Discutere è possibile e necessario - 4
Fuoriregistro - 24-11-2002
RIFORMA: TAVOLO DI DISCUSSIONE



In particolare ritiene che l'istituzione di un doppio canale suddiviso in istruzione e formazione (professionale) garantisca quello che, dal Ministro, è definito "un nuovo diritto alla cittadinanza" e la possibilità di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro?


Roberto Maragliano

Penso che la messa in cantiere di un solido canale della formazione sia un programma ineludibile per chiunque voglia pensare ad una scuola capace d'essere contemporanea al mondo in cui opera. Ma sono dell'idea che una fondamentale e irrinunciabile condizione per realizzarlo stia nell'eguaglianza delle condizioni culturali per la scelta che solo una formazione scolastica di base ripensata anche alla luce di una tale prospettiva e' in grado di garantire. A tutto ciò aggiungo due elementi di preoccupazione. Una viene dal ridimensionamento in atto delle prospettive di un serio e reale cambiamento a suo tempoaperte dall'autonomia. Invece che andare avanti, garantendo una base di indipendenza finanziaria e amministrativa all'autonomia didattica, si sta facendo marcia indietro, imbrigliando quel poco di indipendenza mentale e operativa che faticosamente s'e' affermata nelle scuole.L'altra viene dalla constatazione di quanto sia tuttora immatura (e dunque intesa come scandalosa) la prospettiva di un ripensamento complessivo dei contenuti e delle forme dell'insegnamento scolastico.


Antonio Gentile

Che il doppio canale cerchi di rispondere alle esigenze di *questo* mondo del lavoro mi sembra evidente. Ho già detto sulla miopia di questa visione schiacciata su un'economia di piccola scala. Quanto al "un nuovo diritto alla cittadinanza", anche a rimanere nell'angusto confine delle "tre i", non si capisce proprio perche', ad esempio, la BBC news di due giorni fa ci riferisce che "The government is backing the campaign with Dermot Ahern, Minister for Communications in Ireland, calling for flat-rate internet access to be introduced in the Irish Republic as a matter of priority" e da noi le tariffe telefoniche restano ostacolo non indifferente al diritto di accesso per insegnanti, studenti ,scuole, utenti tuttti.Ecco come l'intreccio presupposto di economia-cultura-diritti nasconda scelte e un'altra possibile visione di cultura-diritti-economia.


Francesco Speciale

A parer mio la proposta equivale ad un ritorno al passato, al vecchio avviamento professionale. Per certi aspetti la proposta esercita un certo *fascino* che sembrerebbe risolvere uno dei tanti problemi che assillano la scuola dell'obbligo, il rifiuto dell'obbligo scolastico e il conseguente alto tasso di abbandono presso alcune realtà socio economiche: chi non vuole andare a scuola, ovvero istruirsi, e' libero di farlo.


Michele Prospero

Non condivido la stretta associazione tra scuola e lavoro, tra formazione e professionalità. I saperi sono sottoposti nell'età informatica alla rapida usura. Rispetto a quale mercato orientare la formazione se le professioni sono dinamiche, il mercato in perenne ridefinizione? Il disinteresse, il metodo di analisi, la capacità di autoformazione mi sembrano assai più produttive di tutte le curvature professionali invocate dagli apologeti del mercato e della committenza scuola /impresa. Tra uno specialista idiota che possiede un sapere stagionale facilmente usurabile e un laureato in filosofia anche il mercato comincia ormai a preferire la capacità di riciclaggio e la flessibilità della cultura umanistica.


Osvaldo Roman

Non ci crede neppure il ministro Moratti. Riporto di seguito,a conferma di tale convinzione, il suo intervento del 13 novembre, conclusivo del dibattito sulla legge delega svoltosi nei giorni scorsi a palazzo Madama:“Signor Presidente, desidero ringraziare tutti i senatori, di maggioranza e di opposizione, per il dibattito approfondito, sereno e costruttivo che si è svolto. Ringrazio in modo particolare la maggioranza per aver sostenuto una legge di svolta, che pone al centro delle politiche educative lo studente affinché possa crescere e realizzarsi umanamente, professionalmente, moralmente e civilmente, e pone al centro altresì le famiglie, perché possano decidere qual è il miglior percorso educativo per i loro figli e possano, fra l'altro, scegliere il tempo pieno, un servizio che la scuola è tenuta a fornire.Le ultime indagini europee mostrano che non vi è un'unica soluzione ai problemi inediti che i giovani si trovano ad affrontare, problemi riferiti ai grandi cambiamenti istituzionali, sociali, culturali, economici, scientifici e tecnologici in atto. Per questo motivo il Governo è impegnato e sarà sempre impegnato a ricercare con tutte le forze politiche che hanno a cuore il futuro dei nostri giovani le migliori soluzioni, le soluzioni più efficaci per il soddisfacimento delle loro esigenze, delle loro aspirazioni, dei loro sogni. (Vivi applausi dai Gruppi FI, AN, UDC:CCD-CDU-DE e LP. Molte congratulazioni).”


Francesco Paolo Catanzaro

Il doppio canale in realtà è un’unica direzione : convergenza verso il mondo del lavoro e le sue esigenze. Idealità positive solo quando l’obiettivo è fornire gli strumenti agli studenti per la loro realizzazione umana e professionale, non l'inasprimento del divario classista tra borghesia e ceto operaio.
Ma tutta questa novità poi dov’è? Qualche tempo fa non si è attuato un avviamento professionale per coloro che non intendevano proseguire gli studi liceali?
E che non ci creda neanche il Ministro è grave, come riportato da Osvaldo Roman nel suo intervento.
Sicuramente le convinzioni non sono aprioristiche ma potrebbero solo scaturire in campo o decretare un classico flop legislativo con le conseguenze, che sarà difficile estirpare, e le storture che non facilmente si potranno correggere anche in sede politica.



gli altri punti del dibattito:
le ragioni
la necessità
la continuità

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