IL GIARDINO DALL'ANTICHITA' AL MEDIOEVO
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IL GIARDINO DALL'ANTICHITA' AL MEDIOEVO


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Sono pochi gli scritti che indagano le lontane origini di uno dei topos più desiderati nella nostra epoca: il giardino. Un luogo prezioso, ambito, disegnato, curato e vissuto, che ha avuto nel tempo molte trasformazioni, ha seguito filosofie e religioni, ha soddisfatto capricci. Ancora oggi, il geranio sul balcone manifesta il bisogno di un contatto quotidiano con la natura, benché artificiale, e, in senso lato, il desiderio inconscio di ricreare quella pergola sotto la quale ci si incontrava o quel percorso che raccoglieva i pensieri. L’associazione culturale Larici ha pubblicato uno studio approfondito sull’argomento: qui si propone uno stralcio dell’introduzione.



Con "giardino" (dal francese jardin, derivato dal franco gart o gard, che significa recinto) si intende generalmente un appezzamento di terreno di non grandi dimensioni in cui si coltivano piante e fiori ornamentali per creare un angolo di pace e delizia, che, un tempo, sovrani, pontefici e nobili si costruivano per il riposo e la tranquillità personale. In realtà, le più antiche descrizioni presentano il giardino come orto o verziere, quindi con scopi prettamente utilitaristici. I primi scritti risalgono ai Sumeri: nel 3000 a.C. fissarono, con la loro scrittura cuneiforme, le ricette con le piante medicinali su delle tavolette d'argilla.

Solo nell'antica Roma, in epoca imperiale, il giardino cominciò ad assumere le caratteristiche che oggi gli diamo. Più tardi, nell'Alto Medioevo, il giardino diventò un luogo di meditazione e ritiro spirituale e, durante l'Umanesimo e il Rinascimento, quando nacquero le città-fortezza in cui sorgevano palazzi chiusi, il giardino fu destinato all'ozio e al riposo e divenne una parte essenziale dell'abitare.
Nell'immaginario comune, al giardino come luogo privato, si associano altre peculiarità, quali il legame con un edificio, di cui il giardino è espansione all'aperto, o con l'aggregato urbano, la dimensione limitata per poterlo attraversare a piedi, la prevalenza delle aree artificialmente sistemate (aiuole, piattabande di fiori, piazzali, sentieri, bacini di acqua) rispetto a quelle lasciate allo stato naturale, la presenza di piante, alle quali si attribuisce particolare valore decorativo, e, infine, l'esistenza di un disegno percepibile e rappresentabile, spesso basato su impostazione e forme geometriche. La pianta riconoscibile, gli elementi architettonici durevoli (terrazze, scalinate, fontane, statue), gli scritti, le stampe e i dipinti antichi pervenutici ne hanno facilitato, a distanza di secoli, la ricostruzione del volto originale.

Ogni cultura e religione, sia occidentale che orientale, ha attribuito al giardino, globalmente e nelle sue parti, importanti valori simbolici che si sono perfettamente uniti al desiderio dell'uomo di raffigurare il proprio ideale di giardino con la domesticazione estetica e la collazione selezionata della natura.
Nel suo insieme, il giardino simboleggia il paradiso perduto e il luogo di letizia nell'aldilà; nel particolare, le piante rappresentano personificazioni divine e poteri magici (palma, sicomoro, loto), virtù, aspirazioni e sentimenti umani (alloro, mirto, ulivo, vite, edera, quercia), la presenza dell'acqua (fonte, pozzo o cascata) evoca il fluire e rinnovarsi della vita in senso materiale e spirituale. Pietre e rocce sono simboli, nei giardini cinesi e giapponesi, della forza creatrice della natura.
Tuttavia, lo studio dell'evolversi del giardino nella storia non può essere scisso da altre indagini, come ha scritto Vittoria Ghio Calzolari: "Il giardino, come ogni creazione umana, è legato ai valori estetici, sociali, economici di una data cultura e non è possibile tracciarne una storia prescindendo dall'evolversi del rapporto uomo-natura, città-campagna, lavoro-tempo libero ecc. Anche nelle forme di giardino (come quello medievale), apparentemente scisse dal contesto urbano e agricolo, esiste un rapporto biunivoco. In altri casi (giardino italiano e francese) ciò che viene normalmente chiamato giardino è solo parte di un continuo, costituito dal più vasto parco e dalla campagna circostante, e può essere capito solo in questo contesto. Inoltre in ogni società è esistita una pluralità di tipi di sistemazioni a verde, a uso decorativo o di svago, pubblico o privato, legate a residenze principesche o a modeste abitazioni: tra queste si suole assumere come rappresentativo di ogni epoca un modello ideale, che normalmente coincide con le sistemazioni a giardino tipiche delle abitazioni della classe dominante nel paese che, in quell'epoca, era in fase di egemonia economica, culturale, politica (giardino babilonese, egiziano, greco, romano, arabo, italiano, francese, inglese)".

La trattazione prosegue approfondendo:
Il giardino dell’Eden
Il giardino dell’antico Egitto
I giardini cinese e giapponese
I pairadaeza persiani
Il locus amoenus dell’antica Grecia
L’hotus romano
Il giardino islamico
L’hortus conclusus e l’hortus deliciarum medioevali
e si conclude con un accenno alle prime tipologie rinascimentali italiane.

In: pubblicazioni larici.


http://www.larici.it/architettura-ambiente/storia/giardino.htm



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