Chi aveva detto che andava a bombardare l'Afghanistan per liberare le
donne dal burqa? Non solo Bush non le ha liberate dall'ingombrante
fardello ma ha garantito il potere ai signori della guerra che, tra
l'altro, mettono a tacere le donne eliminandole fisicamente. Due
giornaliste afghane sono state assassinate in una settimana. L'ultima
della lista è Zakia Zaki, di Parwan, a nord di Kabul, direttrice di
Radio pace. Ma chi ha aiutato Zakia a realizzare l'emittente, che dà
voce alla gente comune e alle donne, non ha potuto proteggerla da chi
non vuole la pace e non vuole riconoscere i diritti delle donne. E non
sono solo i taleban. Peraltro Zakia aveva iniziato il suo lavoro di
giornalista prima ancora della caduta dei taleban: Parwan era sfuggita
al controllo degli studenti di teologia. Ma la giornalista, che insieme
alla libertà di espressione difendeva il diritto allo studio delle
donne (negata per legge dal presidente Karzai a quelle sposate), era
anche direttrice di una scuola a Jabal al Siraj. E soprattutto, durante
i lavori della Loya Jirga (il parlamento, che allora era una sorta di
costituente) nel 2003, aveva denunciato i crimini dei signori della
guerra.
Un gesto imperdonabile. Che è costato l'espulsione dalla Loya Jirga a
un'altra giovane donna coraggiosa, Malalai Joya, eletta nella provincia
di Farah. Dopo essere stata picchiata e minacciata di stupro
all'interno del parlamento, è stata espulsa (per aver paragonato la
Loya Jirga a uno zoo), ora non può lasciare il paese e rischia di
perdere la protezione. Quel che potrebbe succedere è facilmente
immaginabile.
Malalai come Zakia, e altre donne che ci hanno fatto conoscere un
Afghanistan diverso da quello dei signori della guerra e della droga,
sembrano non avere cittadinanza nel proprio paese. Il pretesto della
guerra al terrorismo lanciata da Bush ha legittimato un regime
sanguinario, fondamentalista e corrotto (purtroppo sostenuto anche
dall'Italia, con l'esercito e lauti finanziamenti) che non ha nulla a
che vedere con le aspirazioni del popolo afghano, che pure aveva
sperato in un aiuto dell'occidente. Abbiamo bisogno di una protezione
per non essere eliminati, ci ha detto recentemente Malalai Joya,
auspicando però un ruolo diverso dell'occidente con un'assunzione di
responsabilità da parte dell'Europa per porre fine all'aggressione
americana.
Se l'uccisione di Zakia dimostra l'efferatezza con cui gli ex mujahidin
continuano a combattere la loro «guerra santa» (più per il potere che
per dio) non meno allarmante è l'assassinio di Shakiha Sanga Amaaj, 22
anni, conduttrice della tv privata Shamshad, che sarebbe stata uccisa
per aver rifiutato una proposta di matrimonio.
E' l'altra faccia della medaglia: le donne non possono scegliere,
vengono date in sposa giovanissime e se hanno la possibilità di
rifiutare vengono uccise, altrimenti, spesso ricorrono al suicidio.
Sono centinaia i casi ogni anno. Il suicidio è l'ultima scelta per una
donna che non ha altro modo per sfuggire agli abusi, ammette Sima
Samar, presidente della Commissione indipendente per i diritti umani,
già accusata di apostasia.