Degrado a Pomezia

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 23.11.2012

Degrado a Pomezia

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2 commenti

I commenti

  1.    - 24-11-2012

    Con l'emanazione del D.Lgs. 267/2000, sono state definite ed ampliate rispetto al passato le mansioni svolte dal sindaco in qualità di capo dell'amministrazione locale (tutte le ipotesi delineate dall'art. 50), mentre, quale ufficiale del Governo, egli interviene soltanto quando sia necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini (art. 54 comma II), e nei casi di emergenza, connessi con il traffico e/o l'inquinamento atmosferico o acustico o in altre circostanze straordinarie (art. 54 comma III), ….
    Via Fellini. Si interrogano gli abitanti del posto, quelli che ambiscono ad avere un po’ di tranquillità, di sicurezza, quelli che vorrebbero uscire da questo stato di degrado, quelli che ambiscono ad avere una vita normale, quelli che credono nel rispetto della persona, nell’amore del loro territorio e nel contrasto ad ogni forma di illegalità, quelli che in questi anni hanno perso la dignità per questo vivere incivile. La dignità è quella forza che ti da l’autostima e che ti aiuta a vincere le battaglie più dure. I cittadini di via Fellini si domandano, questo è un caso straordinario? E’ un caso che può smuovere le coscienze dei sindaci di Roma e Pomezia, o dopo 5 anni ci vogliono lasciare ancora nella merda, perché viene considerato un caso ordinario?
    L’ambiente e la residenza sull’ansia e sull’insicurezza
    La sensazione di ansia che si prova quando si pensa di poter essere derubati o aggrediti non è solamente in ragione degli indici di criminalità reali; le preoccupazioni e la paura sono influenzate anche da altri fattori quali la percezione della probabilità che tale evento si realizzi e il timore di conseguenze anche gravi. Questo sta a significare che non è tanto la vittimizzazione diretta, quanto quella indiretta ad essere una variabile fondamentale per la percezione di insicurezza. Per vittimizzazione indiretta si intende il grado di criminalità deducibile dalle informazioni circolanti nella comunità, attraverso le dicerie che rinforzano le informazioni trasmesse dai mass media. Il senso di insicurezza non può essere ridotto a una sola variabile, ma concorrono nel definirlo una serie di fattori concatenati e interdipendenti, fattori non solo oggettivi, relativi al contesto, ma anche soggettivi, che riguardano la percezione sociale.
    La paura del crimine è uno stato di agitazione o ansia rispetto alla propria incolumità fisica e dei propri beni. Questa si manifesta non soltanto nel reale momento di pericolo, ma anche come reazione a un pericolo che è solo potenziale, generato dalla possibilità, di per se impossibile, di rimanere vittime. Per questo bisogna tenere sempre in considerazione l’ambiente di residenza dell’individuo.
    L’ambiente e il senso di frustrazione da parte di inquilin del grattacielo e da gente degli altri stabili
    “Sono mesi che denunciamo il furto di energia elettrica adibita ai servizi dei fabbricati, da parte di alcuni inquilini. Costi che ricadono direttamente sui nostri bilanci familiari, e noi non navighiamo nell’oro”

    “Sono state fatte denunce alla Magistratura, ai Carabinieri, alla Finanza, a tutte le Forze dell’Ordine senza alcun esito. A quale Santo dobbiamo rivolgersi?”

    “Chiediamo alle Forze dell’Ordine e ai Magistrati di uscire da questo stato di torpore affinché possano decidere se far smettere questo stato di illegalità”

    La microcriminalità è una battaglia che si poteva vincere, ma non con i sussidi, ma con l’inserimento lavorativo. Il lavoro si erge come importante fattore di contrasto all’emarginazione, nel momento in cui ci permette di adottare un ruolo, scoprire la dignità del nostro essere, vivere l’esperienza di un’identità positiva. La dimensione lavorativa concorre a formare l’idea che abbiamo di noi e struttura la nostra vita, riempie di senso la quotidianità e stabilisce un legame tra noi stessi e il mondo esterno, favorendo la rinascita della persona e la scoperta di una propria progettualità esistenziale. Il lavoro favorisce l’acquisizione di regole e norme ed ha una profonda valenza educativa nel momento in cui diviene punto cruciale dove essere se stessi, raccordandosi però con le esigenze degli altri. Accresce il senso di responsabilità ed è occasione di crescita e maturazione. Una opportunità che si da a questi giovani che non vanno lasciati soli, vanno costruiti progetti personalizzati. Ma queste persone vanno seguite, il percorso va monitorato, magari con la ASL quando si tratta di soggetti che fanno uso di droga. Una battaglia che si doveva vincere e lo si può ancora vincere, ma servono le palle ma non con l’obiettivo di qualcosa di “ritorno” in termini di voto. Si sono persi cinque anni!

    Devevano essere i servizi socio assistenziali a vincere questa sfida, come è avvento al Laurentino 38 o Spinaceto a suo tempo, non i politici di turno che si sostituiscono al Servizio per un solo scopo, quello del voto, quello del voto di scambio: reato penale!

    Una massa di voti che viene manipolata e gestita a piacimento con un semplice messaggino SMS e magari la si gratifica con una festa popolare.


    Un esempio da imitare: il Laurentino 38
    L'insediamento nel quartiere avvenne verso la fine degli anni '70 e, per risolvere la situazione dei baraccati alla periferia di Roma, il Comune, attraverso lo IACP, pensò di assegnare loro buona parte dei nuovi alloggi.
    Furono pertanto sfollati dalle baracche e trapiantati bruscamente in una nuova realtà abitativa e sociale spesso, quasi senza preavviso, mediante dei camion del comune che avevano il compito di raccogliere quelli ed i loro beni e "scaricarli" letteralmente nel nuovo quartiere. Ovviamente questo fu un miglioramento netto della loro condizione, fatto in sè certamente positivo ed encomiabile, però è anche chiaro che a molta di questa gente mancava necessariamente la "cultura della casa" non avendone mai avuta una, e non era dunque in grado, da un giorno all'altro, di occuparsene e di mantenerla efficiente.
    A questo si deve inoltre aggiungere che all'epoca dell'insediamento il quartiere era, per la maggior parte, privo dei servizi da quelli essenziali come strade asfaltate, acqua corrente, fognature ed elettricità a quelli sociali, vale a dire un centro servizi, una centrale di Polizia, un consultorio, un centro per anziani, strutture per handicappati, centri sportivi e soprattutto - forse la carenza più grave - le scuole. Questa situazione si protrasse per alcuni anni e quando in parte alcuni di questi servizi vennero attivati si era già arrivati ad un avanzato stato di degrado, ad una " cultura dell'abbandono ": si può dire che il destino del quartiere forse si è giocato tutto in quei primi difficili anni.
    Oggi i Servizi Sociali, che sono i servizi cardine di tutti i servizi socio-assistenziali presenti in quel territori, forniscono un sistema integrato, gestito oltre che dai soggetti pubblici anche dal Terzo settore, dalle Associazioni che hanno un legame stretto con il Municipio.
    La Consulta per i problemi dei cittadini disabili del Municipio XII è una realtà che funziona, controlla l’inserimento dei ragazzi a scuola e si siede a tavolino con i responsabili della scuola. Istituita 11 anni fa in conformità all'articolo 7 dello Statuto del Comune di Roma assolve il compito di proporre e stimolare la realizzazione di tutte le iniziative necessarie volte a garantire il rispetto dei diritti del cittadino disabile. E’ una realtà che funziona, la famiglia non viene lasciata sola. C’è stata volontà politica per risolvere il problema del degrado.
    Lo stato del fabbricato

    Da un sopraluogo effettuato dall’Arch. Giuseppe Cognale del Comune di Pomezia, in data 26/07/2006 si accertava lo stato di deplorevole abbandono da parte della proprietà. Ancor prima, in una visita effettuata il giorno 20/07/2006 si constatava
    1) Le parti esterne dell’edificio, aiuole, cigli, percorsi carrabili e pedonali, impianto di illuminazione, sono in stato di abbandono.
    2) Le parti condominiali sottostante le residenze dell’edificio sono in stato deplorevole
    3) Le medesime parti sottostante le residenze, destinate ai servizi condominiali e parcheggi per le auto, locali tecnici, ecc., non utilizzati dagli assegnatari degli alloggi, sono in pessime condizioni di conservazione e presumibilmente, di non funzionamento dei meccanismi di sicurezza quali antincendio ed altro.
    4) Le parti sottostanti il solaio degli alloggi sono ridotte a pezzi
    5) Nella facciata in corrispondenza del sottopassaggio delle auto, oltre alla mancanza della segnaletica indicante la massima altezza da rispettare, sono presenti alcune fessure. Inoltre nel solaio fiancheggiante il medesimo percorso presenta un importante imbarcamento di alcuni centimetri

    Manutenzioni apportate dopo questo sopralluogo: nessuna Lo stabile nel frattempo ha subito due incendi, uno nella parte sottostante l’edificio per via di una bombola di gas e l’altro in un appartamento della scal G (Bper Pomezia) dove hanno rischiato di morire madre e due figli. Dell’impianto antincendio (obbligatorio) al pianerottolo c’era solo la manichetta. Mancava il meglio: l’acqua, perché non esiste più l’autoclave.

    Vigili del Fuoco

    Esposto presentato dal Comitato Inquilini di via Federico Fellini, n° 9 scale F, G, H, I - in data 16/03/2007.

    “Trattasi di un fabbricato con altezza in gronda superiore a 24 metri, con annesso al volume un’autorimessa composta di due piani, interrato e piano terra con parcamento superiore ai nove autoveicoli. L’intero stabile versa in stato di degrado. Esiste impianto antincendio nell’autorimessa e nei vari piani delle scale, da cui non fuoriesce l’acqua. Nell’autorimessa non c’è presenza di mezzi di estinzione portatili.
    Agli atti di questo ufficio non risultano richieste di rilascio di CPI né di Parere di Conformità per nessuna attività.

    Ancora: […] Nelle more di cui sopra l’autorimessa e l’edificio di civile abitazione sprovvisto di CPI a parere di questo Comando non può essere esercita.

    Conclusioni: invio da parte della Romeo Gestioni S.p.A. una lettera di diffida all’utilizzo sia delle cantine che dell’autorimessa, dimenticando tutto il resto. Un gesto ipocrita da Ponzio Pilato, perché era evidente che nessuno l’avrebbe rispettato.

  2.    - 24-11-2012

    Il degrado di via FELLINI 4

    A proposito degli articoli pubblicati sul Caffè Litorale e Il Messaggero, a firma di Moira Di Mario, credo sia d’obbligo fare alcune precisazioni e nel contempo, avere spiegazioni dagli Organi preposti al controllo e a reprimere questi tipi di reato. . Spero con questa mia lettera di riuscire a chiarire l’arcano dei box abusivi e sui rilievi e sopralluoghi effettuati sia da dalla ROMEO Gestioni che dagli altri Enti.
    Mi risulta da corrispondenza anonima arrivata per posta, che in merito alla costruzione abusiva dei box una prima denuncia anonima fu fatta nel mese di maggio esattamente il giorno otto maggio 2009 indirizzata al Comune di Pomezia. Una seconda denuncia con data 06/07/2009 indirizzata a: Carabinieri di Pomezia, Polizia locale di Pomezia, Procura della Repubblica, Romeo Gestioni Roma,’ in questa lettera si denunciava quanto segue:
    “Alcune persone abitanti nell’edificio (omissis) di Via Federico Fellini n. 4 hanno eseguito dei lavori nei garage utilizzando transenne metalliche ostruendo il passaggio pedonale e collegandosi abusivamente prelevando energia elettrica condominiale per poter utilizzare dei frigoriferi atti a contenere il ghiaccio per essere utilizzato nella preparazione delle granite per essere vendute sulla spiaggia senza alcuna osservanza delle piu’ elementari norme di sicurezza e igiene. Essendo tali persone poco raccomandabili e note alle forze dell’ordine evito di espormi personalmente per paura di eventuali rappresaglie nei miei confronti”.
    Tramite il protocollo generale del Comune di Pomezia, l'Ufficio delle Politiche Abitative del Comune di Roma inviava una missiva, in cui Codesto Settore affermava, che loro personale tecnico, appositamente inviato sui luoghi teatro delle vicenda, aveva riscontrato la veridicità dei contenuti degli esposti e in particolare aveva acclarato gli evidenti abusi edilizi, messi in opera nei locali garage dello stabile di proprietà del Comune di Roma, siti in via Federico Fellini, n. 4. Il tutto veniva peraltro trasmesso con preghiera di intervento, correlato da numerose fotografie.
    A questo punto, poiché persisteva e per quanto in mio sapere persiste a utt' oggi detto stato dei luoghi, sarebbe interessante per i cittadini di Pomezia (se non perla Magistratura) sapere quanto veniva posto in essere dalla Polizia Municipale quale Organo di P.G. competente sia territorialmente, che per materia.
    L'assenza di sigilli, cartelli di avviso di locali e manufatti sottoposti a sequestro giudiziario e di quant'altro viene solitamente esperito dalla Polizia Municipale, nei casi di rilevamento di abusi edilizi, lasciano spazio in alcuni maligni, ( e io non lo sono, nonostante che un noto proverbio dica che a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca), per perplessità e forti dubbi in ordine alla legittimità dell' operato di tale Istituzione che, contrariamente, per senso di giustizia e pari opportunità, si invita a fornire una sua versione dei fatti.

    ROLANDO ALBERTO BORZETTI






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