Traguardi di inclusione scolastica: disabilità, BES e DSA

Orizzontescuola del 16/09/2022

La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 seguita dalla Circolare n° 8/2013, pone l’accento su quelle problematiche della vita di un alunno che non rientrano sotto l’etichetta di patologia clinica, certificata dalla legge 104/92.
Bisogna, all’interno della scuola, prestare più attenzione anche a tutti quei casi che non sono certificati da una diagnosi medica, come accade per gli studenti affetti da DSA (disturbi specifici dell’apprendimento (legge 170/10) e quelli con disabilità (legge 104/92).

Ma chi sono gli studenti con BES?

La nuova normativa in atto completa la via del diritto all’inclusione scolastica per tutti gli alunni. La direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012, ha ribadito la volontà di disegnare e di delineare una precisa strategia inclusiva nella scuola italiana, che si inserisce in modo significativo sul percorso di inclusione scolastica e di realizzazione del diritto all’apprendimento per tutti gli alunni in difficoltà. In effetti oggi è crescente il numero degli alunni che, in maniera continuativa o saltuaria e per svariati motivi (fisici, sociali, psicologici) si trova in difficoltà di apprendimento, di sviluppo, di abilità e competenze, nonché problemi di comportamento, che possono portare ad abbandoni e pluri-ripetenze. Si sposta così l’attenzione dei casi di disabilità, certificati dalla legge 104/92, all’analisi dei bisogni di ciascuno studente e si riconosce a tutti gli studenti, in difficoltà diagnosticate ma non certificate, il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento.

Un alunno può avere dei disturbi specifici di apprendimento, anche lievi, che può superare grazie ad una metodologia didattica e pedagogica più adatta alle sue esigenze e ai suoi bisogni individuali.

Il panorama di disturbi di questo tipo, è molto ampio e non ben definito e non è contemplato interamente dalla legge 170/2010, che riconosce come DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento) la dislessia, la disgrafia, la disortografia, la discalculia.

Con il termine BES (Bisogni educativi speciali) non si designa un qualcosa di diverso dal solito, che devia dalla norma, e per questo motivo riconducibile a qualcosa di negativo, ma tutto quanto ha bisogno di competenze e risorse migliori, più efficaci, dunque speciali. Gli alunni che dimostrano di avere Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in possesso di una certificazione (2-3%) ma sono molto di più (10-15%).

Nelle scuole gli alunni con Bisogni Educativi Speciali con diagnosi psicologica o medica (disabili e DSA) coabitano con gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) senza diagnosi.


Ma chi rientra nella fattispecie di definizione di alunno con BES?

– La disabilità così come definita dalla legge 104/92.

– I disturbi evolutivi specifici a loro volta, includono i DSA con disturbi specifici del linguaggio, disturbi nelle aree non verbali (coordinazione motoria, disprassia); disturbi autistici lievi, deficit ADHD dell’attenzione e iperattività, (legge 170/2010).

– Lo svantaggio socio-economico, culturale e linguistico.

Lo scopo specifico del provvedimento legislativo è, infatti, l’attuazione dell’inclusione con maggiore tutela del diritto allo studio prevista nella legge 107/2015. Viene inoltre esteso a tutti gli studenti in difficoltà, il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi ai principi della legge 53/2003 che all’art. 1 così recita: “la scuola deve favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte della famiglia” e all’art. 2 “[…] promuovere l’approfondimento in tutto l’arco della vita e assicurare a tutti, pari opportunità […] di sviluppare la capacità e le competenze, attraverso le conoscenze e le abilità […] in coerenza con le attitudini e le scelte personali”.
Nel caso di disabilità e DSA, è necessario che sia presentata a scuola la certificazione e la diagnosi. In tutti gli altri casi sono i docenti, in modo autonomo, a proporre e ad individuare i bisogni educativi specifici degli studenti, sulla base di considerazioni didattiche e pedagogiche.

All’interno delle nostre classi, come è noto, esiste sempre una eterogeneità di studenti, ma noi veramente rivolgiamo il nostro insegnamento ad ognuno di loro? Come può la pedagogia speciale aiutare il docente in questa azione didattica inclusiva che non leda i diritti di nessun alunno?

Ognuno di questi studenti è una persona a sé, con un proprio retroterra culturale e sociale. È evidente che ogni tipo di esperienza pregressa ci forma e ci informa su quali siano le primarie necessità o bisogni di ogni singolo individuo. A tal proposito i bisogni, oggetto di attenzione da parte della pedagogia, sono tanti e sono stati studiati da diversi pedagogisti. Un esempio di bisogni è quello che ci viene fornito da A. Maslov nella sua piramide del benessere dove, la mancanza totale o parziale di uno o più elementi che la costituiscono, fa emergere il bisogno che deve trovare voce nella stesura del PEI. Maslov, infatti, nella sua piramide, individua ben cinque blocchi per il benessere della persona:

Morality, problem solving, creativity, spontaneity, acceptance of fact;
Self-esteem, confidence, achievement, respect of other, respect by other;
Friendship, family, sexual intimacy;
Security of body, of employment, of resources, of morality, of the family, of healt, of property;
Breating, food, water, sex, sleep, homeostasis, excretion.
La scuola in quanto agenzia educativa, deve intervenire per individuare i casi sospetti di BES. Il consiglio di classe è chiamato a rilevare le problematiche emergenti nell’esperienza scolastica, deve valutare poi l’esistenza di necessità educative non soddisfacibili con le tradizionali metodologie didattiche ed elaborare l’intervento personalizzato. Ovviamente si deve effettuare una osservazione mediante strumenti condivisi, recepimento di documenti quali diagnosi dei disturbi specifici di apprendimento, verbali di accertamento handicap, relazioni cliniche e altro. Si costruisce così una programmazione individualizzata che tenga conto dell’individuazione di una prima mappa generale dei bisogni seguendo una griglia secondo il modello concettuale ICF. Dopo, per la definizione del fabbisogno di risorse per l’individualizzazione, si esporranno le caratteristiche dell’alunno mettendo in evidenza: condizioni fisiche (malattie, situazioni cromosomiche); strutture corporee (mancanza di un arto…); funzioni corporee (deficit motori percettivi, visivi, di memoria); attività personali (capacità di apprendimento, di comunicazione…); partecipazione sociale (difficoltà ad assumere un ruolo rispetto ai vari contesti di partecipazione); fattori contestuali ambientali (famiglia problematica, scarsità di risorse); fattori contestuali personali (scarsa motivazione, autostima, reazioni emozionali eccessive).

Quali figure risultano necessarie ed indispensabili perchè tutto ciò possa risultare facilmente applicabile?

A tal proposito interagiscono quattro figure con specifiche funzioni derivanti da formazione acquisita e certificta:

Il referente d’Istituto, reperisce le informazioni, i materiali e fa da mediatore con la famiglia, con le associazioni e fa anche da supporto ai colleghi direttamente coinvolti.
I docenti, che operano per un’attenta prevenzione, segnalazione dei casi, individuano strategie di recupero dopo aver preso visione della certificazione diagnostica, producono una puntuale documentazione, si adoperano per creare forme di potenziamento individuando un aiuto compensativo con delle idonee misure dispensative e, alla fine, procedono ad una valutazione coerente. Nella loro attività non devono mai mancare gli incontri di continuità.
La famiglia, che opera una scelta di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra di far valutare il figlio, consegna alla scuola la diagnosi, condivide con la stessa un piano educativo e sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno
Gli alunni con BES o con DSA che hanno diritto ad una chiara informazione riguardo alla diversa modalità di apprendimento ed alle strategie che possono aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità.
Il tutto nell’ottica di un sostegno vicendevole e collaborativo per l’ottenimento del successo scolastico da parte di ciascuno degli studenti affidati all’azione educativo didattica in atto nella Scuola Italiana.

di Tony Caronna

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