IPOCRISANDO

I.T.I.S. G.Galilei di Conegliano-TV

Personaggi
Paolo
Marco
Luca
Assunta Immacolata
Sara
Narciso
Comparse


SCENA 1


LUOGO E SITUAZIONE:
(Aula di una scuola superiore, classe 5° - Ora di Italiano - Spiegazione in corso)

(Il professore sta spiegando con voce baritonale e suadente....)

Prof: ... Perché vedete ragazzi, dovete avere come modello la figura dell'innominato che il Manzoni tratteggia in modo così magistrale nella famosa notte della conversione. Dopo una vita dissipata questo personaggio approda all'Isola della Santità e si immerge nell'oceano dei veri valori dell'esistenza che sono: la rettitudine, la coerenza, l'altruismo, l'onestà e la lealtà.
Badate bene, lo dico per esperienza personale, senza questi valori tutto è niente è nullità, anche nella Commedia, dico nella Divina Commedia il sommo Poeta disse .

(Si accendono le luci, il professore cambia il tono della voce che diventa effeminata.)

Marco: (affacciato alla finestra, mentre beve una coca) Spetame fora che dopo te fae … (segue il gesto.
Luca sta leggendo l'Unità. Una comparsa regge lo specchio a sara che si sta rifacendo il trucco, anche narsiso controlla la sua immagine. Assunta Immacolata subisce gli insulti dai componenti della classe, e riceve palline di carta di dimensione crescente. Altre comparse giocano a carte, a battaglia navale, a tris alla lavagna
)
Paolo: (un panino lo sveglia e si accorge del gran caos che regna in classe) Ma cosa succede?
Marco: Sveiate fora! Te se l'unico che ciapa appunti. Movete vien a veder ancha ti un poche de ... gnocche
Prof: (cambia atteggiamneto e si "sgonfia", comincia a balbettare, cambia voce) Ragazzini ... Bbbaasta ... (silenzio, si sente una sonora pernacchia) Chi è stato? Metto una nota! (un'altra pernacchia, ritorna il caos)
(Immacolata si avvicina al piu' bello della classe, Narciso, e tenta di possederlo sul banco. Narciso comincia ad urlare chiedendo alla classe aiuto.Tutta la classe cerca di staccare Immacolata da Narciso.
Nel frattempo suona la campana; fuggi-fuggi generale della classe, rimangono solo Paolo e il Prof. Il professore ancora tutto agitato ha un dialogo con Paolo
)

Paolo: Professore, ..avrei una domanda.
Prof: Dimmi Dimmi caro.
Paolo: Sa, volevo chiederle ... ecco ... lei che sa esprimere così bene il pensiero morale dei grandi autori del passato e che sa ......indicarci in maniera cosi' eccelsa i valori ai quali lei stesso si è uniformato nella sua vita e che hanno illuminato le sue scelte.
Prof: Sì sì sì sì, cosa devi dirmi? Sai che non ho tempo, veloce veloce dimmi!
Paolo: Volevo dire, ecco, perché i miei compagni non riescono a comprendere l'importanza dell'insegnamento che lei vuole comunicare?!
Prof: (titubante) ... Non mi ero preparato a questa domanda, ti rispondo la prossima volta.
Paolo: Un momento professore....
Prof: Su ... Sù....
Paolo: Sa professore, mio padre mi ha sempre raccomandato di essere onesto con tutti e coerente nelle mie scelte di vita, ma mi accorgo che sono l'unico. Durante i compiti tutti mi chiedono consigli e mi minacciano se non passo le soluzioni. E quando io mi rifiuto e tento di spiegare che lo faccio per il loro bene, perché devono impegnarsi e studiare in vista non solo del voto ma, come dice sempre mio padre e anche lei professore, del loro futuro di professionisti, loro mi rispondono: "Te spache in do!"
Prof: (seccato) Sì, sì, caro, ho detto di studiare il capitolo 15.
Paolo: Ma io veramente....
Prof: Va bene, va bene. Ma non è un problema, ne parliamo un'altra volta. Devo proprio scappare altrimenti mi perdo la 5229sima puntata di Beautiful.
Marco: (entra in classe) Baucco, movete che te speten fora.
(il professore esce dall'aula velocemente)
Paolo: Ma aspetta, volevo parlare con il professore, mi dava dei consigli di vita, è anche simpatico e ...
Marco: Sì, come una fuga di gas!


SCENA 2°


LUOGO E SITUAZIONE: (A casa di Paolo, ora di pranzo.)

Personaggi:
Paolo
Ermenegildo Del Giusto, padre di Paolo, libero professionista
Pinuccia, madre di Paolo
Nonna, madre di Ermenegildo

(Paolo e suo padre sono soli a tavola, la madre è assente dalla scena, hanno appena finito di mangiare. la nonna è seduta su una sedia a dondolo.
Silenzio
)

Padre: (fuma un grosso sigaro e tossisce in modo appariscente) Come mai quella faccia da cane bastonato? E' successo qualcosa a scuola?
Nonna: (tra sé) Te ha zinquanta ani e ancora no te ha imparà a fumar!
Paolo: Ma no, niente niente.
Padre: Ecco anche tu, con tutti i problemi che ho con l'ingegnere della provincia, e i clienti che non pagano, il progetto che non mi approvano! Le tasse che devo pagare, l'IRPEF, l'ILOR, la tassa sulla salute, la tassa sulla tassa, l'INPS e adesso persino l'ISIOT! Satanasso!
Nonna: (in un angolo, con gestualità) Con tutto il nero che non te dichiara....
Paolo: L'ISIOT?
Padre: Sì: l'imposta sull'ipotesi omissione tasse! Ma non cambiare discorso! Cos'è quello sguardo? (mette il sigaro sul portacenere)
Paolo: Ma no, niente, pensavo …
(il padre si mette la giacca, solo una manica)
Padre: Dai, dimmi, perché ho un appuntamento con il geometra comunale! (E guarda il grosso cipollone
La nonna prende di nascosto il sigaro dal portacenere e se lo fuma come se fosse uno spinello
)
Paolo: Ecco veramente...ho avuto un colloquio con il professore di italiano perché avevo un problema.
Padre: Come, non avrai preso mica un 4 ?! Fin ora non mi hai dato nessun problema...sai che sono già in parola con il direttore della Banca delle 3 Venezie, che mi ha assicurato che finita la scuola avrai un posto da dirigente, non vorrai tradire le aspettative di tuo padre proprio adesso!
Paolo: Ma io, ecco, volevo semplicemente avere da lui dei consigli su come comportarmi con i miei compagni...
Padre: Ti do io il consiglio, pensa per te che farai sempre un affare!
Paolo: Ma come papà ... Mi hai sempre detto che devo essere disposto a un dialogo costruttivo, al confronto ma con tolleranza e altruismo.
Padre: Certo, certo figliolo (pacca sulla schiena e si alza)
Madre: (fuori scena) Gildo, Gilduccio, amore vai ad asciugare le posate in cucina, perché la colf si è presa un giorno di libertà!
(il padre si ritoglie la giacca)
Padre: Sì, volo da te (con una vocina remissiva esce dalla scena saltellando in modo buffo)
Nonna: (si alza a fatica) Pore veci (rivolgendosi verso la parte dove è uscito il padre) Sto canederlo in brodo, ... , to pare ghe l'avea mes tut, Te si pì les de na trota, sveiate tincot. Atu vosua quea bisa, tientea. (rivolta al ragazzo) No sta scoltarlo, la lecà pì lu par deventar dotor che Gineto el vecet del geato.
Paolo: Ma come, papà, tuo figlio! Un lecchino, un disonesto..?
Nonna: Ma come pensito che l' abia fat su sta casa, e chel se abia comprà quea scaretada de computer (cumputer pronunciato come scritto), le 8 ochete de segretarie....e quea machina là eo che?!..Ferero..Ferari..
Paolo: Ma Nonna, ha ottenuto tutto col sudore della fronte.
Nonna: L'unico sudor che to pare l'ha l'e su a lengua! E po' l'è ndà a sposar quel rochel!
Paolo: Ma come la mia mammina che si è sempre sacrificata in tutte le maniere per la sua famiglia?! Una donna che non ha altri pensieri che la casa e il nostro benessere!

(entra la madre: grossa, "robusta", ingioiellata, vestita pronta per uscire.)

Madre: Ciao Paoluccio, studia sai ... Che mammina bisogna che vadi fuori perché ha un impegno irriducibile con le mie amiche per fare siopping; e poi ci sarà il buffet a casa della Casimira che festeggiamo il suo ultimo golliè di smeraldi.
Paolo: Mammina aspetta che ho bisogno di parlarti
Madre: Sì, vediamo caro, vediamo quando ho un momentino libero (tira fuori l'agendina) Dunque vediamo tesorino: domani ho un appuntamento al centro "Ottave meraviglie" (gesto significativo) per farmi le mess, ci vorranno dalle 8 alle 9 ore perchè devo farmi anche un lifiting.
Nonna: (tra sé) Sì coi 4 spenot che la se ritrova.
Madre: Dopodomani devo andare dalla sarta per il taiur, e poi l'appuntamento con l'aman/amica Giusepppa.
Nonna: Sì, sì coi baffi l'è sta Giuseppa.
Paolo: Ma io ho bisogno di parlarti subito ...
Madre: Sì, sì subito, la prossima settimana, fra un mese, quando vuoi. (se ne va)
Nonna: Vien caro da to nona, cos che te ha ... contame, vutu 50 mila?
Paolo: Me li hai già dati ieri, non voglio soldi, vorrei qualcuno che mi ascoltasse.
Nonna: Ades no, parché l'e ora del rosario su "Radio Maria" (accende la radio sulla frequenza di "radio maria", prega con il sigaro e la corona del rosario in mano si chiudono le luci, luce solo su Paolo)
Paolo: Ma come, fino ad adesso mi sono sempre comportato come volevano il professore, il papà, la mamma ... Mi hanno sempre detto che in qualsiasi momento potevo far riferimento a loro come modelli di vita e invece ... Parlano parlano, uno pensa a Beautiful, l'altro deve andare dal geometra comunale, l'altra fra amiche e rinfreschi e Beuty center…., mia nonna pensa all'anima ... e al tabacco e a me chi ci pensa? Provo ad andare al bar!


SCENA 3°


LUOGO: Padania Pub

Personaggi:
Paolo
Luca
Marco
Narciso
Immacolata
Sara
Giussiano, barista
comparse vicino al bancone tra cui un barbone mezzo ubriaco

Pensiero di Paolo: (entra timidamente) Mi pare che si incontrino qui i miei compagni!

(I riflettori illuminano gli attori in scena uno alla volta.
Luce su Luca che tiene in mano l'Unità
)
Pensiero di Paolo: To' guarda pensavo passasse il pomeriggio alla federazione "Giovani comunisti" Lui sì che ha degli ideali, come la rivoluzione sociale, e la giustizia fra le classi, forse potrei chiedere a lui...
(luce su Narciso )
Pensiero di Paolo: C'è anche quell'antipatico di Narciso, non pensa ad altro che alla sua bellezza.
(uce su Immacolata)
Pensiero di Paolo: Oh, l'Immacolata, quella sì che è una ragazza seria, di principi, sarà anche un po' bruttina ma...
(luce su Sara)
Pensiero di Paolo: Eh, la Sara, io solo le ho resistito, ma con fatica...
(luce su Marco)
Pensiero di Paolo: A Marco non dico niente...perché superficiale e menefreghista com'è ... Eccolo là che beve come il solito.
Pensiero di Paolo: E quello chi è? (rivolto al barista. Luce sul barista)
Barista: (pulisce i bicchieri, girato sul davanti si legge una scritta sulla maglietta "i love ...." si gira e si legge "....padania" poi alza il volume della radio e si sente l'inno "va pensiero" si accendono le luci) fioi sentì che musica!
(Marco in piedi parla con il barista)
Marco: A Lega non lo ha duro!
Barista: Cosa? l'è de amianto. (gesto significativo)
Luca: Compagno hai torto...
Barista: Parla in dialetto parché le lingue straniere mi no le conose!
Paolo: Buongiorno, scusate ...
Marco: Cosa fatu qua?! Atu zsa finì de studiar?! (si affaccia alla finestra) Ancò no ho portà l'ombrea.
Paolo: Perché?
Marco: Parchè anchò de sicuro nevegherà?
Paolo: Come?
Marco: (rivolto verso Paolo) quando te conoso no son sta bon de tirarte fora da casa na volta, (rivolto verso le comparse) L'ho invità al concerto dei "Diareastones", niente! (rivolto verso altri presenti) L'ho invità alla partita promossi contro bocciati, niente! (rivolto al pubblico) L' ho invità alla festa de compleanno del quel toco de gnoca della Moana, dove che ghe zse sempre carne fresca, niente!! (si avvicina agli altri ragazzi che giocano a carte e bevono) Ciò fioi, vegnè a veder chi che l'è qua?! Paolo el secion!
Paolo: Ma io....... (imbarazzato) .....Veramente.....
(gli amici si precipitano su di lui, tirano fuori quaderni e penne)
Amici: Dai dicci la soluzione del problema che ci ha rifilato quel beccamorto del prof. di matematica, qual è il risultato?
(Sara manda via le comparse spingendole, narciso tocca paolo)
Sara: Lasciatelo stare (si avvicina e gli fa delle carezze) Paolo ... (gli fa gli occhi dolc)i Siediti qui con noi ... (gli mette una gamba sulla sua) Come mai sei qui? Ti senti bene? (gli tocca la fronte per misurargli la febbre)
Paolo: Fa un caldo qui ... (si sbottona la camicia).
(gli amici lo portano via)
Barista: Vardea là, la tacà co n'altro! (fuori scena)
(le comparse tornano e portano via paolo verso il banco)
LUCA: Lasciatelo stare perché se è qua la situazione è tragica. Sentiamo cosa ha da dirci Paolo. Come mai sei venuto al bar?
Paolo: ... Tanto non potete capirmi.
Sara: Ma sì tesoruccio, io ti capisco, ti manca qualcosa? (mostrandogli le gambe)
Paolo: Il mio è un problema esistenziale.
Marco: Jussi portaghe la bevanda della casa: il "Padania Drink"!
Paolo: Quale bevanda, io non bevo alcolici!
Barista: Ma no, tosat, l'è solche acqua e menta, l'è vero che la gà na giosa de gin ... Ma scoltame la te fa ben, e po' la è cusì bea verda! (guarda il bicchiere)
Narciso: Se il tuo problema amore (con la "r" moscia) è il look ho un posticino da consigliarti veramente al bacio.....Vai a nome mio alla boutique "Le Figò" alla Corte dei Papaveri (squilla il cellulare) Carissimo... (va in un angolo)
Immacolata: Senti sai, ti capisco perché anch'io ho tanti problemi, soprattutto nessuno mi vuole; non riesco a trovare un ragazzo che mi voglia bene ... (comincia a toccarlo) Perché non ci mettiamo insieme e mescoliamo le nostre lacrime?
Barista: Ecco la Padania.
(gli amici si siedono tutti al tavolo eccetto paolo che prende per un braccio luca e lo porta in disparte.)
Paolo: Senti non so più a chi rivolgermi ... Nessuno mi vuole ascoltare, nessuno s'interessa ai miei problemi.
Luca: Ma che problemi vuoi avere tu?! Hai un padre pieno di soldi con una bestia di macchina, a Natale vai a sciare, non ti manca niente (con tono sentenzioso), la classe operaia, i poveri proletari, quelli si che hanno veramente dei problemi ... Ma un giorno tutto questo cambierà, la rivoluzione è alle porte!
Barista: Certo, quea padana ... Un esercito de camise verdi l'è pronto a marciar su Roma. E po' andaren vanti finchè faren un gran panevin de tutti i teroni!
Luca: Ma che discorsi sono questi! l'Italia è una ed indivisibile. lo dicevano Mazzini Garibaldi e Cavour.
Barista: Chi ei Massini e Garobaldi? Me par che i disea sol dee gran monade. Mi conose solche Bossi: de Bossi ghé n'è un, e tuti che altri no iè nesun.
Paolo: ... Ma io veramente volevo parlarti dei miei problemi, ad esempio a scuola ...
Luca: Per forza hai problemi, questa scuola è un prodotto del capitalismo più marcio e reazionario.
Barista: Te credo, le a scuoa de Roma ladrona, tutti i magna magna magna. (si mangia qualcosa)
Paolo: (a voce alta, un po' alterata prendendolo per la maglia) insomma Luca, vuoi ascoltarmi?
(tutti gli altri si alzano e si avvicinano)
Marco: Eo cossa qua....
Narciso: Paul carissimo, un consiglio: non alterarti che ti vengono delle rughe orribili.
Sara: Quando ti arrabbi sei ancora più figo.
Paolo: Io ho tante domande e vorrei delle risposte …
Narciso: Anch'io carissimo ad esempio ne ho una: chi ha ucciso Versace, quel gran mago della moda?!
Marco: Tasi sù recion.
Paolo: Il mondo sta andando alla rovescia.
Immacolata: Il tuo problema è di geografia?
Paolo: Voi non avete capito la metafora; fino a qualche tempo fa, ho sempre creduto che la terra fosse rotonda, invece scopro che è piatta: mi spiego, ho sempre creduto che gli adulti fossero dei modelli da seguire, che i loro insegnamenti fossero coerenti con le loro azioni invece mi accorgo che: (alza il pollice) i professori sono dei falsi predicatori, ripetono a memoria quello che è scritto nei libri e non vanno al di là dell'ultima pagina, altro che maestri di vita!! (alza l'indice) i genitori s'interessano solo che non hai la febbre, che vai bene a scuola, che mangi e che non stai troppo intorno a rompere. Mai che ti chiedano come ti senti dentro.(alza il medio) bisogna o non bisogna essere onesti? È importante o no essere coerenti? Ci sono dei valori fondamentali nella vita che dobbiamo rispettare? L'amicizia è solamente passare un compito o qualcosa in più?
Sara: Mi sembra evidente che è aiutarsi quando qualcuno ha bisogno.
Paolo: Come fai a parlare così, quando nessuno si è accorto che io avevo bisogno? Cosa intendete per amicizia? Trovarsi al bar per parlare di sport, di macchine o di ragazze? Oppure andare in discoteca insieme....per me l'amicizia non è solo questo. L'amico è quello che ti ascolta quando non sai più dove sbattere la testa e sei incazzato con il mondo intero, che non ti usa solo per i propri interessi.
(il gruppo rimane nel frattempo a bocca aperta, tutti si guardano frastornati)
Barista: (gli mette un braccio intorno al collo) No sta desperarte, so mi chi pol iutarte. Vara qua (tira fuori il giornale dalla tasca posteriore), sul giornal le scrit in letere grande: "ragassi che avete problemi di tutti i tipi" el dise proprio de tuti i tipi (guardando Narciso)"potete rivolgervi al centro 'informa giovani' via 15 settembre", mi lo conose l'è propio drio la sede della Lega!
Paolo: Eh ... Ci passerò!


SCENA 4°


LUOGO: Centro informa giovani
Personaggi:
2 Impiegati: Vecchia, Vecchio
Paolo
Comparse

(Vi sono quattro persone, una davanti a lui e quattro dietro, l'orologio segna le ore 18.00. all'inizio c'e' solo la vecchia, poi arriva il vecchio)

Paolo: Sono già tre ore che sono qui in fila e non riesco ad arrivare allo sportello.
Vecchia: (dietro di Paolo) posse passarghe davanti, che gho premura gho da farme far la ricetta par la pression, (e gli passa davanti.)
Paolo: Ma veramente signora qua non fanno ricette
Vecchia: Cossa? non capisse gnient, el parle pi forte ...
Paolo: Scuote la testa rassegnato.
Ragazzo: (dietro di lui si lamenta) ma qua non si va più avanti ... Senti scusa ... Lascia passare me!
Paolo: (tra sé) Mi hanno insegnato che non bisogna essere prepotenti, ma qua mi pare che il fesso sono solo io!
Vecchia: (che e' riuscita ad arrivare al banco dopo aver detto qualcosa a bassa voce urla) Ma come, sta quà no lè la mutua e gnanca l'IPS? Vergogneve, me ve fat perder tut sto temp! Go da darghe da magnar ae pite, e son tuta un sudor parché son senza medesina pal cuor! (borbotta un po' e se ne va via. )
(arriva il vecchio impiegato)

Vecchio impiegato: Eo qualchedun che vol vegner da mi cusi' sea sbrighemo prima?
Paolo: (si fionda al banco) Io, io che sono qua dalle tre...
Vecchio impiegato: Dime, dime basta che no te epie dei gat da dar via che no saven pi dove metterli.
Paolo: Buongiorno, scusi se la disturbo, mi hanno dato questa indicazione, non so neanche se é il posto giusto.
Vecchio impiegato: Posto, cerchi un posto di lavoro? Speta speta ... (tira fuori il registro e si mette un altro paio di occhiali sopra quelli che ha gia', comincia a scorrere il registro) ... Te digo subito che posti in banca e negli uffici no ghi ne, solo manovai o scaricar casse de verdura ... Vara, vara qua: ghe saria un posto interessante anche se non lo vol nessun, i serca un bocia par lavar i budei de porzel par far saami, cosa ditu ti? Te pareo masa spusa? Noo... i fioi de incuo' no i se adatta pi', pensa che i te pagaria do mia franchi l'ora! E te podaria lavorar anca diese ore al di' , ti che te si zovene.
Paolo: Ma veramente io...
Vecchio impiegato: Mi, dovaria eser in pension dopo trentazinque ani de lavoro. Inveze el comun l'ha dita che me manca sie mesi de contributi e i me ha sbatuo qua in meso a sti tosat che i me fa na testa co le ciacole. Vero Adalgisa, anca ti la stesa storia ... Quant te mancheo a ti? Un ano?
Vecchia:No, diese mesi!! ho lavora tanti ani a nero a far le pulizie par le case, prima de catarme el postesin da bidea, là si che se stea ben, no se fea un casso, me son fata na ventina de maion a feri ...
Paolo: (urlando) Scusate! Volete ascoltarmi: io non cerco lavoro cerco un'identità.
Vecchio impiegato: Te podea dirlo subito che te avea pers la carta de identità. Te ha sbaià posto, te ha da andar dai carabinieri a far la denuncia, e dopo te torna qua che te spiego, parché ades l'e tardi e l'e ora de serar.
(se ne vanno tutti, Paolo rimane solo. Luce du di lui)
Paolo: Anche qua un buco nell'acqua, sembra che nessuno voglia ascoltare veramente i giovani come me che si sentono disorientati. Quando da piccolo andavo a catechismo, se avevo dei dubbi o dei problemi mi rivolgevo a don Marietto che mi accarezzava e mi ascoltava con tanta benevolenza; potrei andare da lui.


SCENA 5°


Personaggi:
Don Marietto
La perpetua Carmela
Paolo

LUOGO: Canonica

(Il prete, don Marietto si sta abbuffando, la tavola e' imbandita di ogni ben di Dio, la perpetua Carmela gli versa da bere.)

Carmela:Don Marietto zse l'ultimo goto parché el sa che dopo ghe vien fora la gastrite.
Marietto: Ma cara Carmela anche Gesù diceva di dare da bere agli assetati..
Carmela:Ma lu monsignor no l'e' un assetato, l'e' n'a spugna.
Marietto: Ma sai non posso mandar in malora tutto questo ben di Dio che i miei fratelli parocchiani hanno portato per la mensa dei poveri in occasione della festa dell'Assunta.
Carmela: Ma Monsignor volo far fora tutti i vintisete muset, le diese sopresse e le do damigiane de vin che l'è in cantina?
Marietto: Cum grano salis, cara Carmela, cum grano salis, posso farcela.
Carmela: Cosa centreo el forment e el sal?
Marietto: Povera Carmela! non hai capito vero? ... Del resto Gesu' ha detto: beati i poveri di spirito. Cum grano salis significa: con moderazione e giudizio, qualità fondamentali per un vero Cristiano.
Carmela: Cambien discorso: volo lu i schei dee buste che ho ciot su in cesa, par i missionari dell' Amazzonia, o i verse direttamente in banca sul so conto?
Marietto: Non importunarmi con questi discorsi materialistici, cos'è il vile denaro di fronte all'eternità? Dio che è il nostro pastore provvede alle sue pecorelle secondo i loro bisogni ... E quindi non versare niente, fra due giorni passa l'impresario per il saldo dei lavori del mio chalet, a Cortina. Provvedi tu!
(bussano alla porta)
Carmela: Oe da verser o femo finta de non esserghe?
Marietto: Questo è sicuramente qualcuno che non ha letto con sufficiente attenzione e cura gli avvisi riportati nell'ultimo bollettino parrocchiale ... Eh si che avevo scritto a chiare lettere che non posso ricevere al di fuori di certi orari cioè dalle 5 alle 5.10 del mattino e dalle 19.55 alle 20.05 ... Con tutti gli impegni che ho. (enumera con le dita )
1- Andare in palestra per mantenermi in forma perché i parrocchiani hanno diritto di avere un pastore agile prestante atletico ed in buona salute
2- Recarmi ogni giorno al "Colorado" dove si annidano tanti poveri giovani sbandati che non sanno più come si va a buca nel biliardo o come si superano gli ostacoli virtuali; e che fatica dimostrare a queste pappamolle, con la parola, ma soprattutto con l'esempio, che quando non si può vincere onestamente si deve anche barare ...!
3- ...E poi alla sera stanco e spossato invece che guardarmi in pace una cassetta della serie "1 prete e 10 suore" mi tocca andare a fare apostolato sulla " Pontebbana " dove ci sono quelle povere anime traviate che si guadagnano con tanta fatica il pane quotidiano ed io le aiuto con quel poco che Dio mi ha dato!
Carmela: (con aria furbetta e con un gestaccio eloquente) don Marietto nol se butte cussi zo'.... Non me parea cussi' poc che altra nott ...
(ribussano alla porta )
Carmela: Allora ... verzo o no?
Marietto: Apri pure, sacrifichiamoci per il bene di una pecorella ...
(Paolo entra)
Paolo: Buongiorno Monsignore, scusi se la disturbo, lo so che non è orario, ma vorrei aprirmi con lei ...
Marietto: Guarda per le confessioni prendi appuntamento dalla Carmela. Ma ti avverto già che per questo mese è tutto esaurito, a meno che tu non voglia una confessione a pagamento ... Ma tu chi sei, sei della mia parrocchia?
Paolo: Ma ... Don Marietto non mi riconosce? Leggo ogni domenica la preghiera dei fedeli alla messa dei fanciulli.
Marietto: Fanciulli? ... Lasciate che i pargoli vengano a me (si avvicina e gli mette il braccio sulla spalla con fare un po' equivoco certo certo ora ricordo), sei Giovancarlo!
Paolo: Ma no Don Marietto sono Paolo Del Giusto, mio padre è l'ingegnere del Giusto, quello che ha progettato l'oratorio.
Marietto: Adesso ricordo, tuo padre Ermenegildo ... Che uomo di specchiata onestà rettitudine morale, proprio come me!
Paolo: Veramente io avrei qualche dubbio al riguardo.
Marietto: Dubbi, dubbi su tuo padre? (con fare meravigliato e costernato)
Paolo: E non solo su mio padre purtroppo, anche su mia madre, mia nonna, i miei insegnanti ... Insomma su tutti gli adulti in generale.
Marietto: Questo è male figliolo, gli adulti non vanno mai messi in discussione, loro hanno la saggezza e l'esperienza che si raggiunge solo con gli anni.
Paolo: Anch'io ero convinto di questo, ma ultimamente ho un'altra impressione: predicano bene ma razzolano male; l'onestà, la disponibilità, l'altruismo, la coerenza sono solo vuote parole.(viene preso da un tremito inconsulto di nervosismo)
Marietto: (rosso e indignato) Cosa ti succede? Ma cosa stai dicendo? Il diavolo si è impossessato di te? Hai bisogno di un esorcismo! Telefono subito a padre Ralph: lui è un esperto.
Paolo: Ma che esorcismo del caaa... (e scappa via)

SCENA 6°


LUOGO: Casa di Paolo
Personaggi:
Padre
Madre

(il padre è seduto in poltrona che guarda la tv e cambia continuamente programma Alla tv si alternano il telegiornale, scene d'amore, scene poliziesche animate da attori.
TELEGIORNALE: Ed ora un fatto di cronaca: Il treno partito da Venezia è arrivato a Roma Termini con 7 minuti di anticipo. Il nostro inviato da Roma ha intervistato l'eroico macchinista ... Vediamo se parte il servizio, sì ... forse parte il servizio ... ora dovrebbe partire ... Sì mi dicono che arriva CAMBIO CANALE - TELENOVELA: DUE ABBRACCIATI Oh John! Oh Mary! Oh John! Oh Mary! Oh John! Oh Mary! CRESCENDO IN PASSIONE CAMBIO CANALE - TELEGIORNALE: Ora arriva il servizio ... CAMBIO CANALE - SCENA POLIZESCA: UN UOMO CON UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA è arrivata la tua ora, prega!
SUONA IL TELEFONO 5 SQUILLI
CAMBIO CANALE - TELENOVELA: Oh John! Oh Mary! Oh John! Oh Mary!
)

Padre: (risponde al telefono frastornato) Chi è che rompe alle 10.00 della mattina, che sto lavorando! (in vestaglia ha in una mano il telecomando e nell'altra una brioches, risponde al telefono.) Pronto? Non sento!
(abbassa il volume, e quelli della tv escono dal video ad origliare.)
Padre: Pronto, si qualifichi, non ho tempo da perdere io! Sono occupatissimo! - Come? Istituto "Serena"? Guardi che ha sbagliato numero! Paolo? Paolo Del Giusto? Chi è? non lo conosco! ... Certo che sono l'Ingegner Del Giusto, ci mancherebbe altro ... Certo che ho un figlio ... Ah si certo Paolo!! ... (costernato) Come non è a scuola, ma ha guardato bene?...oh? Per dinci buffa, 15 giorni che non viene a scuola? ... Come il preside mi vuole parlare, ma io non ho tempo ... Vabé va bé' vedrò di fare il possibile. (riattacca.
Arriva la moglie con enormi borse di vestiti, da' le borse al marito, si siede sulla poltrona, si toglie le scarpe, comincia a massagiarsi i piedi. il marito esce con le borse e rientra con le ciabatte.
I personaggi della tv escono dallo schermo mentre la moglie parla e si siedono per assistere alla scena.
)

Moglie: Gilduccio, hai mangiato la briochina, sei andato di corpo? Sono così stanca oggi, lo siopping mi sfinisce. Chi era al telefono? Spero non la Francesca che rimandava il nostro appuntamento per il bridge.
Marito: Ma no Pinuccia niente di così importante! Era la scuola ...
Moglie: La scuola di ballo lissio? Cominciano finalmente le lezioni? (fa una piroetta)
Marito: Ma no, la scuola di Paolo!
Moglie: Ma non aveva preso la maturità lo scorso anno?
Marito: Ma no tesoruccio ti sbagli ... Domani ho un appuntamento con il preside. Sembra che Paolo non vada più a scuola da 15 giorni.
Moglie: 15 Giorni? E tu non sapevi niente? Non ti eri accorto di niente? Ma che razza di padre sei? ... Sei una nullezza, in questa casa devo fare tutto io. Mi verrà un attacco di isteresi o un esaurimento nevrotico!! Fa il padre una buona volta! Sei o non sei suo padre? ... (pensandoci) ... sei, sei suo padre! (con tono di sicurezza dopo aver fatto i calcoli) Usa il polso da adulto una buona volta e non il gomito da tennista! Come dice la Mafalda.
Marito: Questo è troppo! Per vent'anni sono stato zitto e ho sopportato tutto: (facendole il verso) la parrucchiera, la Mafalda, il bridge, lo shopping che fai con i miei soldi, le rose rosse che ti manda ogni giorno la tua amica "Giuseppa"... (butta per terra il vaso di rose). Che tanto savemo tuti che l'è Bepi el becher.
Moglie: Le mie rose ... (le raccoglie come se fossero un bambino) brutto rospo che non te se altro, canchero stramaedetto, te si mol fora e soto, te ocore na carucoa par tirarlo su (e accompagna con gesti eloquenti ...)
Marito: Lasciamo perdere questi discorsi che non hanno importanza. "tuo" figlio marina la scuola da 15 giorni perché tu non lo controlli abbastanza. Per forza, devi andare di qua e di là, in centomila posti e la famiglia è il tuo ultimo pensiero. Sei una madre snaturata ed una moglie ... (gesto eloquente ...)
Moglie: E tu allora ... che esempi gli dai? Sempre a casa a sbevazzare e girar canali. Mentre gli altri lavorano onestamente tu sempre lì a intrallazzare, a rubare e a sfruttare i poveracci ...
(i personaggi rientrano in tv piano piano con atteggiamento di noia)
Marito: Taci cervello da gallina ... Ma ti vanno bene i miei soldi per fare la bella vita e spassartela con quel salame ...
Moglie: Meglio un salame che ... una polenta ... (e si avvia verso la porta)
Marito: (inseguendola e prendendola per un braccio) Polenta a chi?...
(si spengono lentamente le luci mentre si continua a sentire in sottofondo il litigio)


SCENA 7°


LUOGO: Ufficio del preside a scuola
Personaggi:
Preside
Il bidello Bauli
Il padre di Paolo
Due ragazzi

(Il preside è seduto alla scrivania dietro una pila enorme di circolari, entra il bidello, Bauli, -ha orecchie gigantesche- ha una circolare in mano)

Bauli: Preside, preside go qua la so ultima circoare che "Stabilisse i turni dei bidelli per il lavaggio dei servizi igienici", i cessi insoma! Eh no, sta qua nol dovea farmea! Par 35 ani son sempre stat in copia coa Antonietta. E se netea e se scoea cosita ben insieme! E dess el va a meterme coa Pina che la e in menopausa e la vol solche lavorar?
Preside: Buono, buono Bauli (esce fuori una mano che indica) l'Antonietta mi serve qua ... per sc ... Sistemare tutte queste circolari piene di polvere (le fa cadere sollevando un gran polverone.
Suona il campanello, il preside solleva il citofono
)
Preside: Si! si si! Va bene se non si può evitare lo faccia accomodare, ma un momento: l'ingegner Del Giusto ha compilato la richiesta in carta da bollo per essere ammesso all'ufficio tecnico dove devono avergli consegnato il modello MGCHL2749 per usufruire delle scale di accesso alla segreteria dove deve depositare un documento di identificazione valido perché la segreteria possa compilare il modulo di richiesta MSGHK1560 per essere ricevuto da me in presidenza? ... Bene, bene, se è tutto in regola lo faccia pure salire.
Bauli: Oe da 'ndar? O one da darghe na man?
(il preside boffonchia. Bauli si siede vicino alla porta e comincia a spolverare la serratura togliendosi dalla tasca un orecchio ancora più grande.)
Padre: Permesso, permesso. (spingendo la porta)
Bauli: Lu chi eo? El se quaifiche! Nol sarà mia un rappresentante de ges? I ultimi noi scrivea!
Padre: Come si permette lei non sa chi sono io! Lei si sta rivolgendo all'Ingegner Del Giusto!
Preside: Prego prego venga avanti (leggendo il giornale, poi lo appallottola e tenta di nasconderlo) sono molto occupato ma vedrò di riceverla.
Padre: Sono venuto per mio figlio Paolo.
Preside: Suo figlio Paolo? Dica piuttosto nostro figlio Paolo. Tutti gli allievi di questo istituto sono miei figli e i genitori ... (lo abbraccia) ... Miei fratelli. Dica, dica fratello mio.
Padre: (con faccia sbalordita) Sono felice che mio figlio frequenti un istituto guidato da un preside come lei, cosi disponibile, attento e votato al suo ruolo di missionario in una giungla di giovani sbandati
Preside: Dice bene lei, i giovani, gli sbandati ... Chi sono? ... Perché? ... dove vanno? ... E noi, dove andiamo? (assume un'aria filosofica)
Padre: Si infatti Paolo ...
Preside: Paolo, Luca, Giovanni, Marco, Matteo quanti e quanti giovani ho condotto per mano educandoli amorevolmente preoccupandomi della loro formazione culturale e morale e poi ... terminati gli studi con le lacrime agli occhi mi hanno salutato e si sono dispersi in questo mondo corrotto senza più la mia guida.
Bauli: (scosta il preside con aria curiosa) El me diga. So fiol Paolo le quel de quinta 5B. Sempre vestì ben, un fiol de sest, le l'unico che nol me buta mai i fasoet sporchi in tea scasea del me traveson, che nol me sporca a lavagna a un bot, par farme far dai do ai tre secondi de straordinario! Che allievo modello! Se no fuse che do settimane fa, prima di sparir da scoa, el me a fat un tiro. L'ho trovà fora da scoa tut trasandà, spirità. Col me ha vist el me ha dat sto foio e le scampà via; El leda.
Padre: (a voce alta leggendo) È ora di finirla di battere la fiacca tutto il giorno. L'ho tenuta d'occhio: oggi è uscito 7 volte a prendere il caffè alle macchinette,per ben 10 volte si è imbucato nel ripostiglio con l'Antonietta, e non si contano le ore che passa a leggere fumetti, rammendare calzini e giocare a carte con quei perditempo dei suoi colleghi bidelli. Intanto lo sporco si accumula: i ragni tessono ragnatele sui libri della biblioteca, le formiche si
contendono gli avanzi che stazionano a lungo nei cestini delle aule ... Ma è sicuro che mio figlio abbia scritto questo?
Bauli: Sicurissimo!
Preside: Ma si, ma si, cosa vuole non bisogna dargli peso, sono ragazzi, spesso infelici e depressi, con crisi di furuncolosi, la barba che non spunta, la ragazza che non ci sta, insomma insomma, basta un poco di vitamine e andare a letto presto e tutto si risolve.
Padre: Ma sono 15 giorni che non viene a scuola e non sappiamo dove va.
Preside: Non si preoccupi, gli daremo un altro libretto per le assenze.
Padre: Ma è lei che mi ha convocato.
Preside: Io, (si avvicina a Bauli e prendendolo in disparte) "L'abbiamo forse convocato noi?
Bauli: Io non so niente, non ho visto niente e se ho visto qualcosa taccio.
Preside: Saranno stati quelli della segreteria, sempre così pieni di zelo da seguire alla lettera il regolamento (va dal padre) ma Paolo non gioca a calcio?
Padre: Sì, sì, come me del resto da giovane, ero un campione.
Preside: Ma anch'io giocavo a calcio da giovane nella squadra dei "Moscerini volanti".
Padre: Ma allora eravamo compagni di squadra! Ma sei Benito, quello che chiamavano SS perché massacravi gli avversari! Ma sei proprio tu?
Preside: Certo che sono io! e tu sei Ermenegildo "Piede di burro", adesso ti riconosco (si abbracciano) Quanti anni sono passati? (si allontanano l'uno dall'altro e si esaminano a vicenda)
Padre: Benito ma non sei mai cresciuto? Eri la mascottte della squadra.
Preside: Eh, lo so, lo so Ermenegildo, infatti ad un certo punto ho dovuto ritirarmi... Ma anche tu però Ermenegildo ... Quanti capelli hai perso?
Padre: Eh, cosa vuoi, le preoccupazioni, il lavoro, la famiglia ... E adesso anche mio figlio Paolo che ...
Preside: Paolo non è un problema! Ci parlo io con quei quattro insulsi dei suoi insegnanti ... Vedrai che sistemeremo le cose.
(si sente bussare, Bauli apre la porta, esce un attimo, parlotta e rientra)
Bauli: Preside, ghe saria do rappresentanti dei studenti che i voria n'semblea par parlar "dei problemi dell'istituto".
Preside: Ah, si, li faccia entrare che me la sbrigo in due minuti.
(entrano due ragazzi incatenati, con addosso un cartello con il numero di matricola)
Preside: Spero che abbiano già fatto la foto segnaletica di questi mascalzoni.
Bauli: L'ufficio schedatura la zà provvedest.
Ragazzo: (tira fuori una lista lunghissima) Eccellenza, abbiamo qui l'elenco delle richieste che ci hanno fatto i nostri compagni, possiamo leggerlo?
1° Gli allievi non devono essere frustati né torturati.
2°...
Preside: Cos'è questa storia? Richieste di questo genere sono inammissibili, non se ne parla nemmeno. Bauli, provvedi tu come sai. Ermenegildo vieni, andiamo a prenderci una gazosa mentre parliamo dei bei vecchi tempi.
(Bauli tira fuori una frusta, si chiudono le luci, tra urla e gemiti di dolore)


SCENA 8°


LUOGO: La scena si svolge all'esterno del Padania pub
Personaggi:
Sara
Paolo
Immacolata
Narciso
Barista
Barbone
Marco

(Paolo, che nelle precedenti scene assume man mano un aspetto sempre più trasandato sporco e mal vestito, è seduto ad un tavolo in un angolo: è trasandato, depresso, fuma in posizione abbandonata, apparentemente senza vedere o sentire nulla
Inebedito, ad un altro tavolo vicino a quello di Paolo c'e' un barbone. Ad un alro tavolo c'e' Narciso seduto con Sara ed Immacolata. Ad un altro tavolo ci sono alcune comparse che scrutano la scena con cartelli per dare i voti come allo Zecchino d'oro
)

Immacolata: Narcisooo è tanto che ti vorrei fare una domanda, preferisci le
ragazze come me o come la Sara? (si siede su Narciso)
Narciso: Ma che domande mi fai! (estrae dalla tasca uno specchio e si pettina)
Sara: (scosta Immacolata) Dai non farti pregare, preferisci accarezzare gambe grosse e villose oppure vellutate ... come queste. (e fa il gesto di accarezzarsi la coscia, mostrandola fino all'inguine, con calze autoreggenti ricamate. Le comparse votano alzando i cartelli con tutti 10 e qualche 9)
Immacolata:Sempre a esibire le gambe, tu! Vogliamo invece parlare dei seni ... guardati, sembrano due brufoli ... e guarda qua invece che grazia di Dio (si apre la camicia mostrando un seno poderoso, da sesta misura e anche molti peli. Le comparse fanno gesti di sconforto)
Sara: E questi li chiami due brufoli. (e si slaccia con grazia la camicia. Le comparse votano nuovamente con voti alti)
Immacolata: (si alza in piedi e cerca di colpirla con la borsetta) Sgualdrina, che cosa credi di avere che io non ho? Hai forse 4 tette? Credi di avere 8 gambe?
Sara: Tu, l'unico uomo che può guardarti è un cieco!
(si avvicina per colpirla e incomincia una rissa da scaricatori di porto. Nel frattempo Narciso continua a lisciarsi i capelli senza curarsi di loro. Le comparse colpiscono immacolata con le palette gridando insulti. Sara salvata dal più bello si allontana. Immacolata rimane per terra davanti all'uscita del bar. Esce il barista con un vassoio, inciampa su Immacolata, la scavalca e si dirige al tavolo di Narciso.)
Narciso: Sei veramente splendido oggi ... Hai una pettinatura che ti dona in modo superbo ... Chi è il tuo coiffeur?
Barista: Moeghea recion .. Noialtri omeni avemo da lavorar .. Avemo altro da far che zogar!
Narciso: Così bello e così screanzato (con tono di sussiego, si mette poi a fare manicure)
(Immacolata si alza da terra e va al tavolo di Paolo)
Immacolata:Paolo hai visto come mi hanno trattata? Tutti contro di me ... nessuno che ... Paolo Paolo, ma mi stai a sentire? (Paolo continua a tacere guardando il vuoto.
Rumore di moto ed arriva Marco. Immacolata si avvicina a Marco
)
Immacolata:Marco sai niente cosa è successo a Paolo, lo vedo così strano, sembra uno zombie. Tu lo sai perché non viene a scuola da 15 giorni? Che abbia dei problemi?
Marco: Aseo star, ie afari soi. (entrano insieme nel bar.)
(Il barbone si alza e va al tavolo di Paolo)
Barbone: Ehi. Scusa, hai una sigaretta, scusa dico a te ...(scuote con decisione Paolo) ... Stai bene? ... (Paolo gli dà una sigaretta senza risponder. Sempre inebetito il barbone si siede, lo guarda e gesticola). Mi sa che hai dei problemi.
Paolo: (esce dallo stato di trance manifestando meraviglia ed incredulità) Finalmente! ... Qualcuno si accorge che ho dei problemi!
Barbone: Solo un orbo non se ne sarebbe accorto!
Paolo: Ecco ... Dato che, a quanto pare, tu sei l'unico a non essere orbo mi vorresti ascoltare?
Barbone: Se mi offri qualcosa da bere, ti posso ascoltare anche una vita! (e si mette comodo, arriva Giussano), mi porti tre toast, due tramezzini triplo strato, due piadine e due birre da mezzo.
Paolo: (finalmente soddisfatto) Ohooo! Dunque ... In questi ultimi mesi sono
arrivato a capovolgere tutte le mie convinzioni e a mettere in crisi il mio rapporto con gli adulti ... Anche se forse non c'è mai stato ... Ma cominciamo dal principio ... Quando ero nel grembo di mia madre, già cercavo di farmi ascoltare comunicando con i mezzi che avevo. Siccome però lei non rispondeva mi attaccavo al cordone ombelicale ... E allora ... (parte una musica,entra una comparsa con un cartello che recita "un' ora dopo", paolo mima il resto del racconto) ... E la mia maestra si ostinava a dire che la balena è un pesce non un mammifero come io sostenevo e lei per convincermi ... (riparte la musica, ripassa il cartello con la scritta "due ore dopo" la comparsa mostra una leggera barba) ... Il mio primo amore, Arianna ah Arianna: bella, statuaria, 13 anni, io, lei 35 non riuscivo a farle capire che sognavo con lei un amore platonico ... (ripassa la comparsa che mostra una barba piu' folta ha un cartello con scritto "tre ore dopo") ... A 18 anni, cioè adesso, mi chiedo: quei valori che ci insegnano gli adulti sono giusti? E se lo sono perché, loro per primi non li rispettano? (il barbone nel frattempo si e': prima stravaccato, poi addormentato sulla sedia, infine è caduto dalla sedia.)
Barbone: Beh tutto sommato questa assomiglia alla storia della mia vita.
Paolo: Ma figurati, uno come te.
Barbone: Senti, tu puoi anche fare a meno di credermi ma io una volta ero un
architetto molto affermato, convinto delle proprie idee...
Paolo: Ma perché ti sei ridotto cosi allora?
Barbone: Semplice, la maggior parte della gente fa solo i propri interessi; io l'ho riscontrato anche nel mio ambiente. Volevo essere un bravo architetto, svolgere il mio lavoro rispettando tutte le norme e le leggi anche se questo comportava costi maggiori alle imprese. Ma i committenti non erano d'accordo. Piuttosto di scendere a compromessi ho deciso che per difendere le mie idee era necessario che mi allontanassi dalla società e da ogni interesse economico. Tu mi vedi cosi sporco e mal ridotto e un po' puzzolente ma io invece sono felice, non devo sottostare a loschi intrighi. Sono convinto infatti che certi valori debbano essere difesi perché sacrosanti, l'importante è essere in pace con se stessi come dicevano gli antichi filosofi. Il consiglio che ti posso dare quindi è di difendere le tue idee, io l'ho fatto in questo modo, tu potresti trovare anche un modo diverso. Non puoi lasciarti andare così.
Paolo: Non è facile ... Però devo dire che il tuo discorso fa riflettere, finalmente comincio a capire qualcosa ma ...
(entra Giussano)
Barista: Oh fioi stasera se sera presto parché ho da andar al raduno dea guardia Padana.
(salutano Giussiano il barista e se ne vanno chiacchierando)


SCENA 9°


LUOGO: Casa di Paolo
Personaggi:
La colf Teodalinda
La madre di Paolo
Il padre
Il preside
Paolo
Don Marietto
La nonna.

(La tavola è imbandita, la nonna sta già mangiando e bevendo. La colf sta finendo di preparare la tavola e poi se ne va. In tavola le rose con in mezzo il salame)
Madre: La smetta di mangiare che sbriciola tutto per terra ... la smetta di
tociare i grissini nel vino che trasborda fuori e macchia i pizzi San galli della tovaglia.
Nonna: Da quando che son nasesta ho sempre magnà a sete boti, le zsa le 8
manca 1 quarto, mi ho fame e magne!
(entra il padre)
Madre: Ma come si fa ricevere ospiti con tua madre che si comporta così?
Padre: Ma poveretta non fa niente di male, tu piuttosto pensa a togliere questa ... "roba" dal tavolo, perché non è una cena qualsiasi, dobbiamo decidere il futuro di Paolo!
Madre:: Futuro, futuro, esagerato ... Tutte queste storie perché manca 15 giorni da scuola! Non faremo mica una veglia funebre, va bé che con il prete e con quella faccia da becca il morto del preside ...
Padre: Ma come ti permetti di parlare così di quelle brave persone ... Cari amici oltre tutto; che ci sono utili, indispensabili anzi per parlare con Paolo. Sai che non ci rivolge neanche più la parola. Arriva e si chiude in camera.
(Suona il campanello. La colf va ad aprire. Entra don Marietto)
Marietto: Cari fratelli vi auguro una santa serata. (indossa la tonaca, gli cade il breviario) Cara pecorella ti dispiacerebbe raccogliere il santo breviario, sai l'ultima partita a tennis in canonica è stata veramente devastante.
(la colf si china con la minigonna molto corta, mostrando il suo sedere esattamente davanti al prete)
Marietto: (fa un gesto eloquente) Ooh, laudato sii mio signore per tutte le tue creature ... Soprattutto questa. (indica la colf che gli restituisce il breviario)
Padre: O caro Don Marietto grazie di essere venuto, contiamo su di lei, sa non
sappiamo più cosa fare con Paolo.
Madre: Si, si Don Marietto si accomodi intanto, gradisce un aperitivo: vuole un
amaro Lucato?
Marietto: No grazie, non mangio e non bevo, sono qui solo a compiere la mia missione ... Spezzerò solo il pane della fratellanza ... (comincia a mangiare dal piatto di prosciutto)
Nonna: Zso le man dal banco! (lo schiaffeggia sulla mano.
Suona di nuovo il campanello. Entra il preside con dei fasci di carte che gli escono dalle tasche, a passo molto affrettato, seguito dalla colf
)
Preside: Buona sera a tutti, anche lei qua Don Marietto? (a bassa voce e in disparte) Mi scusi qual è il motivo per cui ci hanno invitato? Sa ci ho pensato tanto ma non riesco a ricordarmelo.
(improvvisamente si ritrova davanti agli occhi il seno della colf e vi rimane appiccicato mugugnando con fare licenzioso)
Padre: (strappando a fatica il preside dalla colf) Carissimo Benito come stai? Faccio affidamento su di te per Paolo.
Preside: (tra sé e sé) Paolo? Chi sarà questo Paolo (tira fuori dalla tasca un'agenda e comincia a leggere).
Madre: Prego ... Prego ... Accomodatevi (seguono dei gesti di cortesia si siedono a tavola) e Paolo? ... (verso la colf) Per cortesia vada a chiamarlo.
(incomincia il pranzo, parte una musica e i personaggi parlano tra loro in modo non comprensibile. Arriva Paolo ben vestito e con aria sicura e convinta )
Paolo: Buona sera a tutti, scusate il ritardo. (si siede)
(Suona il campanello)
Madre: Lasciate, lasciate, vado io
(si alza e va ad aprire la porta)
Padre: Mai che si possa mangiare in pace. Noi lavoratori poi! Che ne abbiamo così diritto!
(la porta si apre e si intravede un prete, ma i commensali non si scompongono. Una volta aperta la porta coloro che sono a tavola abbassano la voce e si immergono in discussioni futili fingendo di desinare)
P.Ralph: Buonasera signora, sono Padre Ralph, l'esorcista!
Madre: Che? L'estetista? Non vede che ha trovato la donna sbagliata? Io già ci vado dall'estetista! (con aria seccata la madre si sistema i capelli)
P.Ralph: Ma no! Che ha capito? Io sono l'esorcista! Faccio potenti esorcismi!
Madre: Come? Un farmacista? Vende unguenti e gargarismi? No! No! No! Non vogliamo nulla, so io cos'è lei: uno di quei vucumprà travestito da farmacista, ma si vergogni! Se ne vada! (gli sbatte la porta in faccia e si risiede a tavola )
Padre: Chi era?
Madre: Era il solito marocchino che vende forcine, si spacciava per un farmacista vestito da prete... mah!
Madre: (suona un campanello) Può portare il consummè.
(arriva la colf con la pentola della minestra, va prima dal parroco che fa segno di versare ancora, poi passa al preside che tira fuori le circolari e le imbeve nella minestra del suo piatto. poi versa agli altri, quando passa vicino al padre questo le da' una pacca decisa sul sedere) A me pochissssimo che devo rimanere in linea (la colf passando dietro la madre le fa la corna, e alla fine la nonna si tiene la pentola dalla quale mangia, Paolo è rimasto a bocca asciutta. La madre tenta di mangiare con grazia col cucchiaio, la nonna genera rumori sgradevoli sbrodolando).
Padre: E' buona la minestra? (Paolo fa gesti di stupore)
Preside: Certo, a volte ritengo meglio giocare con il 4.2.4 piuttosto che con il catenaccio, benché anche le tre punte ... (Paolo fa gesti di meraviglia)
Marietto: Anch'io celebrerei una messa alle 4 , 24 ... E lei signora?
Madre: Naturalmente. Gli ori a 24 carati di Rocco Bicocco sono sempre i più belli.
Nonna: A voialtri Ghe voria n'altra guera ... E magnar sua gaveta.
(Ad ogni battuta Paolo accentua i gesti e le mimiche di dissenso e sconforto e all'ultima battuta si dimostra al massimo dello sconcerto. Rientra la colf e incomincia a raccogliere i piatti, chinandosi sulle spalle dei commensali. Don Marietto ed il preside si mostrano particolarmente attratti dalle grazie della medesima che quando passa a fianco del padre gli tocca il sedere)
Madre: Paolo è così pallido ultimamente forse dovrei fargli fare qualche seduta di lampada UVA?
Marietto: UVA? ... (mentre tira fuori il breviario) se avete finito il vino posso tentare di trasformare l'acqua in vino ... Anche se non mi riesce sempre. (e incomincia a benidire la caraffa i commensali si fanno il segno della croce, tranne Paolo che ride tra sé)
Preside: Secondo le statistiche del Ministro della pubblica istruzione Paolo ha la probabilità del 92,5% di essere promosso.
Nonna: Per deventar omeni bisogna far il soldà ... E andar a femene ...
Padre: Certo che quando Paolo sarà laureato farà una bella carriera ...
(Paolo mentre parlano accompagna ogni battuta con un'azione: alza la mano, poi tenta di farsi ascoltare battendo le mani)
Paolo: Bravi ,bravi, (applaude) bis continuate così, davvero interessante! Istruttivo soprattutto, che bei discorsi. Ma guardatevi! Vi nascondete con i buoni propositi, e vi fate forti del vostro ruolo, ma dietro a questo cosa c'è?
Tu (si rivolge al padre) che fingi di fare il padre, che ti dichiari uomo forte e
determinato, e ti fai sottomettere da tutti! E tu (si rivolge alla madre) che sprechi il tuo tempo in inutili occupazioni, come se fossero cose vitali. E tu (si rivolge al preside) preside che vorresti essere una guida, un faro per i tuoi allievi, riesci a dialogare in realtà solo con le tue circolari. E tu (si rivolge al prete) che dovresti preoccuparti prima di tutto della tua anima, che di quella degli altri!
(si chiudono le luci e Paolo si rivolge al pubblico, si accende la luce su di lui. Paolo si allontana dai personaggi e cammina su una pedana che si allunga tra il pubblico)
Paolo: Non posso credere che nella vita esistano solo due alternative: fare il barbone onesto e coerente, oppure essere come loro: (e li indica) inconcludenti, ipocriti e disposti a qualsiasi compromesso. C'è un'altra via, e io sono disposto a lottare per trovarla, non lasciate che questa luce si spenga.

(la luce si spegne e poi si illumina il teatro)


FINE



Ideato e scritto all' I.T.I.S. G.Galilei di Conegliano, anno 1997/1998.
Autori: Santin, Miraval, Tonon, Pinese, Fontana.
Coordinatori: Proff. Marsigli Anna Rosa, Caniato Antonella

   è una iniziativa didaweb/graffinrete