Anno scolastico 2009-2010 - mese di aprile
Elena Duccillo - 29-04-2010
Non faccio distinzioni di sorta tra organizzazioni, associazioni, organi di stampa, etc, uso i contatti che ho in memoria.
Non mi faccio scudo dei miei incarichi e delle mie competenze.
Chiedo la pubblicazione della seguente lettera aperta con urgenza a tutti coloro in cui ho fiducia e che sanno quante energie ho dedicato in passato alla questione "Invalsi".
A chiunque si senta di rendere pubblico e diffondere il mio appello dichiaro che mi assumo la responsabilità di quanto ho scritto e che sono reperibilissima per dare conto di quanto dichiaro senza timori.
Dopo la terza testimonianza ricevuta di persone attendibili che mi dichiarano i danni che subiranno figli, alunni, immagine delle scuole inclusive, ho deciso di non avallare con il silenzio ciò che è imminente.
Maria Carmela Lapadula, Cinzia Piccinini, Flora Villani - 29-04-2010
Caro Ministro Gelmini,

la ringraziamo per il suo impegno teso a ricercare le modalità più idonee per premiare i docenti meritevoli, ma ci permettiamo di farle presente che non siamo interessati.
Certamente tra i docenti italiani, come succede in tutte le categoria professionali, ma forse meno che nelle altre categorie, si annida una quota parte di incompetenti. Siamo anche disposti ad ammettere che tra i docenti ce ne siano alcuni non all'altezza della loro funzione. Ma le possiamo garantire, gentile Ministro, che la stragrande maggioranza dei docenti italiani è "meritevole" per antonomasia. E' meritevole quando entra in classe per svolgere con onestà ed abnegazione il proprio lavoro, magari in condizioni difficili, in cambio di una retribuzione da sempre inadeguata e carente. E' meritevole quando cerca di sopperire con la fantasia alle croniche carenze di bilancio. E' meritevole quando ignora gli insulti e il dileggio nei confronti della categoria di certi media e la scarsa considerazione sociale di cui gode. Questa scarsa considerazione sociale, non si creda, arriva anche in aula, e a volte fair play ed eleganza non bastano a sconfiggere la maleducazione o la denigrazione ignorante.
Vincenzo Andraous - 28-04-2010
Il carcere reclama sacrifici umani, lo fa con inusitata violenza, senza andare troppo per il sottile, in fin dei conti parliamo di materiali difettati, di prodotti cancerogeni, di merce da smaltire in fretta senza fare rumore.
Sul carcere non è consentito affermare un bel niente davanti al collasso della giustizia che dovrebbe sostenere il diritto all'equità e alla dignità di una pena da scontare non solamente come castigo fine a se stesso, bensì per ritornare a essere uomini che possono rientrare in seno alla collettività.
Dall'inizio dell'anno uno, cinque, dieci, venti corpi avvelenati dall'incuria, con gli occhi spalancati e resi ciechi dal dolore della solitudine.
Maria Rosa Pantè - 28-04-2010
Quando, anni fa, feci l'esame per entrare di ruolo come insegnante di italiano, greco e latino, mi ero laureata da neanche un anno. Ricordo quell'esame come un incubo: avrei dovuto conoscere alla perfezione letteratura italiana, greca, latina, storia e geografia e avere qualche nozione di didattica e di legislazione della scuola. Dopo gli scritti toccò agli orali. Nessuno, a dire il vero, mi chiese chissà che di legislazione della scuola, ma quando si trattò di letteratura italiana e di Dante, ricordo che il presidente della commissione aprì a caso l'inferno, per mia fortuna su un passo ch'io conoscevo bene.

Fu un incubo, ma a 25 anni ero già abilitata e insegnante di ruolo. Nessuno mi chiese da dove venissi, si valutarono le mie conoscenze sulle mie materie specifiche.

Se però mi presentassi in un prossimo futuro a un concorso per entrare di ruolo e insegnare, mi troverei ancor più in difficoltà.
Libero Tassella - 26-04-2010
Con o senza contrattazione ci stanno preparando un altro bel concorsone accompagnato a una raccolta di certificati e a una batteria di test da compilare poi il concorso con il suo codazzo clientelare come ogni concorso. Un Berlinguer bis o qualcosa di simile.
Questi soldi maledetti sono il frutto dei tagli di organici che rendono la scuola pubblica statale il simulacro di se stessa e pertanto tali soldi devono andare a retribuire meglio gli insegnanti; per le " carriere" e il carrierismo docente ci vogliono "soldi freschi dello Stato", eliminando i tanti sprechi, quelli che ogni settimana la Gabanelli nella trasmissione Report ci documenta; senza che nulla succeda. Ognuno alla fine rimane al suo posto e la macchina pubblica è come come quegli acquedotti piene di perdite con rivoli che si disperdono nell'altopiano carsico del mal governo o del malaffare.
Cosimo De Nitto - 24-04-2010
I compilatori del questionario INVALSI 2009-2010 che ha lo scopo di rilevare la condizione socio-economico-culturale dei genitori degli alunni, nella parte che riguarda l'occupazione concepiscono una casella da barrare con i tre nomi, "insegnante, impiegato, truppa". Ma quale conoscenza utile potrà mai essere ricavata da questa casella?
E' la stessa cosa essere figlio di insegnante, impiegato, truppa? Questo mescolone non dice niente, nè del retroterra affettivo e culturale degli alunni, né dell'effettivo stato socio-culturale dei genitori.
Resta i risentimento per aver messo sullo stesso piano categorie sociali, ruoli e funzioni molto diversi tra loro. E resta l'amarezza che a non aver ancora capito il ruolo degli insegnanti non è gente comune e ignorante, ma il Ministero della Istruzione ormai sempre meno Pubblica.
Giuseppe Aragno - 24-04-2010
Nelle banche, sulle quali marciano - per ora, si direbbe, disarmate - le bande in divisa verde guidate da Bossi e Cota, vige la regola aurea del "contributo spese" che - ignobile scialacquo! - consente all'impiegato di trovar casa senza svenarsi per tener dietro al principio dell'efficienza. Mai nessuno, per ora, in nome della "qualità", s'è mai sognato di lasciare a casa chi abbia esperienza e "numeri" professionali in omaggio alla colta dottrina leghista che, detta così, alla buona, nell'Europa senza confini, si riduce paradossalmente al classico e un po' demodé "mogli e buoi dei paesi tuoi".
"Principessa del merito", l'efficientista Gelmini, avvocato padano targato Calabria e legatissima al mondo longobardo, per ottenere la "qualità" nelle scuole della Repubblica, ha invertito il principio: a decidere del merito, in tema di formazione, non è più il valore del lavoratore ma, incredibile a dirsi, la sua residenza!
Roberto Malini - 23-04-2010
C'è chi ha paura della politica "di destra", paventando una sua natura ancorata a valori obsoleti o addirittura illiberali, antitetici allo spirito di libertà e rispetto reciproco che caratterizzano la democrazia ideale. E' un errore, che nasce da pregiudizi le cui radici affondano nella Storia e sono ormai tagliate da tempo. La destra non può essere identificata pregiudizialmente come erede del fascismo o del nazionalsocialismo, così come la sinistra non può essere ritenuta figlia di Stalin o di Mao Zedong. La destra è rappresentata in Europa dal Partito Popolare Europeo, che è attualmente il gruppo di maggioranza e in quanto tale ha espresso quale presidente il polacco Jerzy Buzek. Nel PPE l'Italia è rappresentata dal Popolo della Libertà, dall'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, dall'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, dai Popolari UDEUR; il Partito Popolare Sudtirolese (Südtiroler Volkspartei) è accolto non come membro, ma in qualità di osservatore.
Vincenzo Andraous - 23-04-2010
Del carcere si parla per levarci di torno un fastidio, per non rendere giustizia a chi è stato offeso né a chi l'offesa l'ha recata.
Se ne parla per rendere nebulosa e poco chiara ogni analisi, un messaggio annichilente che impedisce di intervenire.
Il detenuto non è un numero, invece la realtà che deborda da una prigione è riconducibile all'umiliazione che produce il delitto, ogni delitto nella sua inaccettabilità.
Risocializzare, reinserire, non sono solamente termini e concetti trattamentali da seguire e svolgere, essi purtroppo stanno a sottolineare l'inadeguatezza al dettato Costituzionale, per l'impossibilità di rendere fattivo l'intervento rieducativo, non usare questi strumenti e di contro incancrenire la convivenza, equivale a dichiarare fallito l'ideale della promozione umana.
Fuoriregistro - 21-04-2010
L'11 marzo alla Commissione Cultura della Camera, l'on. Paola Frassinetti, ha proposto una risoluzione che intende "arginare il fatto deplorevole che alcune associazioni si recano nelle scuole per raccontare una visione dei tragici fatti delle foibe in maniera totalmente travisata"... Ma non finisce qui. Frassinetti ha proposto anche l'istituzione, presso il Ministero dell'Istruzione, di un albo degli enti e degli studiosi "autorizzati a recarsi nelle scuole per ricordare i fatti accaduti". La lista degli abilitati a parlare non s'è fatta, ma s'è deciso - all'unanimità! - che siano i presidi a valutare (?) la serietà e la serenità dei conferenzieri.
Di questa vera e propria rivoluzione copernicana degli studi storici, il "Corriere della Sera" ha fatto da cassa di risonanza e il 23 marzo, in calce a un servizio sulla Grande Italia, ha "indicato" buoni e cattivi...
Se, come'è noto a tutti gli studiosi che se ne sono occupati onestamente, nessuno dei citati dall'anonimo giornalista nega l'esistenza del dramma istriano, dove va a parare la manovra? Si vuole agitare lo spettro del "negazionismo", nell' attesa di poterlo trasformare in reato?
E' accettabile tutto questo?
Ioannis Lioumis - 19-04-2010
Oggi lunedì 19 aprile ho consegnato di persona alla preside del liceo scentifico Wiligelmo, e al presidente del consiglio d'Istituto, una nota informativa (firmata da quasi 50 insegnanti su un totale di 60) per denunciare le evidenti contraddizioni tra le direttive del Ministero (art. 64 legge 133 del 6 Agosto 2008) che impongono l'aumento degli alunni per classe e la normativa esistente in materia di sicurezza e agibilità dei locali scolastici (Decreto Interministeriale del 18 Dicembre del 1975; Decreto del 26 Agosto del 1992 del Ministero dell' Interno; Decreto legislativo n. 81 del 9 Aprile 2008: testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro).
Dopodichè dobbiamo sensibilizzare l'opinione pubblica facendo in modo che arrivi anche alle famiglie degli alunni.
Comitato di Firenze - 17-04-2010
La Ministra Gelmini con la CM n.37 ha diramato le istruzioni per tagliare oltre 25 posti nella scuola statale; anche quest'anno, come già l'anno scorso, ha disposto tali tagli non solo sulla base di uno schema di Decreto Interministeriale (e quindi senza un regolare Decreto), ma violando tutte le leggi vigenti. Non sono state sentite difatti né le Commissioni parlamentari, né la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Comuni e Provincie; inoltre per la scuola secondaria di II grado non sono stati pubblicati i regolamenti su cui si basano i nuovi organici.

In conclusione anche quest'anno la Ministra Gelmini interviene in modo pesante sulla scuola statale; finora però non c'è stata alcuna reazione concreta ed incisiva.
Vittoria Menga - 16-04-2010
Negli anni '90 un vento nuovo attraversava la scuola italiana. Il protocollo d'intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione e Ministero della Sanità per frenare la diffusione tra i giovani di droghe e AIDS fece nascere il Progetto giovani e i C.I.C. (Centri di Informazione e Consulenza). Per la prima volta la scuola usciva dalla tradizionale chiusura e autoreferenzialità per collegarsi al territorio e ai temi del sociale. Gli esperti di educazione sessuale, educazione alimentare e educazione stradale potevano essere accolti nelle classi e presentare progetti di intervento e di collaborazione. Chi, come me, insegnava in quegli anni, sentì pronunciare con sempre maggiore frequenza e insistenza la parola "protagonismo". I giovani, fino ad allora ricettori passivi del sapere, dovevano esere aiutati a diventare protagonisti del proprio percorso formativo.
Francesco Masala - 15-04-2010
Per migliaia di anni è esistita solo l'elargizione da parte delle classi abbienti verso i poveri, se, quando, a chi, come, perché, in cambio di cosa, era deciso dalla bontà del ricco.
Nella seconda parte del XX secolo nasce il concetto e la pratica della redistribuzione dei redditi, il welfare, a partire dalla Gran Bretagna, finanziato dall'imposizione fiscale.
Il concetto e la pratica si sono diffusi nei paesi sviluppati.
I poveri hanno pensato e cominciato a trasmettersi l'idea di avere dei diritti, per il fatto di essere cittadini, anche se poveri, di avere diritto a un sostegno per la sopravvivenza, in quanto esseri umani, un reddito di cittadinanza.
Questo non va bene, questi vogliono il figlio dottore, ognuno deve stare al suo posto.
Maria Antonia Stefanino - 14-04-2010
Ricomincia da oggi è il titolo di un bel film di Tavernier del 1998 che racconta in anticipo ciò che viviamo ad Adro e dintorni... e se ricominciassimo tutti da oggi a provare a difendere qualche briciola di umanità ?
Già la vicenda dei 9 bambini a pane e bottiglietta di minerale, aveva suscitato in me disgusto, fatto riaffiorare ricordi, con la magra consolazione di aver minimamente contribuito anche con uno scritto, ospitato all'epoca su queste pagine, ad evitare almeno che a Napoli potesse avvenire ciò che oggi avviene altrove (nel 2007 un paventato aumento dei costi della refezione scolastica vide una correzione in tempi utili per cui, a tutt'oggi, i soggetti deboli ria hanno totale gratuità, la gran maggioranza paga 5 euro, fino ad un massimo di 68 euro per i redditi medio alti).
Virginia - 13-04-2010
Ci siamo: possiamo adottare testi nuovi e per i prossimi 6 anni stare in tutta tranquillità...

Ma quali i criteri di adozione?
Il testo graficamente più chiaro?
Quello con più approfondimenti?
Quello più leggero?
Quello meno costoso?
Quello essenziale o quello completo?
RdbCubScuola - 12-04-2010
Il governo ha risolto "brillantemente" il problema degli organici anche per il 2010/2011 ha previsto il
25.600 insegnanti
15.000 personale ATA
5.000 ex-LSU ditte di pulizie e co.co.co delle segreterie

TOTALE: 45.600 tagli anche per il prossimo anno scolastico!
Risolve la questione salariale, che da anni affligge la nostra categoria (in 15 anni il potere d'acquisto reale dei nostri stipendi è calato di circa il 20%), "offrendoci" un paio di caffé.
Giuseppe Aragno - 11-04-2010
Non lo dice nessuno, ma si sa: Cota è notoriamente abortista. Non si tratta di sfatare un mito e non c'entra nemmeno il Garibaldi frà massone, pirata e faccendiere dei sussidiari sfascisti su cui si forma la gioventù leghista. In discussione, se ma, c'è il modello "culturale" - si fa per dire - che Cota, Maroni e Goisis rappresentano al meglio. Lo ha ripetuto a lettere chiare persino Napolitano, che di solito, ama collocarsi "fuori della mischia": la criminalità organizzata "meridionale" fa affari d'oro con le complici regioni del Nord. La "questione settentrionale" del Nord leghista, perciò, non passa certamente, come piacerebbe a Cota, l'ineffabile ex secessionista, per la "pillola abortiva", ma un problema di aborto in casa leghista esiste certamente e riguarda la scelta di interrompere lo sviluppo di un popolo civile.
Cinzia Piccinini - 09-04-2010
Finite le vacanze pasquali, l'anno scolastico ha imboccato la dirittura finale, al solito fittissima di impegni, per insegnanti, segreterie, uffici scolastici.
Le RSU, che quest'anno si sono viste prorogare il mandato d'ufficio (cosa vietatissima al tempo della loro istituzione, ricordate?) si apprestano alle ultime "fatiche": controllo delle richieste inviate dalla scuola a proposito di classi (questa richiesta deve essere inviata agli uffici appunto durante la sospensione pasquale delle lezioni) e, quando si saprà la parola definitiva sugli organici, sulle richieste di cattedre da parte delle scuole. E poi, finalmente, basta!
Vincenzo Andraous - 08-04-2010
La politica è un punto dolente per sua esplicita ammissione, infatti non fa più proseliti né sforna nuovi eroi, rimane lì, a barcamenarsi tra spot elettorali e slogan scopiazzati qua e là.
Gli uomini al vertice, quelli a metà, gli altri alla base della piramide, sono a disagio nell'agire comune per programmare minimi obiettivi, per cui diventa miraggio la pratica condivisa nell'impegno di una buona vita, molto meglio stare in ordine sparso, in attesa, pronti al balzo.
Un microcosmo di gestualità portate di taglio per fare più male, di parole lanciate come fossero cluster bomb per esser certi di conseguire il danno importante.
Giuseppe Aragno - 06-04-2010
E' singolare, ma non stupisce. La storia, nel nostro "liceo nuovo", è una successione cronologica di eventi "correlati secondo il tempo", in cui - occorre dirlo? - individuare le "radici del presente". A che serve un astratto percorso botanico tra i semi invisibili del lontano passato e le incomprensibili piante che costituiscono il mondo d'oggi? A capire il presente o giustificarlo? Non è la stessa cosa. L'impressione è che non torniamo a Ranke e alla histoire événementielle. E' peggio. Siamo di fronte a un corpo amputato, una cesura netta di cui la vittima designata è il pensiero critico. Lo studioso che s'arrovella sul problema drammatico del silenzio del "fatto" qui da noi da noi non ha più patria.
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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