PROFILI DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI NELL'EUROMED

Premessa

I Ministri degli Esteri dellĄŻUnione Europea hanno avviato da tempo un dialogo costante con i Ministri degli Esteri dei 12 paesi mediterranei nellĄŻambito degli incontri previsti per lo sviluppo degli accordi seguiti alla Dichiarazione di Barcellona e rivolti ad assicurare che il processo di partnership euro-mediterranea si muova decisamente nella direzione dello sviluppo e della protezione dei diritti umani in quella regione,attraverso lĄŻelaborazione di chiari principi nella redazione definitiva della Carta per la Pace e la Stabilit¨¤ e attraverso un concreto programma di lavoro sui diritti umani in tutta la regione.

Occorre,anzitutto,ricordare brevemente le tappe fondamentali sin qui percorse per il consegui mento di tale fondamentale obiettivo.

1.La Conferenza di Barcellona e la tutela dei diritti dellĄŻuomo

Nel novembre del 1995,con la Conferenza di Barcellona e la successiva Dichiarazione di Barcellona, fu stabilita una Partnership Euromediterranea (PEM) fra i 27 Ministri degli Esteri dei paesi dellĄŻUE, del Nord-Africa e del Medio Oriente.

Oltre ai 15 paesi dellĄŻUE i membri della Partnership sono Algeria, Cipro, Egitto, Israele,Giordania,Libano Malta, Marocco,Autorit¨¤ palestinese,Siria,Turchia e Tunisia,mentre la Libia si ¨¨ riservata lo status di osservatore.

La istituita partnership dovrebbe consentire,secondo gli accordi,di giungere alla realizzazione di unĄŻarea di libero commercio e scambio per lĄŻanno 2010.

La Dichiarazione di Barcellona e il successivo Programma di lavoro prevedono lo sviluppo della partnership sotto tre aspetti:

a.partnership politica per la sicurezza e la difesa;

b.partnership economica e finanziaria;

c.partnership sociale e culturale per i temi dellĄŻeducazione, la cultura, la salute, ecc. e per combattere insieme il terrorismo, il traffico di droga, e la criminalit¨¤ internazionale.

La Dichiarazione di Barcellona ha,inoltre,sancito la responsabilit¨¤ collettiva dei Paesi del Mediterraneo al fine di garantire,da parte di tutti i Paesi membri,

 "il rispetto dei diritti umani e delle libert¨¤ fondamentali Ą° e Ą°lĄŻeffettivo e legittimo esercizio di tali diritti e libert¨¤, compreso la libert¨¤ di espressione, di associazione per scopi pacifici, e la libert¨¤ di pensiero, coscienza e religione,sia individualmente sia con altri membri dello stesso gruppo, senza alcuna discriminazione basata sulla razza, la nazionalit¨¤, la lingua, la religione o il sesso".

Pertanto, i 27 paesi della PEM,nel riconoscere "il contributo essenziale che la societ¨¤ civile pu¨° fornire al processo di sviluppo della Partnership",si sono impegnati a rispettare alcuni principi generali in materia di diritti umani.

Nonostante queste positive intenzioni e le dichiarazioni di principio sottoscritte,i Paesi della PEM devono ancora oggi concordare un concreto programma di lavoro sui diritti umani.

Non esiste,infatti, allo stato alcun meccanismo per monitorare lĄŻosservanza del rispetto di tali diritti o per reagire contro la loro violazione.

Ci¨° nondimeno,a partire dalla Conferenza di Barcellona,numerose sono state le richieste e le raccomandazioni pervenute da pi¨´ parti ai governi dellĄŻUE per chiedere che sia stabilita una agenda dei diritti umani allĄŻinterno degli accordi di partnership.

 

Mario Pavone (Presidente Animi)

 

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