Una vergognosa ingiustizia perpetrata a un ragazzo disabile di Ragusa

P.F.   è un ragazzo disabile con “spina bifida”, che frequenta il terzo anno dell’Istituto “Galileo Ferraris” di Ragusa, non autonomo, costretto a deambulare sulla carrozzella  con la necessità di effettuare il cateterismo vescicale intermittente 5 volte al giorno, di  cui una volta durante la ricreazione dell’orario scolastico. Tuttavia, sebbene più volte richiesto, l’A.S.P. di Ragusa ha rifiutato l’assistenza, mandando a scuola un infermiere competente, che durante la ricreazione effettuasse il cateterismo vescicale intermittente, consigliando invece  di fare ricorso al cateterismo  “a sacca” durante l’orario scolastico o all’autocateterismo. Per tali motivi i genitori di P.F. si sono rivolti all’Autorità Giudiziaria per poter ottenere un diritto sacrosanto sancito e tutelato dalla Costituzione, dalla legge 104/92, dalla convenzione Europea dei diritti Umani e dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che sancisce una  concreta risposta ai bisogni delle persone disabili con un Welfare moderno ed inclusivo. La Convenzione ONU rappresenta uno strumento della comunità internazionale che segna valori e obiettivi per ampliare il grado d’inclusione sociale delle persone disabili, sancendo che la “persona” è sempre al centro del sistema socio-sanitario e riabilitativo. Infatti, l’art. 10 afferma il diritto alla vita delle persone disabili: “Gli Stati Parti affermano che il diritto alla vita è connaturato alla persona umana ed adottano tutte le misure necessarie a garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle persone con disabilità (…)”. Pertanto, con ricorso urgente ex art. 700 c.p.c., lo Studio Legale Santagati chiedeva al Giudice del lavoro del Tribunale di Ragusa la concessione di un assistente durante l’orario scolastico, che effettuasse il cateterismo intermittente; il Giudice del Tribunale di Ragusa si riservava e dopo 60 giorni e, non invece “entro cinque giorni” come previsto dal codice di procedura civile, rigettava il ricorso, proponendo il cateterismo a sacca durante l’orario scolastico. P.F. impugnava il provvedimento con reclamo al collegio, producendo una relazione del dott. Ivan Martines che rilevava gli effetti devastanti del cateterismo a sacca. L’A.S.P. di Ragusa, costituendosi in giudizio, proponeva in alternativa l’autocateterismo. Il Tribunale di Ragusa si riservava di decidere ed il quinto giorno disponeva  la nomina di C.T.U. affidando al dott. Cilia l’incarico di accertare se P.F. era in grado di poter effettuare “l’autocateterismo”. Quindi il C.T.U. provvedeva a descrivere la situazione clinica di P.F. rilevando che lo stesso aveva subito otto interventi chirurgici “quoad vitam” e non certo “quoad valetudinem” ritenendo impossibile che P.F. a causa delle sue condizioni fisiche, privo di stabilità ed equilibrio, potesse eseguire l’autocateterismo. Pertanto, il C.T.U dott. Cilia  rilevava  la necessità di assistenza infermieristica specializzata, durante la ricreazione, per effettuare il cateterismo vescicale intermittente. Tuttavia il Tribunale di Ragusa, in netto contrasto con logica e coerenza, senza minimamente accennare a quanto descritto e ritenuto dal dott. Cilia, medico professionista serio e competente (ha più volte presieduto la commissione medica per la determinazione dell’invalidità civile) rigettava la legittima richiesta di P.F., confermando la precedente cervellotica ordinanza che aveva previsto il cateterismo a sacca durante l’orario scolastico. L’Avv. Santagati ha già predisposto il nuovo ricorso per il giudizio di merito da intraprendere, purtroppo, dinanzi lo stesso Tribunale. La Giustizia, però, non si ferma a RAGUSA. La nostra Associazione non abbandonerà il giovane P.F. ed i suoi genitori sono determinati a tutelare un diritto  legittimo del proprio figlio sino in Cassazione o alla Corte Europea dei Diritti Umani, chiedendo l’intervento del Capo dello Stato, in qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Mattarella, persona sensibile a tali problematiche, potrebbe mettere fine a questa deplorevole sentenza, invitando l’A.S.P. di Ragusa a tutelare il legittimo diritto di un giovanissimo cittadino disabile.

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