Il problema dei licei non è il latino
Gianni Mereghetti - 11-03-2003
Mi sfugge la ragione per cui sia stato posto all’attenzione dell’opinione pubblica il problema del latino al liceo scientifico. Non mi pare infatti ci possano essere dubbi sul fatto che, come oggi, anche nella scuola della riforma uno studente debba trovare tra le discipline del liceo scientifico il latino, anche perché, se così non fosse, gli verrebbe tolta una possibilità di nesso con la ricchezza della cultura classica, così determinante e significativa per quella in cui viviamo.
A mio modesto parere la questione centrale però non è “latino sì, latino no al liceo scientifico, ma è un’altra, ossia che valore si vuol dare agli studi liceali, che la legge delega distribuisce su otto licei.

Non vorrei allora che spostare il problema su questioni importanti, ma particolari, obbedisca ad una precisa strategia, quella di sottrarre alla discussione il nodo decisivo della riforma per quanto riguarda il sistema dei licei, e cioè il significato e il valore che hanno gli studi liceali oggi.

Su questo io vorrei solo dire che il liceo deve conservare in tutte le sue specificazioni il valore di scuola che educa la ragione a guardare ed affrontare la realtà in tutti i fattori che presenta, sia teorici che pratici.


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 ilaria ricciotti    - 14-03-2003
I licei sì che formano il cittadino!
Lo fanno diventare dotto e non certo uno zotico contadino!
Chi frequenterà il liceo, questa eccelsa scuola,
non avrà la mente dura come la "sola".
Egli occuperà di certo nella società,
un posto di prestigio che qualcun altro non avrà.
Io che provengo da una famiglia contadina
non ho frequentato il liceo, ma mi sono diplomata come una semplice maestrina.
Poi ho frequentato l'università,
ed ho conseguito una laurea di parità.
Chi quindi sostiene a spada tratta i licei,
non ha capito, a mio avviso, che ogni tipo di scuola può formare soltano degli acritici studenti ciccisbei.
Per far sì che ciò non avvenga,
i licei non sono gli unici garantisti
di una mente che capisca ogni sorta di consegna.

 Giuseppe    - 16-03-2003
Questo problema fa capire la inutilità di questa riforma se non la dannosità, hanno cambiato qualcosa in peggio per far vedere che facevano qualcosa, hanno tentato diverse volte e l'iter è stato abbastanza travagliato, veramente ci si aspettava qualcosina in più vista ina così linga gestazione ma alla fine la montagna ha partorito il topolino, il latino poteva benissimo rimanere dove era.

 patrizia minella    - 16-03-2003
Penso che il reale problema sia questa eccessiva tecnicizzazione dell'insegnamento: nei licei non si deve più insegnare a ragionare a partire dai valori fondanti la nostra storia europea e dal confronto con le altre storie. Bisogna imparare a lavorare, non sai per chi, non sai per quale scopo.

 Alberto Sgarbi (insegante tecnico-pratico IPSIA)    - 17-03-2003
Se consideriamo questo paese ben governato e ben diretto, e questo da circa 60/70 anni, allora tutto a posto.
Se invece questo è il paese delle oltre 150.000 (centocinquantamila) leggi, spesso indecifrabili e male applicabili (vedi le famose circolari di "interpretazione autentica"), il paese delle continue riforme e controriforme, il paese pensato con tanta dovizia di teoria e bei ragionamenti ma così pieno di falle dal punto di vista pratico e applicativo, allora è inevitabile porsi la domanda: esiste qualche nesso fra questo stato di cose e il tipo di scuola che ne ha formato la classe dirigente?
(gente che, peraltro, ha spesso i mezzi e le possibilità per evitare, in buona parte, di seguire quelle direttive che noi del volgo disacculturato siamo obbligati ad applicare per mandare avanti la baracca).
Cordiali saluti

 Aldo Maria Rossi    - 02-08-2003
Il problema non è tanto il latino come materia, ma le ore che "ruba" alle altre materie. Il sistema scolastico inglese come quello francese che sono senza dubbio i più validi in europa non prevedono IN ALCUN MODO l'insegnamento della lingua latina, mentre concedono senza dubbio più spazio alle lingue straniere e all'informatica. Oggi l'uso del latino non è richiesto in alcun campo lavorativo; perciò ci sono persone che pensano bene che un alunno del liceo scientifico si formi in modo migliore e sia più competitivo nel contesto mondiale non tramite la conoscenza approfondita dell'informatica e dell'inglese, bensì saranno validissimi cittadini conoscendo a perfezione una lingua MORTA. Cosa farà allora uno studente che ha i mezzi (finanziari ovviamente), le capacità e la volontà di apprendere ciò che veramente gli consentirà di trovare un lavoro (impresa assai ardua al giorno d'oggi), costruirsi la famiglia ed esser veramente utile alla società? E' ovvio. Prenderà lezioni private. E chi non ha i mezzi cosa farà? Di certo con un istruzione da letterato e un diploma da scienziato, se non ha grandi capacità personali e una buona formazione universitaria resterà a CASA a spese dello STATO. VERGOGNA MIEI CARI PROF. DI LATINO PUR DI ABBUSCARVI LA PAGNOTTA CHE VI ABBASSATE A DIRE!