25 agosto 2004, La Gazzetta di Reggio
"Bisogna investire sulla formazione degli stranieri - Della Bossi-Fini le prime cose da cambiare sono lo spirito della legge e del dibattito tra le forze politiche". Lo afferma la reggiana Anna Maria Artoni, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria e vicepresidente di Confindustria.
“Già due anni fa – spiega la Artoni – durante il dibattito che anticipò l’approvazione della legge, noi giovani imprenditori denunciavamo che l’immigrazione era stata la protagonista mancata della globalizzazione. Avevamo assistito sia allo spostamento di merci sia di capitali, ma non di persone”. L’approccio al problema immigrazione, sostiene la Artoni, “è rimasto sempre provinciale e passivo, orientato più dal timore dell’immigrato che dall’occasione di cogliere delle opportunità che altri paesi, ad esempio Stati Uniti e Gran Bretagna, hanno saputo sfruttare attraendo non solo braccia, ma anche cervelli. Mentre l’Italia si trova con il problema opposto: quello della fuga dei cervelli”. Politicamente, la Artoni segnala i punti deboli della legge su cui occorre intervenire: “Occorre abolire le quote d’ingresso e orientare i flussi migratori secondo l’elementare legge della domanda e dell’offerta. Bisogna puntare sull’integrazione, che vuol dire investire sulla formazione degli immigrati che entrano nel nostro Paese. Dobbiamo insegnare loro la nostra lingua, puntare sull’educazione civica, offrire un solido sistema di welfare e di diritti, tra cui anche la cittadinanza e il ricongiungimento familiare”.