Anno scolastico 2010-2011 - mese di novembre
Matteo Tuveri - 30-11-2010
Questo marcio, questo stato di cose mafioso ha permesso la formazione di cattedre inutili, l'assegnazione di posti in eccesso e la totale falsificazione di concorsi (per dottorati così come per docenza o ricerca) che ha portato all'assunzione di personale in eccesso, spesso per niente all'altezza, e alla formazione di una mentalità malata e incancrenita per la quale "insegno gratis, ti faccio il favore gratis perché tanto prima o poi il concorso me lo farai vincere". Chi ha insegnato gratis lo ha fatto spesso perché non aveva alternative o perche sapeva di dover pagare un prezzo per la vincita del suo concorso (spesso appositamente indetto per le persone prescelte).
Francesco Paolo Oreste - 30-11-2010
In senso lato, anche questa è scuola. Una lettera aperta e un'intervista rilasciate al "Fatto Quotidiano" da Francesco Paolo Oreste, consigliere comunale di Boscoreale e poliziotto, che ha partecipato ai violenti scontri tra polizia e manifestanti antidiscarica a Terzigno.
Il profilo è alto, il tema è la democrazia, il maestro veste significativamente una divisa e la lezione tocca corde profonde. L'aula immensa è il Paese.
In tempi così bui, è come sentire la voce della storia e quella severa dei "padri fondatori". C'è il cammino che un popolo ha compiuto dai monti partigiani ai diritti che la Costituzione afferma e difende, come principi fondanti della civile convivenza.
Mimmo Fusco - 29-11-2010
La "riforma Gelmini" cambia il governo dell'università (finora retta da 2 assemblee elettive, senato e CDA, dove son presenti, anche se in proporzioni diverse, tutte le componenti, studenti inclusi). Vediamo che cosa potrebbe succedere, anche se il testo è stato modificato decine di volte...
Claudia Fanti - 29-11-2010
Le ricercatrici e i ricercatori della Facoltà di Scienze della Formazione hanno deciso di mobilitarsi sospendendo la didattica e/o sostituendo parte della stessa con interventi di sensibilizzazione (all'interno delle ore previste di lezione) sul disegno di legge 1905 sulla riforma dell'Università.
Lorenzo Picunio - 29-11-2010
Davanti ad ogni scuola un cartello con una forbice

30 novembre

NO AI TAGLI ALL'UNIVERSITA'
NO AI TAGLI ALLA CONOSCENZA
NON TAGLIATE IL FUTURO

Firmato

"I cittadini che in questi anni hanno lottato per la difesa della scuola ...
Daniele Checchi, Tullio Jappelli - 27-11-2010
La riforma dell'università, contestata da studenti, ricercatori e opposizioni, sembra ormai l'ultima bandiera di un governo in difficoltà. Ma richiede decine di decreti attuativi e tempi lunghi per la sua applicazione. E dunque, se approvata, finirà per aggiungere un'ulteriore dose di incertezza nel mondo universitario. Intanto, sui finanziamenti per l'anno in corso e per il futuro regna la confusione, i concorsi sono bloccati e la valutazione della ricerca è ferma al 2001-2003.
Rete 29 aprile - 26-11-2010
In Italia è in atto una fase di oscuramento totale. Si sta cercando in ogni modo e con ogni mezzo di ridurre la capacità di reazione delle persone.

I tagli alla Cultura¸, le leggi sulla scuola e sull'Università portate avanti dalla Gelmini, così come il decreto intercettazioni appaiono come il segno di un unico progetto. Vale a dire diminuire l?informazione e, soprattutto, ridurre la possibilità di formare menti pensanti che possano in qualche modo opporsi a questo modo di condurre le cose.

Cultura, Università, scuola e informazione consentono alle persone di pensare.

Perché si vuole annientare tutto questo? Cosa c'è dietro questo disegno?
Comitato Precari Scuola Napoli - 24-11-2010
Occasione di dibattito e presa di posizione netta. Una delle prime sul tema spinoso e ambiguo della sedicente "valutazione" dei docenti. Secca, sintetica, nessuna inutile premessa. Un gesto concreto di opposizione e resistenza. Non un anacronistico rifiuto pregiudiziale, ma l'affermazione di principi costituzionali e la difesa di diritti, contro la cieca arroganza d'un governo responsabile d'una crisi - morale prima che politica - di dimensioni mai registrate nella storia del nostro Paese. Viene dai colleghi precari, esposti da tempo alle conseguenze devastanti di una concenzione della formazione in equilibrio instabile tra "economia domestica" e aziendalismo. Un richiamo alla necessità di opporsi con forza allo stravolgimento della natura e della funzione della funzione docente, che merita attenzione e indica una via di lotta.
Lucio Garofalo - 23-11-2010
In questi giorni non mancano le manifestazioni ufficiali per celebrare solennemente, alla presenza delle autorità istituzionali, il trentennale del terremoto che il 23 novembre 1980 sconquassò il Sud Italia con un'intensità superiore al 10° grado della scala Mercalli e una magnitudo pari a 6,9 della scala Richter. Una scossa interminabile, durata 100 secondi, fece tremare l'arco montuoso dell'Appennino meridionale, radendo al suolo decine di paesi dell'Irpinia e della Lucania e decimando le popolazioni locali. A 30 anni di distanza, il ricordo funesto di quella tragedia storica suscita negli abitanti che l'hanno vissuta sulla propria pelle, emozioni assai forti e contrastanti, di sgomento e cordoglio corale, un profondo senso di angoscia e turbamento, di inquietudine, dolore e rabbia.
Claudia Fanti - 23-11-2010
Perchè per sollevare almeno a livello di discussione (non si pretende certo scientifica: sarebbe troppo anche solo sperarlo) una questione come quella dei voti ai ragazzi si aspetta che si muova un altro Paese, nel nostro caso la Francia con nomi importanti come quello di Pennac?

Perchè invece di inseguire nei convegni, anche dell'opposizione, la meritocrazia o il merito con "scalette" di vario tipo, non si ragiona sul merito e la sostanza valoriale di scelte valutative che sono già smentite nella pratica sia qui, da alcune sperimentazioni senza voti, vincenti sul piano dei risultati, sia altrove, all'estero, dove si hanno il coraggio, l'onestà intellettuale, uno sguardo profondo sui temi, per fare "perfino" marcia indietro?
Giuseppe Aragno - 22-11-2010
Qualcosa di attuale? Direi di sì. Basta leggere:

«Siccome la stampa è un elemento prezioso, in ragione di questa funzione altissima bisogna creare anche i doveri e la disciplina relati¬vi. Quando si pensa che per gelosie editoriali e per miserabili insuccessi di vendita, all'infuori dell'odio di parte, si possono gettare in discussione le cose più delicate della nostra vita politica, e dare le notizie assurde, fantastiche, sensazionali, che creano allarmi e danneggiano il credito, non la sospensione ma la condanna di un tribunale e la fustigazione sarebbero le punizioni adeguate».

Di chi è? Non è facile dirlo...
Monica Capezzuto - 22-11-2010
A proposito di Saviano e dintorni, se l'idea che la nuova proposta televisiva sia di qualità, resterebbe da definire l'idea stessa di qualità, se oggettiva e genericamente condivisa o soggettiva, e dunque opinabile per definizione. Riflessione di sostanza, non di forma, putrtroppo. Infatti, anche un qualsiasi reality molto in voga potrebbe essere di qualità: dipende dal tipo di utente che ne esprime il parere. E riflettevo che siamo davvero in crisi profonda se crediamo che basti un trio televisivo a restituire dignità ad un'Italia così sbeffeggiata.
Vincenzo Andraous - 22-11-2010
Sul carcere è scesa nuovamente una cappa fumogena, una sorta di comando a non eccessivare troppo la pietà, in fin dei conti è tutto nello stato naturale delle cose, la ferraglia arrugginita è ben custodita, non vale la pena dedicare tempo e denaro, meglio impegnarsi su altri fronti, più redditizi in termini di visibilità e consenso.
Questa è la sintesi su cui poggia l'intero impianto penitenziario italiano, il sentire comune sul carcere, che trasforma il diritto dei principi fondamentali in optional da sbandierare a comodo, che non interpellano la nostra coscienza, sul ruolo, sull'utilità, la stessa pena che alberga drammaticamente all'interno delle sue celle.
Claudia Fanti - 20-11-2010
Nessuno ne parla o scrive, tuttavia la scuola elementare, ops!... primaria, sarà soggetta ancora a cambiamenti: "nuovi programmi" in arrivo! Di nuovo, ancora, sempre di più...o di meno...chi lo sa.
Quelli del 1985 erano su misura per il futuro oltre che per il presente.
Con una briciola di riflessione si sarebbero dovuti mantenere o potuti modificare in maniera lieve senza alcuna spesa!
Giuseppe Aragno - 20-11-2010
Precario tra i precari, l'avvocato Gelmini, diventato ministro per un mistero glorioso, s'è dichiarato soddisfatto: la scuola dello Stato non ha avuto un centesimo, ma quella papalina, apostolica e romana ha visto salire a 245 milioni il fondo per le scuole private. In tutt'altre faccende affaccendato, l'avvocato ha tenuto a comunicare a studenti e docenti la buona novella: "Sono prive di fondamento le notizie legate ad una uscita del ministro Carfagna dal Governo e dal Pdl. Mara Carfagna è un ottimo ministro e la sua lealtà nei confronti del presidente Berlusconi non può essere messa in discussione, come ha anche sottolineato in questi giorni il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini"'. Diffusa la sua nota, s'è preparata al week end.
Cosimo Scarinzi - 20-11-2010
... si chiede ai Collegi Docenti di designare due tagliatori di teste che, sotto il controllo del Dirigente, dovranno scegliere sulla base di criteri scientifici quanto l'astrologia i salvati ed i sommersi
...si introduce un criterio quale l'apprezzamento da parte di genitori e
studenti per scegliere i migliori. In pratica, un legittimo parere diventa un modo per valutare le competenze degli insegnanti. Si tende a distruggere il carattere libero e gratuito della comunica educante...
Il Manifesto dei 500 - 20-11-2010
Al di là delle modalità si tratta di un fatto gravissimo: con un governo che sopravvive nel discredito totale, mentre non ci sarebbero i soldi per i nostri contratti scaduti, con gli insegnanti costretti a lavorare nelle condizioni più incredibili, con le scuole che soffrono dei tagli di organico e di orari, con i bambini portatori di handicap che non hanno le ore necessarie, con il 90% degli edifici che non sono a norma, mentre si sono distrutti i Programmi Nazionali, il ministro si permette di stanziare centinaia di migliaia di euro per "premiare" un pugno di insegnanti che verrebbero selezionati dal dirigente scolastico e da due colleghi, con la "visione" di un genitore!
Adele De Vito - 18-11-2010
Sono la mamma di due bambini di 7 e 6 anni. Entrambi sono iscritti al tempo pieno e quindi sono a scuola 40 ore a settimana.
Il primo bambino riporta lo zaino a casa il venerdì per svolgere dei compiti che chiaramente hanno la funzione di "non rilassare", nel senso che ho sperimentato che quando il bambino stacca completamente la spina, il lunedì riprende con maggiore difficoltà. In ogni caso sono compiti in quantità adeguata che impegnano il bambino nel modo giusto. Questo bambino è andato a scuola che non sapeva leggere e scrivere e il 17 novembre (dopo due mesi di scuola) ha svolto il suo primo tema: osservazioni climatiche. I risultati: ottimi!
Il secondo bambino ha iniziato quest'anno la scuola e fin dal primo giorno è tornato carico di compiti (atteso che anche lui non sapeva nè leggere nè scrivere). Siamo all'inverosimile.
Giovanni Lamagna - 18-11-2010
Lunedì scorso La Repubblica, nella rubrica Linea di confine, gestita settimanalmente da Mario Pirani, ha pubblicato un articolo di questo giornalista, che vorrei commentare.
Il suo titolo, La lotta di classe taglia paghe e lavori, già lasciava sottintendere il senso complessivo dell'articolo sottostante. D'altra parte, conoscendo il giornalista e il suo pensiero, non era difficile in qualche modo prevederlo.
In sintesi, secondo il Pirani-pensiero, i bassi salari e i tagli all'occupazione sarebbero conseguenza delle lotte esasperate, in una parola dell'estremismo, dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, in modo particolare di una di queste organizzazioni (la CGIL) e, in modo ancora più particolare, di una delle organizzazioni di categoria della CGIL (la FIOM).
Ma vediamo di ricostruire per punti l'articolo di Pirani e di commentarlo pezzo per pezzo.
Maristella Curreli - 17-11-2010
È proprio un vizio. Purché neri, che siano lunghe sottane o corti tubini, non fa differenza. Berlusconi subisce il loro fascino: non resiste, e paga. E così capita che migliaia di euro s'infilino nelle pochette delle escort o milioni di euro si ...
Vincenzo Andraous - 16-11-2010
I grandi delitti italiani fanno audience, costituiscono il piatto forte della nostra informazione, si parla della morte, dei contorcimenti delle vittime, delle meschinità innominabili dei carnefici, lo si fa soprattutto per sentito dire, per interpretazioni personali, per voglia di gogna, se ne parla senza alcuna compassione per le assenze eterne.
Scompaiono bambini, uomini e donne, ognuno di essi viene "liquidato", con una tecnica senza preambolo, la morte sopraggiunge senza neppure concedere l'ultima volontà di un perdono. Neanche più gridare è permesso.
Quando di mezzo ci sono costantemente i più giovani, quando vanno a farsi male gli indifesi, uno stato e una società coesi non mollano la presa, non arretrano di un passo, divengono radice profonda per sostenere il carico che deriva dalla cultura universale che considera illegittimo, ingiusto e disumano appropriarsi con la forza e la violenza della vita altrui, soprattutto di donne e bambini.
Andrea Tornago - 16-11-2010
Dodici e quattordici giorni vissuti a stretto contatto con i compagni sulla gru di via San Faustino con la determinazione ad andare fino in fondo e poi improvvisamente, quasi si fossero sbagliati, ognuno per conto proprio due dei ragazzi scendono lasciando gli altri in bilico senza cibo e al freddo a trentacinque metri d'altezza.
Che condizioni ha contemplato la trattativa condotta dai mediatori, sfociata nella resa individuale di Kuldip e Papa? Quali minacce sono state rivolte a Kuldip Singh dal mediatore, in lingua urdu, cui il ragazzo indiano ha risposto con rabbia? Quali promesse e quali privilegi sono stati accordati prima a Kuldip e poi a Papa, e a quali condizioni? S'è trattato di soldi, protezione, documenti? O quali altri privilegi, vincolati a quali obblighi? I cittadini italiani hanno il diritto di ricevere una risposta a queste domande, i giornalisti il dovere di formularle.
Liana Gerbi - 15-11-2010
Sono formata in Counseling scolastico....ma ho sempre lavorato PRIMA di TUTTO sul POTENZIALE UMANO", sulla facilitazione della comunicazione.
I mass media, le nuove tecnologie SEMBRANO rendere la vita piu' ricca e facile ... ma il valore... il TESORO che e' in ognuno di noi nella nostra UNICITA' ed IIRRIPETIBILITA' chi riesce a TRARLO fuori con sapiente arte MAIEUTICA?
EDUCARE = EX DUCERE = PORTARE FUORI
Che cosa ?
LA parte MIGLIORE di NOI !!!
Quanti Insegnanti oltre che dispensare SAPERE ... COMUNICANO SAPERE e sollecitano il POTENZIALE che c'e', ESISTE nell'allievo?
Purtroppo sono per primi gli INSEGNANTI oltre ai GENITORI talvolta a MORTIFICARE lo sviluppo del potenziale ... non riconoscendolo per primi DENTRO di LORO .
Enrico Maranzana - 12-11-2010
La saggezza è stata offuscata dalla conoscenza,
la conoscenza è stata offuscata dall'informazione,
l'informazione è stata offuscata dai dati


Si tratta di un pensiero di Thomas Eliot, completato da un terzo enunciato. Il detto si applica perfettamente al sistema educativo di formazione e istruzione.

Le scuole italiane potrebbero scolpire questo "seme di meditazione" sul portone d'ingresso, come ha fatto un museo statunitense di scienze della comunicazione.

La dimensione del problema che si vuole affrontare è smisurato, per cui, seguendo la metodologia utilizzata da Marshall McLuhan, si circoscriverà il campo e lo si scandaglierà. La sonda sarà gettata nel mare delle nuove tecnologie dell'informazione per discutere della loro penetrazione nel mondo della scuola: si otterrà una mappa a chiazze, senza un filo conduttore evidente.
Coordinamento Collettivi studenteschi di Milano e provincia - 12-11-2010
Facciamo appello a tutte e tutti affinché si esprimano e si mobilitino in favore della scuola pubblica.
A fronte dell'assurdo aumento della spesa militare e della cifra esorbitante che costa alle finanze pubbliche comprare aerei da guerra e bombe, ci raccontano che per tutto il resto non ci sono soldi.
Vogliamo la cancellazione dei progetti faraonici e costosi che favoriscono la cooperazione tra scuole e aziende che producono armi.
Rifiutiamo i pericolosi programmi promossi da Gelmini e La Russa (in particolare Mini-Naja e Allenati per la Vita) che introducono insegnamenti para-militari paralleli o in alternativa alla scuola pubblica che non hanno intenzione di finanziare.
Maurizio Tiriticco - 11-11-2010
Una pista unitaria e organica lungo la quale le quattro discipline che afferiscono agli insegnamenti storico-letterari possano dispiegarsi senza particolari distinzioni in forza della costante ricerca - e della conseguente pratica didattica - di tutte le intersezioni che le legano e sulle quali gli insegnanti possono progettare il relativo curricolo.


A prescindere dal giudizio critico sull'intero riordino del secondo ciclo di istruzione, che ho già espresso in altri scritti, resta sempre il fatto che per un insegnante si presenta l'antico dilemma: hic Rhodus, hic salta! E, siccome io sono un insegnante di lettere, non posso sottrarmi al dovere di dire la mia sul come fare o... sul come farei, operando in un biennio liceale!
Liana Gerbi - 11-11-2010
Chi comunica orienta e dirige il proprio sforzo per farsi comprendere, per influenzare, per valutare, per ascoltare ed esprimere: problemi, necessità, interessi, opinioni, ecc. Tutto ciò ci permette di entrare in relazione di comunicazione con gli altri.
Come esempio di tale atto comunicativo vogliamo presentare come avviene l'investimento di energia che spesso viene richiesto nella relazione tra insegnanti e allievi.
Ciò che il ragazzo comunica all'insegnante è influenzato dalla reciproca percezione.
Il processo di percezione è determinato dalla valutazione che si ha della persona con cui si interagisce. Questa valutazione definisce il processo di attribuzione di intenzioni in funzione dell'azione comunicativa in atto tra gli attori stessi della comunicazione: richiesta di aiuto, valutazione, ordine, sanzione, ecc...
Giovanni Lamagna - 10-11-2010
Tra domenica e lunedì due fatti "politici" hanno colpito in modo particolare la mia attenzione.
Il primo è stato (direi: ovviamente) la convention di Futuro e Libertà a Perugia.
Il secondo la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano (anche questa, per me, è stata un fatto politico).
Ne approfitto per parlare di due personaggi, Gianfranco Fini e Roberto Benigni, che hanno dominato nelle due situazioni di cui sopra: il primo, ovviamente nella convention di Futuro e Libertà, il secondo nella trasmissione di Fazio e Saviano.
E ne parlo perché, di fronte ai discorsi che hanno fatto entrambi, mi è venuto spontaneo associarli alla figura di Nichi Vendola.
Proverò a spiegare perché.
Monica Capezzuto - 10-11-2010
Mi sento oltremodo stranìta a commentare una trasmissione televisiva, visto che detesto il mezzo televisivo, non per snobismo ma per la sua presunzione ad affermare dall'alto di una mai accertata autorevolezza delle verità inconfutabili.ma non si può prescindere da questo potente mezzo che ormai condiziona ogni nostra scelta e ci vomita addosso verità incontestabili per l'uomo comune che delle sue presunte verità si alimenta e vive. Orwell aveva ragione a temerla. Avevo scelto di non guardare "Via con me", ma la tentazione di ascoltare Benigni ha superato ogni reticenza.
Giuseppe Aragno - 10-11-2010
Ha creduto di trasformarci in grigi travet pronti a servire, a trasmettere senza fiatare la cultura del potere dominante. La scuola, avvocato, è altro. Insegna ad imparare, produce valutazione e non può essere valutata dal governo di turno. Meno che mai dal suo, che non ha radici nella nostra Costituzione. La scuola sceglie da sola, nella più perfetta autonomia, strategie e metodi di un processo che impropriamente lei chiama "di istruzione" ed è invece di ampia educazione, quindi, "di formazione". Occorre, se mai un Consiglio Superiore, come per i magistrati. Tutto questo le è stato sin dall'inizio estraneo e non lo capisce nemmeno ora che si accinge a sbaraccare.
Giocondo Talamonti - 09-11-2010
Il tema dell'integrazione degli stranieri nel nostro territorio esige soluzioni che favoriscano il più rapido e migliore processo di comprensione fra gli immigrati e la popolazione che li accoglie.
Lo strumento irrinunciabile è la comunicazione. Capirsi significa facilitare l'idea di condivisione delle scelte di politica locale, avere coscienza dei doveri e dei diritti, vuol dire rispetto della dignità dei singoli e dei gruppi.
Apprendere la lingua del paese di accoglienza non è una pretesa astrusa di chi ospita, ma rappresenta un percorso indispensabile di adeguamento ad una realtà spesso molto diversa da quella da cui si proviene.
Andrea Tornago - 09-11-2010
Ieri, lunedì 8 novembre, la polizia è arrivata all'alba a Brescia per sgomberare il presidio di cittadini che in questi dieci giorni sono rimasti vicini ai sei operai immigrati saliti sulla gru di via San Faustino.
Sembra che l'ordine, arrivato direttamente da Roma, sia di non aprire alcuna trattativa finché i dimostranti non saranno scesi dalla gru. Negli scontri che sono seguiti almeno venti persone sono state fermate, diversi i feriti in quella che è stata una carica violenta e indiscriminata.
Gianfranco Pignatelli - 08-11-2010
Macerie e fango. Ecco cosa lascia il governo del fare. Sventura, si dirà. Poi scatterà lo scarica barile. Lo sport nazionale per eccellenza. Intanto, a Pompei, hanno "suicidato" un capolavoro dell'umanità. Abbiamo avuto la buona sorte di ereditare un patrimonio senza pari e l'abbiamo affidato all'idiozia criminale di ministri capaci solo di disastri colposi. Uno protegge il suo protettore con sonetti servili invece di salvaguardare i beni culturali e servire lo stato.
Andrea Tornago - 06-11-2010
Così Silvio Berlusconi sembra davvero arrivato alla fine del viaggio. Ogni sua apparizione ormai si accompagna ad un universale imbarazzo, tanto che nemmeno i suoi fedelissimi sono più sicuri di lui. Gianfranco Fini l'ha allontanato con un lungo percorso di distinzione, Emma Marcegaglia e Luca C. di Montezemolo non l'hanno mai amato, Veronica Lario ha chiesto a gran voce il divorzio, persino Guido Bertolaso ha annunciato il suo pensionamento, e non certo per considerazioni anagrafiche.
Gianfranco Pignatelli - 03-11-2010
Berlusconi, negli ultimi trent'anni, si è reso responsabile, con i media in suo possesso, di un processo diseducativo collettivo senza precedenti. Così ha deviato e depravato sia il comune sentire, sia le istituzioni. Manipolando la realtà e l'accesso dei cittadini alla libera informazione, ha inibito la loro facoltà critica, trasformandoli in sudditi passivi.
Giovanni Lamagna - 03-11-2010
Una volta quello che si definiva uno schiaffo alla miseria si ritorceva contro chi lo dava.
Oggi invece fa ridere, genera ilarità.
Sono sempre di più quelli che si identificano e si compiacciono con la ricchezza debordante di chi la possiede e dalla quale sono, magari, distantissimi, anziché lottare per migliorare la loro condizione e richiedere che essa si avvicini, quantomeno, a quella dei pochi possessori.
Vien da chiedersi: il problema è Berlusconi o queste masse plebee che, senza esserlo, si identificano con i ricchi, anzi con gli straricchi?
Giuseppe Aragno - 03-11-2010
E' andata così. Claudio Moffa, apre a Teramo le lezioni di non so che master. Due affermazioni scomode e fondate - si fa un uso politico della Shoah e non esiste per ora un ordine scritto da Hitler che comanda l'Olocausto. Come dargli torto? Poi, dissennato, nega la Shoah. E qui di torti ne ha tanti. Pronte, partono le richieste "liberali" e Riccardo Pacifici, rappresentante della Comunità Israelitica di Roma suggerisce una legge penale che sancisca la negazione. Va bene così, si canta in coro: verità per decreto. Per tutti i sedicenti liberali, una "verità storica" che t'impone la fede col tintinnare delle manette e il Sant'Uffizio è libera e liberalissima. Non sarà il rogo, politicamente ancora assai scorretto, ma ci vuole e può essere galera. "Eppur si muove", mormorerà di nuovo Galilei, e un ostinato Bruno, se ancora volesse vedere un qualche Dio nella natura, rischierà il massacro.
Va così. Siamo ormai convertiti all'abiura e guai a chi dissente o solo mormora sconcertato: troppo liberalismo d'ogni colore, destro, sinistro e figurarsi a centro, per non sospettare l'inflazione, non scorgere la deriva di un "pensiero unico" che infetta anche la scienza.
Franco Buccino - 02-11-2010
Parallelo all'avvio dell'anno scolastico parte anche il percorso dell'educazione degli adulti (Eda). Percorso attuato dai centri territoriali Eda presso alcune scuole pubbliche e da associazioni di volontariato e promozione sociale, università popolari e della terza età. E sono sempre più proprio gli anziani i destinatari di tali iniziative.
I centri territoriali, che poi significa l'istruzione pubblica, vivono la stessa crisi delle scuole: tagli di organici e di risorse finanziarie. Non va meglio alle associazioni che si interessano di formazione degli adulti, perché da una parte sono vittime del drastico ridimensionamento delle spese per lo stato sociale, dall'altra sono oggetto di un diffuso pregiudizio culturale di tanti secondo i quali spendere per istruire adulti e anziani è inutile, al più un lusso che non possiamo permetterci soprattutto in tempo di crisi. Magari sono gli stessi benpensanti che si scandalizzano del fatto che per la gente le case dei grandi fratelli siano più importanti delle discariche di Terzigno.
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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