qual è lo stato dell’educazione in Europa e in Italia?


Gli indici di scolarizzazione primaria sono molto migliori in questa parte di mondo, anche se, tuttavia, si osserva una fetta di studenti che rimane esclusa dall’educazione secondaria e questo è un problema serio.


Gli studi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) accusano una relazione diretta tra esclusione scolastica e impatto della povertà. Questi studi rivelano che poco oltre la metà degli adulti con un titolo di studio superiore hanno un lavoro e che di questi il 26% guadagna la metà o meno della metà del reddito nazionale pro-capite medio nei paesi dell’OCSE.


Questo esempio vuole solo mostrare i problemi connessi con il successo e la permanenza nell’educazione secondaria, ma mi rifiuto di considerare l’ottenimento di un impiego come fine essenziale dell’educazione.


Credo che l’integrazione scolastica dei bambini, bambine e studenti immigrati continui ad essere un problema senza soluzione nella comunità europea, visto che, tanto per cominciare, in molti casi le possibilità educative possono essere sfruttate solo da quelle famiglie che contano con uno status migratorio regolarizzato o con un permesso di soggiorno formalmente concesso.


La composizione demografica europea sta cambiando ed è certo che nei prossimi trenta o quaranta anni le comunità italiana, francese, tedesca, tra le altre, avranno incorporato interi contingenti di popolazione migratoria che, come detto, sono le comunità che oggi riportano i più alti indici di marginalizzazione nei sistemi educativi di questi paesi. Se le politiche pubbliche e in particolare quelle educative non risolvono in fretta questi problemi, neanche le migliori strategie di impiego potranno evitare un fallimento di proporzioni incalcolabili.


Quali sono i pericoli più grandi?


Se capiamo che una madre istruita è più efficace per combattere la denutrizione dei suoi figli e figlie che i programmi della FAO, capiamo anche che l’educazione è il vero processo di sviluppo. Se riconosciamo che uno studente che raggiunge il culmine dell’educazione di base avrà maggiori strumenti per combattere la violenza, sappiamo che l’educazione è uno strumento di pace.


Ma se tutto questo lo sappiamo e continuiamo a considerare l’educazione come un servizio negoziabile e non come un diritto umano, allora ci troviamo di fronte al pericolo più grande e serio di tutti, l’egoismo.


La mancanza di investimenti in educazione e la mancanza di significato dell’educazione sono forse due dei problemi più grandi.


E quali sono le misure più urgenti? Quali in Europa?


Dal punto di vista degli investimenti, riuscire a far sì che ogni paese destini all’educazione almeno il 6% del prodotto interno lordo; eliminare ogni forma di riscossione di tariffe o pagamenti come condizione per ricevere educazione e recuperare la sovranità dei popoli nelle decisioni di investimento finanziario in educazione.


Il fatto di avere una banca che traccia i limiti e gli orientamenti dell’educazione nel mondo non smette di essere un problema. E’ come avere un meccanico di automobili come chirurgo in ospedale. Credo che raggiungeremmo qualcosa, senza dubbio, se la Banca Mondiale finalmente integrasse nel centro delle proprie azioni la realizzazione dei diritti umani. Ma credo anche che morirò senza assistere a una cosa del genere.


Vernor Muñoz Villalobos_profilo


Relatore Speciale sul diritto all’educazione della Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite. Studi superiori in Filologia, laureato in Diritto specializzazione in Diritti Umani e dottorato in Filosofia e Educazione.Professore Universitario di Diritti Umani, Filosofia del Diritto e Diritto Civile presso le Università del Costarica e La Salle; ha condotto processi partecipativi di formazione sui Diritti Umani, tanto nell’educazione superiore, quanto in gruppi di bambini, bambine e adolescenti, di tecnici, professionisti e persone senza formazione accademica. La sua esperienza comprende la progettazione e il coordinamento del processo di pianificazione strategica partecipativa e molteplici esperienze nel campo specifico di formazione a forze di polizia, funzionari pubblici e leader comunitari, così come nell’ideazione, progettazione e pianificazione di processi e progetti istituzionali.E’ stato conferenziere, ricercatore e facilitatore di programmi di difesa, promozione e educazione dei Diritti Umani, così come di processi informali di risoluzione dei conflitti.Autore di innumerevoli pubblicazioni sui diritti umani e di letteratura, incluse opere per bambini e bambine.Attualmente collabora con la Defensorìa de los Habitantes de la Republica de Costarica e ricopre il ruolo di Relatore Speciale dell’ONU sul Diritto all’Educazione


http://www.educacionenvalores.org/article.php3?id_article=1198



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