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Mario Amato
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TRACCE DI VITA
 
Una scala scavata nella roccia e nella terra s’inerpicava tra castagni e querce, non diritta e non agevole, ma sinuosa e con alti gradini e terminava dinanzi ad un cancello dal quale si accedeva ad un bellissimo campo da tennis in terra battuta.

Se questo fosse un romanzo, caro lettore, ti direi che quel campo da tennis lo aveva costruito un medico tornato dalla prigionia in Australia dopo la seconda guerra mondiale e ti direi ancora del suo matrimonio e dei suoi figli, uno di nome Filippo e l’altro di nome Mario, e ancora ti narrerei che il primo fu un discreto campione di tennis e l’altro un buon praticante; purtroppo il primo passò all’altra vita in circostanze oscure ancora in giovane età.

Questo tuttavia non è un romanzo, ma una piccola storia in cui si mescolano realtà e fantasia, ma quale sia la parte fantastica e quale quella reale è difficile da dire pesino per colui che racconta.

Chi si avventurava a passeggio nel bosco sentiva i colpi delle racchette che colpivano la pallina e spesso si fermava a guardare i giocatori. Intorno, sui magnifici alberi saltavano gli scoiattoli.

Mario, perduto il fratello e il padre, ora giocava sempre con l’amico Aldo. Erano partite lunghe, infinite ed erano mille conversazioni tra due inseparabili amici. Perfino quando il sole stava per tramontare e la luce scemava, i due amici si sedevano e restavano a parlare e a guardare i giochi dei piccoli scoiattoli tra i verdi rami.

E così passavano gli anni.

Un giorno Mario si presentò sul campo da tennis con un nuovo amico: un piccolo cane bianco che somigliava a un fiocco di neve o a un batuffolo di lana. Era un cucciolo di pastore maremmano, cui fu dato il nome di un dio germanico: Thor.

Con le zampe ancora piccole Thor arrancava sulla impervia scala e saltava da un gradino all’altro prendendo la rincorsa, ma mostrava di essere felice in quell’ambiente salubre e gioioso. Così crebbe Thor e divenne un magnifico cane.

Tutto cambia. Aldo andò lontano e Mario non aveva più amici con cui giocare a tennis, ma spesso si recava con Thor al campo da tennis, si accomodava su una sedia e parlava con il suo cane o leggeva un libro portato da casa.

Tutto cambia. Venne il tempo in cui Mario non fu più in grado di salire fino al magnifico campo. Thor spesso dal giardino di casa guardava verso il bosco con gli occhi pieni di nostalgia, sentimento che condivideva con Mario.

Venne a casa di Mario una donna dall’est di nome Anna e tra Thor e lei fu una grande amicizia. Ora Thor poteva ancora andare a passeggio nel bosco, poteva correre tra gli alberi ed essere felice. Ma anch’egli invecchiò e sempre più malvolentieri saliva per l’antica scala. Venne anche un altro cucciolo di pastore maremmano, al quale fu dato il nome di Gary e Thor lo accolse con amicizia. Sempre di più Thor sentiva il peso degli anni, per la qual cosa egli stava costantemente dinanzi alla porta di casa, guardando verso il bosco.

Tutto cambia. Venne il triste giorno della dipartita del vecchio cane. Non solo Anna, Mario e Gary furono tristi, ma sembrò che tutto il bosco si fosse fatto silenzioso per il mesto evento.

Tutto cambia, ma nulla scompare per sempre.

Il lettore certo si meraviglierà del seguito della storia, sebbene sia stato già in tempo avvertito della mescolanza di realtà e fantasia.

Thor rinacque lontano, ma questa volta sottoforma umana. Rinacque nella lontana Australia, in una bellissima fattoria tra animali e campi da tennis. Naturalmente non si chiamava più Thor e non aveva più memoria della sua precedente esistenza canina, ma il lettore può dargli il nome che preferisce, anche se noi continueremo a chiamarlo Thor.

Mentre Thor cresceva e imparava a giocare a tennis, pratica che gli riusciva con naturalezza come se avesse già visto migliaia di partite, Aldo e Mario invecchiavano e fino al loro trapasso non si rividero mai.

Tutto cambia, ma nulla scompare per sempre.

Aldo e Mario rinacquero, ma questa volta sottoforma di cuccioli di pastore maremmano. Rinacquero in Australia e qualcuno li abbandonò dinanzi alla fattoria di Thor, che con pietà e gioia li raccolse. Ado e Mario scodinzolando accompagnavano Thor a giocare a tennis, e non solo! Spesso, quando Thor s’allenava da solo, sembravano indicare al loro padrone il punto dove doveva mandare la pallina gialla.

Thor divenne un campione di tennis ed ogni volta che vinceva un torneo, anche a migliaia di chilometri di distanza, anche in altre parti del mondo, Aldo e Mario correvano al campo da tennis e correvano felici.