e d i t o r i a l e
Ci chiediamo: è possibile tentare una rappresentazione sintetica di ciò che è diventata, sta diventando, oggi, la scuola pubblica italiana nel suo complesso, dai "servizi" per l'infanzia all'università?
Ci rispondiamo: È possibile.
La scuola pubblica sta diventando, è diventata, il banco di prova privilegiato di una politica scellerata, che persegue un devastante progetto di stravolgimento dei valori e dei fondamentali principi democratici garantiti dalla costituzione repubblicana. Al tempo stesso un laboratorio di macelleria sociale (dagli insegnanti precari privati del diritto al lavoro e consegnati alla marginalizzazione più totale, agli studenti cosiddetti diversamente abili, sempre più mal sopportati e scarnificati nel loro diritto ad un serio insegnamento individualizzato) e un tritatutto in cui vengono distrutti e banalizzati valori culturali e strategie di processi credibili di istruzione-educazione.
Sconcerta la debolezza del fronte e delle iniziative di opposizione a un attacco così massiccio delle strutture di potere.
Ma tant'è: nel fuoco delle lotte sociali la scuola è da sempre l'anello più debole della catena, e le strutture del potere ben lo sanno. A memoria, l'unica volta che le agitazioni del mondo della scuola hanno sortito un qualche esito positivo è stato solo quando le rivendicazioni di quel mondo sono state fatte proprie dal movimento sindacale nel suo complesso. Ma oggi, oggi che di fronte alla gravità sconcertante dell'attacco reazionario al mondo della scuola, dell'istruzione e della cultura sarebbe affatto urgente una mobilitazione totale del mondo del lavoro, questo appare come non mai frazionato e scisso, menomato da colpevoli concessioni alle "compatibilità" aberranti di un sistema che sta correndo verso la dissoluzione della democrazia costituzionale.
Fino a quando?
Alfonso Cardamone
Ottobre 2010
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