Ex manicomi riconvertiti al Nord, abbandonati al Sud

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 17.06.2013

NAPOLI - Una banca dati sugli ospedali psichiatrici tra Ottocento e Novecento. Saranno presentati il 18 giugno i risultati dello studio condotto dalla Seconda Universitā, durante il convegno Memoria e futuro degli ex Ospedali psichiatrici, presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma. Finanziato con i fondi Prin 2008 e sviluppato con il coordinamento nazionale della Sun congiuntamente con i Politecnici di Torino e Milano e le universitā di Camerino, Palermo, Pisa e di Reggio Calabria, il progetto ha restituito un quadro complessivo unitario degli ex ospedali psichiatrici, fino ad oggi carente e frammentario. “Al Nord strutture riconvertite, al Sud lasciate al totale abbandono. Un patrimonio sprecato”, spiega la curatrice del progetto Concetta Lanza.

Circa ottanta gli impianti esaminati sorti o progettati sull’intero territorio nazionale, e numerosissimi gli articoli, le relazioni, i disegni e le foto d’epoca che hanno consentito di delineare l’intero corso dell’architettura manicomiale, dai suoi esordi nel XIX secolo fino alla legge Basaglia del 1978 e alla successiva chiusura delle strutture.“L’analisi diretta effettuata nel corso di questo studio č stata svolta su pubblicistica coeva e su fonti d’archivio inesplorate – ha spiegato Concetta Lenza, ordinario di storia dell’architettura alla Sun e coordinatore nazionale del Prin – rilevando inoltre consistenza, condizioni urbanistiche e di tutela, destinazioni d’uso e stato di conservazione di complessi in larga parte defunzionalizzati e che invece si propongono, per dimensione e posizione, quali risorse strategiche negli attuali processi di riequilibrio territoriale”. Il dato che maggiormente salta all’occhio sfogliando la ricerca č il divario nella riconversione tra Nord e Sud. Mentre nelle regioni settentrionali, infatti, gli ex manicomi sono stati recuperati e destinati a nuova vita, nel Meridione nella maggior parte dei casi sono in stato di totale abbandono: “Si puō discutere sul tipo di riutilizzo: se sia stato giusto aprire un albergo piuttosto che un’Universitā, ma almeno si č deciso di non lasciare che finissero in malora”, continua la Lenza, “Non possiamo permettere che un patrimonio del genere finisca in disfacimento. Si tratta di strutture con un valore architettonico importantissimo, vere e proprie micro cittā, panoramiche, con grandi aree verdi, vicinissime ai centri abitati. Dovremmo assumere come riferimento quanto avviene all’estero con la trasformazione in vere e proprie cittadelle della cultura.

Tutto il materiale č stato pubblicato in un unico volume per gli addetti ai lavori e sarā creato ad hoc un portale tematico del Sistema Archivistico Nazionale del Mibac. “La notevole mole di dati reperiti e criticamente vagliati – ha spiegato la Lenza – oltre a essere sintetizzata nei saggi e nei profili storici pubblicati in un volume, confluirā in un portale disponibile in cinque lingue e consultabile da storici, soggetti preposti o interessati ad azioni di tutela e valorizzazione”.

Nel corso del convegno, organizzato con il patrocinio della Direzione Generale per gli Archivi e dell’Accademia Nazionale di San Luca, saranno presentati il volume I complessi manicomiali in Italia tra Otto e Novecento, edito da Electa, e i portali tematici Spazi della follia e Carte da legare, rispettivamente proposto dalle unitā di ricerca PRIN e prodotto dal gruppo di lavoro della DGA del MIBAC e dedicati al patrimonio storico-architettonico e a quello archivistico degli ex OP.

Numerosi gli studiosi italiani e stranieri di diversa provenienza disciplinare, che parteciperanno all’incontro. In chiusura, Piero Angela aprirā la pičce teatrale dal titolo. Gli ebrei sono matti, opera basata su due differenti forme di emarginazione consumate nella nostra storia recente. (Napoli Cittā Sociale)

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