La priorità è il governo democratico della scuola
Corrado Mauceri - 11-12-2012
La priorità è il governo democratico della scuola
Le 24 ore, il concorso, le prove INVALSI, i tagli alla scuola pubblica ed i contributi alle scuole private e la "953" (ora al Senato 3542): tutte scelte dell'aziendalizzazione della scuola statale

La "pensata" del Governo dei Professori di prevedere un aumento a 24 ore dell'orario di lezione del personale docente della scuola secondaria è stata dal Parlamento (vista la prossimità delle elezioni) tolta di mezzo, anche se la scuola subirà ugualmente tagli alla spesa in misura equivalente.
Difatti l'idea di fare cassa sulla scuola statale non è stata per niente superata. La scuola non è più un impegno primario dello Stato; ma soprattutto l'istruzione scolastica non è più considerata una funzione istituzionale dello Stato, è un servizio pubblico che può essere gestito indifferentemente o da scuole statali, organizzate però con i criteri privatistici delle aziende o da scuole paritarie (in gran parte confessionali) alle quali si riconosce la stessa funzione di servizio pubblico e che pertanto hanno diritto ad essere finanziate anche dallo Stato, Regioni e Comuni.
Qualche buontempone ,che legge la Costituzione a partire dal Titolo V, sostiene addirittura che anche nell'istruzione sia applicabile il principio di sussidiarietà di cui all'art. 118, secondo cui laddove il servizio pubblico sia svolto dalla scuola privata non debba essere istituita quella pubblica; evidentemente ignora l'art. 33 Cost laddove afferma " La Repubblica.....istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi", escludendo non solo l'applicabilità del principio di sussidiarietà, ma anche l'ipotesi di un sistema integrato pubblico- privato.
In questa idea di scuola che ha il compito di erogare un servizio alla collettività- utenza, lo Stato deve soltanto garantire "i livelli essenziali delle prestazioni", ogni realtà scolastica si organizzerà come può, a seconda delle disponibilità finanziarie che riuscirà a reperire ed in regime di concorrenza ( che secondo gli "innovatori" dovrebbe garantire la qualità)
Questa è l'idea di scuola che dal 1993, prima con la privatizzazione del rapporto di lavoro del personale della scuola, dopo con l'organizzazione aziendalistica con a capo la figura del Dirigente manager, nel 2000 con la legge di parità che ha introdotto il c.d. sistema integrato e dopo con la modifica del Titolo v della Costituzione, si è via via realizzata e che ora con l'approvazione alla Camera dei Deputati della proposta di legge ex Aprea ed ex 953 ( ora al Senato 3542) si pensa di portare a compimento con una sostanziale convergenza tra centro-sinistra e centro-destra; né si tratta di compromessi o inciuci politici; è proprio un'idea di scuola connaturata alla cultura liberista della destra, ma ora anche profondamente radicata nella cultura del gruppo dirigente del PD; in un noto documento del 1994 "Una nuova idea per la scuola", sottoscritto da 31 intellettuali di area progressista ( primo firmatario Luigi Berlinguer, divenuto dopo Ministro della P.I. e quindi protagonista di questa regressione del ruolo della Scuola statale) si affermava difatti " si deve pensare a un sistema formativo pubblico, nazionale ed unitario, del quale partecipano scuole statali e non statali ...).
La scuola non è quindi più una struttura dello Stato, di conseguenza l'attività docente non è più una funzione dello Stato come per es. quella del Magistrato; l'attività docente diventa una prestazione di lavoro subordinato, rispettabilissima come qualsiasi altra prestazione di lavoro, ma appunto come qualsiasi altra attività lavorativa, retribuita non tanto per il valore e la professionalità della funzione, quanto per la durata della prestazione lavorativa.
In questo contesto culturale l'attività del docente deve svolgersi in base agli indirizzi del Ministro, è sottoposta alle valutazioni da parte di organismi ministeriali come l'INVALSI, solo formalmente indipendenti ed è sempre più subordinata al potere del dirigente manager che della attività dei docenti è responsabile e quindi il gestore, ma soprattutto è un costo che si deve il più possibile contenere.
Questo processo avviato nel 1993, sviluppatosi, ovviamente con molte contraddizioni, negli anni successivi ( indipendentemente dall'alternanza di governi di centro-sinistra o di centro-destra)trova il suo compimento organico e più lineare con la proposta di legge c.d. ex Aprea, ex 953 ed ora al Senato 3452.
In questo sistema scolastico non si mette in realtà in discussione l'orario degli insegnanti o il posto di lavoro, si mette in discussione la funzione docente e soprattutto la funzione istituzionale e sociale che la Costituzione assegna alla scuola statale. Battersi contro i tagli alla spesa per la scuola o contro concorsi per reclutare personale già da anni in servizio o contro le prove INVALSI, possono essere battaglie generose, ma poco efficaci se non si ripristina la scuola della Costituzione.
In questi giorni il mondo della scuola ha avvertito la deriva di questa di questa idea mercantilista della scuola e si è mobilitata con grande passione, costringendo, grazie anche alla prossimità delle elezioni, Governo e le forze politiche che lo sostengono a stoppare queste "innovazioni"; il mondo della scuola però deve essere consapevole che, al di là di tutti i proclami quotidiani sulla centralità della scuola, i fatti concreti di questi ultimi venti anni scuola dimostrano che nella cultura dominante nel nostro Paese la centralità della Scuola è solo uno slogan propagandistico; è pertanto necessario rilanciare , anche a livello culturale,, prima che sia troppo tardi, un' idea di scuola alternativa che poi è l'idea di scuola della Costituzione, ma soprattutto è necessario che il mondo della scuola rivendichi scelte concrete a cominciare da un forte incremento della spesa per la scuola e da un governo democratico della scuola a tutti i livelli; su queste scelte concrete si misura la reale centralità della scuola.
Il degrado della scuola statale certamente è imputabile alle politiche dei Governi che si sono succeduti ed alle "nuove idee" di stampo liberista di alcuni settori di centro-sinistra, ma è anche imputabile alla passività con cui il mondo della scuola ha finora subito anno dopo anno tutte le stravaganze inventate dai sedicenti innovatori.
Nelle manifestazioni di questi giorni si leggeva negli striscioni: "La scuola siamo noi" -Prima che sia troppo tardi il mondo della scuola deve però rivendicare effettivamente il governo democratico della Scuola. Domenica 16 dicembre il Coordinamento nazionale per la scuola della Costituzione ha promosso a Roma ( ore 10,30 Palazzo della Provincia) un seminario una proposta concreta alternativa alla ex Aprea"953". Discutiamone insieme.
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 Renzo Stefanel    - 16-12-2012
Un punto fondamentale deve essere l'elezione a voto segreto del Preside da parte del collegio dei docenti, come già avviene in Spagna. Il mancato rinnovo dell'incarico da parte del collegio docenti deve costituire nota di demerito per la carriera e lo stipendio del Preside uscente.
Altri punti fondamentali: valorizzazione dell'insegnamento curricolare, spostamento di tutte le attività dei progetti al pomeriggio, individuazione di merito e responsabilità come valori educativi primari.