Abuso' di bimbo autistico: 7 anni

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 13.07.2016

ROMA. Con sussulto di residua dignità ha voluto chiedere perdono per l'orrore inflitto a un bimbo autistico di nove anni, violentato per mesi nei bagni della scuola. Poi, terminato di scusarsi, Gino P. si è seduto ad ascoltare la sentenza con cui è stato condannato a sette anni di reclusione al termine del rito abbreviato. A pronunciare il verdetto, il gup Maria Luisa Tomasselli che ha sottratto un anno di pena rispetto agli otto richiesti dal pm Silvia Santucci. Sulla decisione relativa al piccolo sconto, ha influito il comportamento dell'imputato, apparso pentito davanti al macigno delle sue responsabilità. «Spero di ricevere un sostegno psicologico. Non so spiegarmi cosa mi sia successo», ha detto l'uomo prima dell'inizio della camera di consiglio. Quanto le parole siano state di circostanza, lo potrà soltanto stabilire il tempo. Rimane la gravità dei fatti che hanno condotto alla sentenza. L'uomo come ricostruito dall'accusa venne arrestato lo scorso 10 marzo mentre nella toilette dell'istituto «Bambini nel Mondo» di Cinecittà stava abusando del piccolo, incapace di comprendere fino in fondo l'inferno imposto dall'imputato. Quella in cui fu colto in flagranza, non fu l'unica circostanza in cui l'educatore incensurato e sposato con un figlio - sfogò le sue frustrazioni sul bimbo. Il calvario era iniziato almeno a dicembre del 2015, come ha ricostruito la procura. Il piccolo, tra l'altro, aveva a momenti alterni una parziale consapevolezza di cosa gli stava accadendo, tanto che in un'occasione arrivò a supplicare l'uomo di interrompere l'orrore. «Ti prego faccio il bravo faccio il bravo», lo implorò in un caso il bimbo, augurandosi di arginare le perversioni dell'orco. Infatti, nemmeno la pietà muoveva a compassione l'imputato. L'uomo, incapace di tenere a freno le sue pulsioni, secondo il Tribunale del Riesame, continuò impassibile ad abusare del bambino. Le modalità delle violenze sarebbero sempre state le stesse. L'educatore, che era riuscito a carpire la fiducia del corpo insegnanti, portava via il bambino dalle lezioni per poi condurlo nel bagno della scuola dove sostavano per ore.

di Giulio De Santis - Il Corriere della Sera del 13-07-2016
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