ESISTENZA E FILOSOFIA - La scrittura come strumento di sopravvivenza
Laura TUSSI
Condividi questo articolo


ALTERNATIVE ALLA VITA.
Esistenza e filosofia.


di LAURA TUSSI


“La fenomenologia non è semplicemente la descriptio delle cose: attualmente è sempre più narrazione mascherata da pseudosaggismo, ma è tuttavia riduzione fenomenologica. E’, quindi, un cancellare, un creare il vuoto…”.


Tratto dall’intervento di Massimo Cacciari in relazione al libro di Marco Fortunato, ALTERNATIVE ALLA VITA. Esistenza e filosofia, Il Melangolo


Il personaggio del libro, Acronos, è costretto a farsi violenza nella sua scrittura, nella sua parola, per fuggire a due tentazioni, che sono costantemente latenti nel suo pensiero e nella sua vita: da un lato il suicidio come esasperata espressione dell’amore della vita e dall’altra la speranza. L’ossessione della scrittura dell’autore consiste in un costante combattimento contro queste due possibili derive. La parola dell’autore, quale scrittura, vorrebbe sottrarsi e cerca di liberarsi da queste due possibilità che rimangono aperte: il sopravvivere attraverso le cieche speranza al suicidio. Di fronte al bios, ad abios, ossia alla vita non vita, queste due possibilità sono costantemente di fronte a tutti e la filosofia ha a che fare con l’ossessività proprio perché forse vuole anche, in termini diversi, indicare altre vie rispetto a queste due grandi possibilità. La scrittura filosofica rientra nell’ossessività, non soltanto perché è appunto ossessiva, è ossessiva interrogazione, il diaporein aristotelico, per cui non si chiude mai lo svolgersi del discorso da aporia ad aporia: il diaporein non è il superamento dell’aporia, ma il suo svolgimento. L’aporia è il dubbio letteralmente, in questo caso è la finta incertezza da parte di un oratore, nella difficoltà insolubile di un ragionamento (a-poria, a privativo e poros: passaggio). La filosofia cerca di fare il vuoto. Cos’è la riduzione fenomenologica? La fenomenologia non è semplicemente la descrizione e la narrazione delle cose come le vediamo. Adesso la fenomenologia è sempre più narrazione mascherata da pseudosaggismo, ma è riduzione fenomenologica, quindi è anzitutto un cancellare, un fare il vuoto.
Quindi la filosofia da un lato è chiamata a non inseguire cieche speranze, né ad indicare il suicidio come unica soluzione al problema della vita, ma d’altra parte non è una quieta, accomodante e consolatoria fenomenologia, che attraversa tutto il movimento della riduzione (fenomenologica). E’ il momento della liberazione da tutto ciò che appare da ogni forma di immediatezza. E’ implicito nel discorso filosofico: questa risulta la evidentissima contraddizione dell’autore. Perché questo movimento come si può comporre con l’anelito al piacere? Questa forma specifica, filosofica di ossessività come potrà mai esprimere quell’anelito al piacere che muove tutto il discorso dell’autore?
Come può essere Acronos il personaggio? Acronos perché la sua ossessione è anelito al piacere, ma in questo quadro l’aspetto edonistico è concepibile soltanto nella forma dell’assoluta immediatezza.
Come può dare capo a qualcosa di immediato l’ossessione, l’interrogazione ossessiva e quell’interrogazione che è riduzione fenomenologica: come può dare capo all’immediato?
La dialettica si vendica. La forma dialettica per cui nulla esiste di immediato né in cielo, né in terra, si vendica di questo anelito al piacere che muore acronos, senza tempo. Cronos, come crisis indicano il taglio, la cesura, la scissione e quindi acronos ricorda a memoria l’etimo, la radice, il significato vero dello stesso Cronos. Ma il problema è che questo Acronos è filosofo, il suo discorso è un diaporein, è riduzione fenomenologica rispetto a tutto ciò che è semplicemente tramandato, ereditato da tutta la dimensione doxastica, quale riduzione fenomenologica mossa da un anelito al piacere concepito come assoluta immediatezza.  
E’ una insuperabile contraddizione nella “cosa”, poiché appunto anche l’esito del fare il vuoto e del cancellare il tutto, essendo un prodotto e un esito, non potrà per principio e per definizione essere qualcosa di immediato. L’immediatezza prodotta non ha nulla a che fare con l’immediato. Acronos vorrebbe giungere all’immediato attraverso Cronos, ossia in tempo del discorso, il discorrere. Mosso tutto da questa nostalgia, per la parola e per l’istante della parola, il suono della voce, ma, in realtà, ben consapevole che la sua è scrittura e non parola, ma perduta nell’immemorabile…
Il discorso sul piacere si ricollega al concetto della singolarità e dell’identità, percorsi e significati, tesi e mossi dalla nostalgia per l’immediatezza del piacere che pone il problema dell’identità e della singolarità, tali nella misura in cui sono segnate dal dolore, ossia sottratte alla fugacità, al discorso, soltanto dal dolore che, unico, può cogliere l’immediatezza della singolarità. Soltanto il dolore identifica. Ogni ente, per essere tale nella sua singolarità e per darci piacere, si identifica nel dolore del percorso stesso, nella sofferenza del discorso. Si giunge al paradosso per cui il piacere deriva da un ente segnato dal dolore. E’ questa la filosofia per l’autore che rammemora tutto il problema della relazione tra linguaggio e morte, concetto centrale nella dialettica.
    



Condividi questo articolo

in In prima persona: Sterminio - Ebrei e zingari dopo 60 anni, cosa e cambiato?TERRA FUTURA?L'*albero del mondo : laboratorio di lettura multietnico e multiculturale
presso la Casa circondariale di RiminiI RACCONTI DELLA MEMORIA - Narrativa popolare.RICORDATI DI RICORDAREPSICOLOGIA DELLA CULTURA Fattori culturali ed invarianti biologiche<b>ESISTENZA E FILOSOFIA </b>- La scrittura come strumento di sopravvivenzaINTERVISTA CON MARCO FORMENTINIIMPEGNO MILITANTE IN TERRA DI BRIANZA - 8 MARZO, Le donne si incontrano: un’esperienza che continuaAccogliere gli adulti   dello stesso autore: <b>DONNA NELLE RELAZIONI</b> La finalizzazione delle differenzeDIDATTICA E AMBIENTE - Strategie ricognitive sul territorio...per conoscersi meglio<b>ESISTENZA E FILOSOFIA </b>- La scrittura come strumento di sopravvivenzaIDENTITA’ TERRORISTA E FONDAMENTALISMO ISLAMICO.
Le valenze deterministiche della storia<b>L’Islam tra Oriente e Occidente. </b>La comunicazione tra popoli strumento non universale<b>FESTA E TEMPO LIBERO</b> La fruizione culturale della festaAPPARTENENZA E IMPEGNO DI PARTECIPAZIONE - ALTERNATIVA NEL TEMPO LIBERO PER IL RECUPERO DELLA DIMENSIONE DI UN NUOVO TEMPO FESTIVOANIMAZIONE E TERRITORIO - La comunità territoriale come ambito di partecipazione attiva e garanzia di democrazia.L'APPROCCIO ATTIVISTA CONTRO LA PENA DI MORTEAPPRENDERE LUNGO TUTTO L’ARCO DELLA VITA<b>TESTIMONIARE FINO ALL’ULTIMO</b> - I diari dell’olocausto<b>IL MITO DELL’ETERNO RITORNO.</b> Rituale, ricordo e ripetizione<b>IL PRESENTE HA UN CUORE ANTICO.<br></b>
Recensione agli Atti del seminario residenziale sulla didattica della Shoah<b>AUTOBIOGRAFIA PER ACCOMUNARE CULTURE E SUBCULTURE DIFFERENTI.</b> LA COMPLESSITA’ INTROSPETTIVA<b>EDUCARE ALLA MEMORIA - Ricordare o dimenticare? </b>Memoria, identità e speranza.<b>IL RUOLO DEI TESTIMONI PER TRAMANDARE LA STORIA CONTEMPORANEA </b>Il relazionarsi della comunità per trasmettere la memoria<b>I MITI DELLA MEMORIA - </b>Memorie, individui e culture<b>MEMORIA CUSTODE DEL TEMPO</b> - L'intimo colloquio esistenziale. L'introspezione riflessiva<b>STORIA, STORIOGRAFIA E MEMORIA  La storia, teatro di eventi…</b> Dal Seminario del Convegno VIDAS 2001 ''La Memoria''<b>VIAGGIO NEI LAGER  …per non dimenticare!</b> Una delegazione di novesi (Nova Milanease)
in pellegrinaggio nei lager nazistiLA DIDATTICA AUTOBIOGRAFICA. - Per un’evoluzione cognitiva del soggetto in formazione.ADOLESCENZA STUPEFACENTE.
I giovani e le droghe<b>IL SOGNO DEL GIARDINO E LA DIMENSIONE APOLLINEA.</b>L'utopia della vita collettiva di giustizia e serenità


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati