BULIMIE: Dalle abbuffate virtuali alla sobrietà dell'informazione

Di Rolando Borzetti - Convegni - 10.11.2011

Comunità di Capodarco - Agenzia Redattore Sociale

 Presenta:

Redattore Sociale 2011

XVIII Seminario di formazione per giornalisti a partire dai temi del disagio e delle marginalità

 www.giornalisti.redattoresociale.it

BULIMIE

Dalle abbuffate virtuali alla sobrietà dell'informazione

Comunità di Capodarco di Fermo, 25-27 novembre 2011

ISCRIZIONI (entro il 18/11)         BORSE DI STUDIO     RELATORI

Intasano il cervello, provocano sazietà illusorie; e sono ugualmente difficili da “curare”. Sono le molte, moderne bulimie legate alla comunicazione: a come informiamo e a come siamo informati.

Dentro i vari spazi virtuali, nel rumore informativo di sottofondo, ci nutriamo in modo sempre più compulsivo di poche notizie rimasticate all’infinito, di “tempo reale”, di cronaca frammentata o seriale, di dichiarazioni, opinioni, indignati commenti anonimi. E poi di curiosità, trash, gossip, simboli, tendenze, e pubblicità...

Una abbuffata quotidiana che è, a sua volta, effetto e causa di bulimie di altro tipo, ben più radicate e oramai architravi della nostra pseudo convivenza civile: la bulimia del consumismo (anche spirituale, con un’ondata inarrestabile di trascendentale d’accatto), dei dogmi della “legge del mercato” e della crescita che non ha alternative, della “visibilità”, del narcisismo, della difesa dei privilegi e delle rendite di posizione.

Ciò interessa più o meno tutti, ma pone un grave problema ai giornalisti, i più esposti e spesso le prime vittime delle nuove bulimie, che d’altra parte contribuiscono ad alimentare e tenere vive. Come difendersi? Come mantenere in funzione il filtro dello spirito critico?

Nella diciottesima edizione del seminario di Capodarco, e nel decennale dell’Agenzia Redattore Sociale, cercheremo di analizzare la forza e i punti deboli del fenomeno, evitando la demonizzazione delle nuove tecnologie e ragionando di eccessi. Per capire se sia possibile una nuova sobrietà nella vita quotidiana, ma anche nel consumo e nella produzione di informazione.

PROGRAMMA

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