Sono
al corrente dei vostri problemi, conosco la vostra povertà
colossale, la crisi morale, la disperazione ed il rilassamento
della volontà. Ci sono indubbiamente motivi per la delusione.
Ma sono del parere che ci sono più motivi per accontentarsi
e questo l'ho affermato in un altro intervento e desidero ripetere
che il tempo anche se sembra un po' grigio lavora per gli albanesi.
Il vento della democrazia soffia ovunque nel mondo. L'Europa Unita
all'orizzonte, la punizione dei dittatori isterici. Tutto ciò
vale anche per la nazione albanese ed è morte per tutti
coloro che non amano questa nazione.
Per
me è comprensibile e sacrosanta la vostra disperazione.
Capisco il vuoto dopo la prima festa. E' doloroso il bilancio.
Sono pesanti le perdite. Tanto gravi anche i malintesi, le coscienze
tormentate, i drammi interni. Ma insisto di nuovo che non ci si
deve adagiare. La metà del pianeta è passata attraverso
questo calvario. E la metà della metà si trova ancora
in esso. Mentre l'Albania finalmente si separa da quella vile
flotta in mezzo a cui navigò per tantissimi anni. La Corea
del nord. la Cina, Cuba ecc. Ciò veramente ci soddisfa.
Possiamo dire che ha lasciato intanto indietro la Serbia e molto
presto può lasciare la Bulgaria, la Romania. Spero che
mi crediate, non intendevo fare alcuna morale patriottica. Non
volevo ricordarvi i versi della canzone "Venite, venite, riunitevi
qui / e non fuggite/ fuggite là" ma ricordarvi solo che
in tempi difficili, quando nel mondo ci sono tempeste i popoli
si radunano nelle loro case, come gli uomini. E sono tempi veramente
difficili.
Dovunque
in Europa si vive una psicosi contro gli immigrati, specie contro
gli immigrati provenienti dall'est. Vengono accolti come le orde
mongole, ma gli albanesi non dovranno far parte di questi eserciti.
L'Albania è tra i più bei paesi, tra i più
ricchi, fa parte di quei paesi che si dice siano "sedotti dalla
natura e dalla geografia". L'Europa è la sua casa ed anche
se temporaneamente distaccati, ritorneranno in modo dignitoso
poichè nella tua casa non entri come le orde, né
da mendicante.
Con
l'occasione voglio aggiungere che la nostra nostalgia per l'Europa
non deve essere eccessiva. Essa è indubbiamente la madre,
o meglio la nostra nonna continentale, e noi che abbiamo visto
un altro continente sappiamo apprezzarlo ma non idealizzarlo.
L'Europa non è tanto "dolorosa" né tanto saggia
come si può pensare. Nella sua coscienza c'è lo
spazio per i rimproveri e ciò in albanese significa "correzione".
Come non bastassero le sue colpe passate, alcune delle quali tanto
sono costate a noi albanesi, continua a sbagliare ancor' oggi.
Pone un'esagerata attenzione nelle questioni del medio oriente,
(Libano, Palestina, Iraq e l'ultimo suo Frankestein...) in altri
termini alla parte sabbiosa e petrolifera della sua coscienza...
quella parte della sua coscienza che si interessa dei profitti
del petrolio, dunque quella materiale). Molte volte a scapito
dei popoli della sua famiglia e innanzi tutto dei popoli balcanici
verso i quali ha degli obblighi. La sua negligenza verso certi
popoli, gli aiuti di miliardi di dollari che invece sparge dappertutto
con criteri confusi, tutto ciò dimostra quanto prima ho
detto.
Dunque
amando l'Europa, amandola come un amor tragico" come diceva Migjeni,
(noto scrittore albanese degli anni trenta) non dimentichiamo
di ricordare a questa vecchia nonna che noi siamo qui. E nei momenti
di importanti cambiamenti sociali, come quelli che avvengono oggi,
in Albania, questo complesso - "di colpa"?- viene in primo piano
ed accompagna il periodo post dittatoriale, come fa il vento all'apparire
dell'inverno. Dall'atteggiamento nei suoi confronti dipenderanno
molte cose.
In
questo caso ci sono due possibili scelte per il paese; primo assumersi
tutte le colpe del Periodo, cioè dividersi le colpe; secondo,
effettuare un resoconto e fare i conti fino in fondo.
La
storia ci ha insegnato che la prima via è stata la più
ragionevole. La seconda porta all'anarchia e ad una catena infinita
di crimini. Va detto che l'assumersi la colpa comune non è
una trovata amorale dettata da motivi patriottici. C'è
una grande verità in essa.
Tutte
le dittature e specie quelle moderne arrivano a "totalizzarla?"
in un certo modo. In un libro che ho appena pubblicato in Francia,
ho a lungo spiegato ciò. Vi ricordo che questa scelta l'ha
fatta la FRancia nel 1945 quando De Gaulle chiuse con mano ferrea
i conti col passato (si pensa ancora oggi, che se così
non fosse successo, la metà dei francesi avrebbe imbracciato
le armi contro l'altra metà). Lo stesso ha fatto la Germania
ed ultimamente la Cecoslovacchia con Havel.
Credo
che gli albanesi saranno grado di scegliere cosa si deve fare,
mettendo ancora una volta in rilievo la saggezza e la benignità
del popolo da cui è nata madre Teresa di Calcutta, ciò
è significato anche l'atto della rinuncia alla vendetta
la scorsa primavera nel Kossovo. Gli albanesi credo hanno compreso
questo messaggio, il cui significato è tanto polittico
che moderno. Rispetto alla visione mondiale, va detto che generalmente
gli albanesi non hanno niente da rimproverarsi come nazione, da
nessuna specie di colpa, né debbono cadere nella disperazione.
Quel che è successo era una tragedia di una parte del pianeta
ed essa continua ancora oggi ad avere tali dimensioni. La povertà
colossale dell'URSS. la rovina economica di alcuni paesi dell'est,
la crisi morale che spinge i polacchi a dare i voti ad un ignoto
avventuriero, ed altri fatti come questi danno …l'idea delle conseguenze
della "peste". E quindi la disperazione degli albanesi dev'essere
normale. Psicosi e tali frasi, come "qui tutto è finito"
o "non si può fare niente" e "questo paese è già
finito" sono figlie degli spiriti deboli, ma quando sullo sfondo
vi è la minaccia dell'annientamento davanti al quale si
trova oggi la nazione albanese, esse suonano imperdonabili. Ma
quando parlo contro la disperazione con più forza debbo
parlare contro "l'adulazione". Sappiamo dove ci ha portato "l'adulazione".
Ed oggi, finché l'Albania si troverà così
come si trova, nessuno avrà il diritto di vantarsi. "L'adulazione"
è una malattia che si può ricreare. Penso che gli
albanesi siano sufficientemente intelligenti per capire da quale
direzione, da quale punto di partenza, con quali intenzioni, si
fanno le osservazioni ed i suggerimenti. Sanno distinguere quando
i suggerimenti vengono da coloro che li amano e da coloro che
non li amano. Sanno anche distinguere quando le moralizzazioni
arrivano da coloro che sono assettati di spettacolo. Chiedere
spettacolo a scapito di un popolo è più che cinismo.
Ciò è criminale. Penso che gli albanesi volteranno
le spalle con disprezzo ai reazionari primitivi, di ogni colore
essi siano, di destra o di sinistra, vecchi o giovani, che li
incitano ai disordini ed al sangue. Gli albanesi volteranno le
spalle alle signorine pseudo democratiche, che non sanno che cercare.
Queste forze oscure in cui si mescolano e si uniscono gli anarchici,
i provocatori, i revanscisti, i demagogici gli avventurieri e
gli stupidi, malgrado le bandiere che sventolano, sono gli alleati
della dittatura, coscientemente o no questi fanno il suo gioco.
Sono convinto che gli albanesi seguiranno altra via ed altro stile.
Cammineranno verso la democrazia, perché un popolo che
conosce la tolleranza, che sa perdonare, dimostra di essere superiore,
perdona soltanto il forte, il debole mai. E gli albanesi sempre
hanno saputo perdonare, ed è questo il momento per dimostrare
ancora una volta tale virtù. Per quanto concerne le bravate
ed il coraggio che dimostrano gli pseudocoraggiosi di Tirana o
gli preudocoraggiosi dai bar dell'Europa, gli albanesi non hanno
di che preoccuparsi.