A Bologna 2 appartamenti domotizzati a misura di sedia a ruote

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 15.06.2013

In Corte Roncati, sensori di movimento, telecomandi centralizzati per ogni dispositivo elettronico e cucine con pensili che si spostano a varie altezze. Al via la sperimentazione dell’Ausl: 4 ragazzi ci vivranno con i propri educatori per 9 fine settimana

Nove weekend in un anno, e poi lo sviluppo del progetto: 4 ragazzi disabili hanno l’opportunità di sperimentare e vivere per due giorni a settimana nei 2 nuovi appartamenti domotizzati dell’Ausl, all’interno dell‘area ausili del Polo multifunzionale per le disabilità di Corte Roncati in via Sant’Isaia a Bologna. I ragazzi, tra chi è in sedia a ruote o chi si sorregge in piedi ma ha evidenti difficoltà motorie, hanno la possibilità di trascorrere momenti di vita quotidiana in piena autonoma dalla famiglia e inoltre partecipare alla progettazione di nuove soluzioni tecnologiche per gli ausili.

Gli appartamenti domotizzati sono in tutto e per tutto a misura di disabilità, con sensori di movimento per l’attivazione delle luci, letti elettronici collegati ad appositi “solleva persona”, cucine robotiche con pensili e credenze che si spostano a varie altezze per permettere a chi è in carrozzina di raggiungere agevolmente cibi o pentole, e sanitari facilmente accessibili. Inoltre, un unico telecomando attivabile con la voce può gestire tutta la casa, ad esempio per accendere la tv o aprire le finestre e utilizzare gli altri dispositivi elettronici: “Una vera e propria casa robot” dicono i promotori.

 I ragazzi, tutti maggiorenni, vivono in coppia per ogni appartamento, supportati dalla presenza di educatori dell’Ausl. Gli appartamenti, uno di 80 metri quadrati e l’altro di 50, sono stati realizzati nel 2007 e fino ad oggi svolgevano una funzione più che altro dimostrativa: chi era interessato allo sviluppo di queste tecnologie di adattamento degli interni, poteva visitarli e osservare da vicino cosa si studia e realizza all’interno di Corte Roncati. Il polo dell’Ausl di via Sant’Isaia, infatti, integra in un unico edificio di 3.000 metri quadrati numerosi centri per attività nel campo della disabilità neuromotoria, di quella cognitiva e nella ricerca di ausili per l’autonomia. Ne fanno parte il Centro disabilità linguistiche e cognitive, la medicina riabilitativa infantile e l’area ausili. Quest’ultima comprende il Centro ausili tecnologici, il Centro regionale ausili e il Centro di adattamento dell’ambiente domestico. L’Area “offre soluzioni ad una serie di esigenze delle persone con disabilità di qualunque età – ha spiegato durante l’inaugurazione degli appartamenti il responsabile Claudio Bitelli - grazie al lavoro di una équipe multidisciplinare, composta da educatori, psicologi, operatori sociali, fisioterapisti, ingegneri, architetti e tecnici”. All’interno c’è inoltre una mostra permanente di oltre 300 metri quadrati, che raccoglie centinaia di strumenti e ausili a disposizione delle persone con disabilità. 

L‘idea guida di tutte le attività, continua Bitelli, “è considerare la disabilità una condizione di vita, più che una patologia o una sindrome…”. Da ciò “deriva l’esigenza di affiancare alla diagnosi clinica la valutazione funzionale delle abilità nei contesti reali della vita quotidiana”. In poche parole un percorso riabilitativo che non riguarda solo la singola persona, ma anche il contesto in cui è inserita. Ecco ad esempio che trascorrendo il loro tempo all’interno degli appartamenti, i ragazzi hanno potuto affinare le proprie abilità motorie a seconda delle possibilità, e oltretutto fornire agli esperti dell’Ausl una serie di indicazioni e suggerimenti per migliorare gli ambienti: hanno contribuito a migliorare la doccia, il cui scarico era posizionato in maniera scomoda ed è stato spostato, o l’adeguamento della durata dell’accensione delle luci, e poi hanno segnalato la necessità di avere uno strumento che potesse aiutarli a cucinare, in particolare a mescolare il cibo in pentola, mentre cuoce, per evitare che si attacchi al tegame. “Questo lavoro - conclude Bitelli - è stato portato avanti da numerose associazioni assieme all’Ausl e all’Azienda consortile interventi sociali per il territorio del distretto di Casalecchio di Reno, come l’Aias Bologna, e l’associazione “Passo passo”. Ma anche la cooperativa Libertas, l’Asp Giovanni XXIII, e la cooperativa ‘In cammino”. Il progetto tuttavia non si fermerà con la sperimentazione degli appartamenti: infatti, all’Ausl stanno “ultimando la messa a punto di un’aula tecnologica, che verrà utilizzata per campus intesivi di due settimane per la riabilitazione”. E a chi si chiede quali siano i costi dello sviluppo di queste nuove tecnologie, Bitelli risponde: “Investire in questi ambiti, pensiamo possa produrre in 3 anni risparmi del 30% dei costi sia per il pubblico che per i privati (le famiglie), inoltre si deve tenere conto del netto miglioramento della qualità della vita dei ragazzi e delle loro famiglie”. (giovanni baiano)

Bologna, quattro ragazzi disabili sperimentano l’autonomia

Aiutati dagli educatori dell’Ausl, i ragazzi potranno farsi da mangiare, lavorare al computer, fare la doccia e andare in bagno durante la notte grazie a particolari strutture e ausili robotizzati, senza dover necessariamente fare affidamento su altre persone. “All’inizio non è stato facile capire come dovevamo usare tutti questi strumenti tecnologici - racconta Marco, l’unico dei 4 a non avere difficoltà motorie - ma pian piano anche Federico, Elena e Antonella sono riusciti a fare le cose da soli”.

Marco si è diplomato da poco al liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio di Reno (Bologna), dove ha conosciuto anche Federico, suo compagno di classe. I due sono molto legati, “ed ora che possiamo vivere insieme qua nel fine settimana lo siamo ancora di più”. Prima della sperimentazione in Corte Roncati partecipavano alle attività “in una casa vicino all’Ospedale Maggiore – continua - ma era molto vecchia e sicuramente meno accessibile di questa”. Un bel salto di qualità, di cui Marco e gli altri sono molto contenti.

Il suo ex compagno di classe, Federico, oggi studia Scienze politiche all’Università di Bologna e oltre ad aver pubblicato nel 2011 un libro di poesia dal titolo “Grido poesie”, ha un blog di cui si occupa personalmente. “All’inizio mi occupavo solo di disabilità – racconta - poi ho cominciato a scrivere di un po’ di tutto, anche di politica…”. Federico ha evidenti difficoltà motorie, fatica a tenersi in piedi senza l’ausilio di un carrellino a quattro piedi, ma all’interno dell’appartamento Marco gli dà una mano a cucinare o a lavare i piatti, quando necessario. Per scrivere, Federico può utilizzare una particolare postazione al  computer, grazie alla quale può andare in rete grazie al solo sbattere delle palpebre. “Voglio diventare un giornalista - continua il ragazzo - e sto già scrivendo per il mensile il ‘Resto di Sasso’  e come opinionista su ‘Via Vai’, una pubblicazione di Roma”

Elena e Antonella, la più grande, hanno alle spalle anche dei percorsi formativi per avviamento al lavoro. Elena, figlia di Danilo Rasia, presidente del Comitato utenti famiglie operatori della salute mentale (Cufo-Sm) dell’Ausl di Bologna e dell’associazione “Passo Passo”, vive a Marzabotto. Elena, che si muove su una  sedia a ruote, mostra con piacere come riesce ad organizzarsi in cucina per il pranzo e come è capace di aprire le bottiglie dell’acqua senza che nessuno l’aiuti. Se i primi 3 si conoscevano già da tempo, l’ultima arrivata nel gruppo è Antonella che, dopo avere partecipato a  altre esperienze sul territorio, oggi frequenta anche una fattoria sociale nell’ambito del progetto “Filalalana”. Anche per lei Corte Roncati ha aperto le porte.  (giovanni baiano)


 

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