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Maturità e Nostalgia
Guglielmo Marziano
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Era lì, steso sul pavimento della mia stanza, come pronto per la sepoltura. Peccato, mi dissi. E’ stato un amico fedele, che non mi ha mai tradito e che mi ha sempre ascoltato. Io però non lo ero stato affatto, negli ultimi anni. Non gli parlavo mai. Ma quando avevo appena 3 anni lui era il mio orsacchiotto, Chicco.
Era stata mia nonna a condurlo a casa in un giorno di pioggia, e io ero a letto con la febbre da 3 giorni. Quando Chicco entrò in stanza, lo osservai minuziosamente: non era molto alto né particolarmente grande, ma si avvicinò subito a me per farmi compagnia. In quel momento si creò un forte legame di amicizia e stima reciproca:ogni sera, prima di andare a dormire, discutevamo di quello che ci era capitato durante la giornata. Non ho mai esitato nel confidargli i miei primi amori come anche i primi compiti di matematica lasciati in bianco (soprattutto questi ultimi, sempre di più man mano che crescevo). Devo ammettere che Chicco è stato sempre molto tollerante nei miei confronti: dopo aver visto insieme un cartone animato disney, io, nel pieno dell’esaltazione che conservo tutt’oggi dopo aver visto un film, glielo ripetevo a memoria, tutto, fino all’esaurimento nervoso (sia mio che suo).
Ricordo perfettamente quei giorni. Non ricordo bene come siano finiti. Posso solo basarmi su alcune sensazioni e immagini confuse che la mia mente non ha ancora metabolizzato: era come se all’improvviso l’onda nera della crescita ci avesse travolto entrambi, insieme, e ci avesse fatto riemergere su due sponde opposte, da un lato c’era Chicco, che mi guardava con occhi grondanti di lacrime. Dall’altro lato c’ero io, ma il paesaggio era diverso da quello attorno all’orsacchiotto, che era verde e immerso nella natura. Attorno a me la natura era morta, al suo posto uno strano odore di bruciato misto alla presenza, percepibile, delle malattie e della morte. Era come se qualcuno avesse aperto un vaso di Pandora.
Oggi mi trovo ancora sulla sponda oscura, ma per fortuna molte cose sono cambiate. Ho costruito dalle ceneri della natura morta un abbozzo di civiltà, che mi permette di vivere più o meno serenamente. Nonostante ciò, vivo intensamente un’inarrestabile tensione verso la sponda verde, anche se l’orsacchiotto di peluche non si muove più, è sporco, lacero, immobile e abbandonato.
marzo 2012
in narrativa: ![L’ombra malvagia](img/art1.gif) ![Maturità e Nostalgia](img/art2.gif) |
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