Passaparola
Grazia Perrone - 23-06-2007
La questione riguarda solo alcuni soggetti. Pensionati e dipendenti pubblici di Enti e Amministrazioni pubbliche locali che dipendono - ai fini previdenziali - dall'Inps ma è importante saperlo ... e far girare.

Tutti i dipendenti pubblici che fanno capo all'Inpdap sono obbligati - dal momento dell'assunzione - al versamento di una trattenuta obbligatoria - pari allo 0,35% dello stipendio - che andrà a rimpinguare il Fondo Credito che consente l'accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'Inpdap ai propri iscritti.

L'art. 242 della Legge Finanziaria 23/12/1996, n. 662 però, estende l'applicazione del contributo obbligatorio - in modo differenziato nella misura stabilita dall'art 3 del decreto citato - sia ai pensionati il cui trattamento è a carico dell'Inpdap, sia ai dipendenti o pensionati di Enti e Amministrazioni Pubbliche (di cui all'art. 1, comma 2, del Decreto Leg.vo 30/03/2001n.165) iscritti, ai fini pensionistici, presso Enti o Gestioni Previdenziali diverse dall'Inpdap.

Si tratta - in tutta evidenza - dell'ennesimo balzello o, se preferite, di una evidente forzatura destinata - con l'aggravante del silenzio/assenso - a fare cassa sulla pelle di pensionati e dipendenti pubblici "in forza" all'Inps.

Contro tale imposizione è possibile opporsi ma ... attenzione. I tempi sono strettissimi. Appena sei mesi dalla prima trattenuta in busta paga.

A comunicarcelo è una nota dell'Ufficio Scolastico provinciale di Bologna.

Passaparola.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Annamaria Scalpelli    - 24-06-2007
Passiamola la parola. Facciamolo tutti. Non ne possiamo più. E non siamo qualunquisti.

 dal blog di Beppe Grillo    - 25-06-2007
Vecchi e poveri

I vecchietti potranno finalmente chiedere un prestito. Anche se hanno novant’anni. E farsi un futuro con un mutuo quarantennale sulla prima casa. Non è mai troppo tardi. E’ necessario un solo requisito: essere pensionati statali. Il prestito sarà erogato dall’Inpdap grazie a un “contributo di solidarietà” prelevato mensilmente dalla pensione. In modo tacito e elegante. Alla Arsenio Lupin, con il solito trucco del silenzio assenso.

Una volta il silenzio era d’oro, adesso ha un odore di m..da. Il prelievo con destrezza dalla pensione renderà il pensionato più povero ma allo stesso tempo gli consentirà di partecipare alla lotteria del prestito. E’ una lotteria perchè il prestito è discrezionale, decide l’Inpdap di volta in volta.
E’ tutto vero, è un decreto del ministero dell’Economia. Credetemi, sono sempre loro, sempre in agguato. Dal prelievo notturno dal nostro conto corrente di Amato, allo scippo del Tfr.
La lettera di un blogger spiega tutto.

Caro Beppe,
il Ministero dell'Economia per decreto ha stabilito che i dipendenti pubblici devono sottoporsi ad una tassa (più che altro una estorsione) detta "contributo di solidarietà", che impone l'iscrizione dei pensionati usufruenti di trattamento a carico dell'Inpdap e dei dipendenti e pensionati di enti e amministrazioni pubbliche iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall'Inpdap, alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'Inpdap stesso. Il Decreto stabilisce che i dipendenti ancora in servizio e i pensionati Inpdap (ma anche quelli che sono iscritti a enti o gestioni previdenziali diversi dall'Inpdap) a decorrere dal mese seguente alla scadenza di sei mesi dalla data di entrata in vigore del "Regolamento di attuazione dell'articolo unico, comma 347 della legge 23 dicembre 2005 n.266" (Legge Finanziaria 2006) sono iscritti di diritto! alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali alla quale devono versare contributi pari a:
- 0,35% della retribuzione contributiva, per i dipendenti in servizio,
- 0,15% dell'ammontare loro della pensione, per i pensionati.
Le "gabelle" saranno mensilmente prelevate dagli emolumenti corrisposti a lavoratori e pensionati a partire dalla data dell'iscrizione forzata (il periodo in questione è iniziato a decorrere dal 25.04.07) a meno che non giunga disdetta da parte del lavoratore/pensionato. Naturalmente, se qualcuno non vuole farsi fregare i propri soldi cominci a scrivere la letterina all'Inpdap e lo faccia entro sei mesi, altrimenti varrà la regola del silenzio assenso.
Ecco come agisce il governo dei deboli, ti fo..e su stipendi e pensioni, che, tra l'altro, sono già tra i più bassi d'Europa, ma ti dà la possibilità di non farti derubare a cuor leggero.

Secondo la Cisal Fipal questa manovra truffaldina è simile a quella per i fondi pensione che soppianteranno il TFR. Peraltro, così come per i fondi, l'iscrizione forzata alla citata Gestione costituisce un danno per i lavoratori. Per quelli che sono lontani dalla pensione in primo luogo. Questi ultimi possono già accedere a prestiti e mutui di natura assistenziale erogati dall'Inps e senza limitazioni importanti. Al contrario, l'Inpdap compila macchinose graduatorie annuali per l'accesso a questi benefici, con tempi che si dilatano sensibilmente.

Non conviene, inoltre, neppure a tutti i dipendenti vicini all'età pensionabile che non hanno intenzione di accedere a prestiti dopo la pensione o che non vogliono prorogare prestiti già in essere, i quali potrebbero andare ad incidere sulla liquidazione.
Che dire, abbiamo un grande fratello fiscale dal volto sinistro che veglia su di noi e stabilisce (secondo i ben noti studi di settore) quanto dobbiamo guadagnare per essere in regola con le sue previsioni da strapazzo. Adesso provano anche a spillarci quattrini senza farci capire nulla e con la formula del silenzio-assenso. Più sinistri di così davvero non si può.”


A.M.