Una scelta che non sta in piedi
Daniele Formenti - 24-04-2004
Costituzione Italiana , Art. 33. : L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
Theodosius Dobzhansky: "In biologia nulla ha senso se non alla luce dell'evoluzione"
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Nei primi giorni di marzo del 2004 si sono diffuse voci preoccupate sul fatto che i nuovi piani di studio delle medie, approvati con un D.L. pubblicato sulla G.U. del 2/3/04, avrebbero eliminato la teoria dell'evoluzione dai programmi scolastici italiani; un obiettivo, che negli USA alcuni gruppi religiosi protestanti integralisti riescono a raggiungere (e spesso per breve tempo) difficilmente e solo in alcuni stati del sud, sembra sia stato invece completamente raggiunto in Italia, eliminando, forse senza rendersene conto, una delle colonne su cui si basa la cultura "occidentale" di solito ben protetta e difesa dalle interferenze esterne.

Come verificare se la preoccupazione è esagerata?

Basta confrontare i programmi di studio della riforma Moratti con i programmi di studio attualmente in vigore.
I risultati del confronto, presentati qui sotto, sembrano in realtà ipotizzare uno scenario complessivo improbabile e instabile per la parte che riguarda le scienze e in particolare la biologia; e soprattutto peggiore (se davvero si riuscisse ad imporlo - in fondo sono 'programmi minimi', con indicazioni utili per i nuovi libri di testo e per gli esami finali - e ad applicarlo) rispetto a quello che risulta dalle informazioni che circolano sui quotidiani, dove spesso si fa riferimento solo alla scuola media, o solo all'evoluzione o solo all'evoluzione dell'uomo ....
Preoccupante il fatto che per evitare di trasmettere informazioni adeguate per poter discutere sui meccanismi dell'evoluzione (argomenti non espressamente indicati nei programmi precedenti, che citavano solo l'evoluzione) si abolisca la stessa evoluzione biologica, dimostrando di non saper distinguere fra fatti (su cui nessuno può seriamente dubitare) e teorie (discutibili, ma sempre sulla base dei fatti) che cercano di evidenziare e spiegare i meccanismi che hanno agito.
Sembra rischioso per il paese prevedere che la scuola non fornisca fin dai primi anni le conoscenze necessarie per poter poi agire e confrontarsi con gli altri paesi in settori oggi strategici per lo sviluppo della ricerca, della scienza e dell'economia nei prossimi decenni.

I nuovi programmi didattici si trovano allegati al DECRETO LEGISLATIVO 19 febbraio 2004, n.59 (Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione) , a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53e sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2 marzo 2004 - Suppl. Ord. n. 31.
Negli allegati A, B e C ci sono i programmi didattici per la scuola dell'infanzia, la scuola primaria (=scuola elementare attuale), e la scuola secondaria di I grado (=scuola media attuale)
Nella tabella sottostante possono essere visualizzati e confrontati i vecchi e i nuovi programmi per i diversi cicli (escludendo le scuole superiori, per le quali si sta ancora lavorando)




Che cosa scompare dei diversi cicli?

Sembra che i temi che riguardano l'origine e l'evoluzione degli esseri viventi, l'adattamento all'ambiente, oggi forse accennati anche nella scuola materna (sistematizzazione delle conoscenze sul mondo della realtà naturale) e nella scuola elementare (dove si parla di adattamento all'ambiente), siano completamente scomparsi in tutti i cicli scolastici. Rimane un accenno alle 'origini' ma solo nella scuola materna, ma in un contesto di rispetto per le conoscenze familiari e per le credenze religiose. Scompare inoltre qualcos'altro di ben piu' importante e si aggiungono apprezzamenti insoliti.
Nuovo, nei programmi futuri delle materne, è il fatto che venga sottolineato il rispetto che la scuola deve avere verso le conoscenze tradizionali ed 'ereditate' degli alunni.
Scompaiano, in tutti i cicli, i riferimenti oggi abbastanza frequenti al metodo scientifico o alla ricerca scientifica (per le elementari si parlava di far acquisire la "consapevolezza dei procedimenti della ricerca scientifica" o si inducevano gli alunni addirittura a sospettare la "inadeguatezza di spiegazioni date in precedenza sulla base di conoscenze e tecniche di indagini più limitate"....).
Tutto questo viene non solo eliminato, tanto è vero che è sostituito dall'invito a valorizzare la "... ingenua ma ... unitaria, organica e significativa ... visione del mondo e della vita ... ereditata dal fanciullo ...", a cui bisogna dedicare particolare attenzione. Giusto il contrario del metodo scientifico ...

Eliminato il metodo scientifico è inevitabile (come ammette il presidente degli insegnanti di scienze dell'ANISN) che scompaia anche la conoscenza della ricostruzione storica e unitaria dei processi di sviluppo dell'universo e degli esseri viventi, faticosamente costruita nell'ultimo secolo e mezzo anche grazie a chi, magari come Galileo, non si accontentava delle "ingenue e organiche spiegazioni ereditate".
Qualcosa di molto importante sembra quindi si sia smarrito nel passaggio dai vecchi ai nuovi programmi .... ma in realtà lo si ritrova altrove, anche se con una diversa impostazione ..., nonostante che in un'intervista a Repubblica del 27/3 anche un dirigente dell'associazione degli insegnanti cattolici sostenga che culturalmente la scelta di eliminare lo studio dell'evoluzione biologica "non stia in piedi" ....
Viene quindi anche da loro un caldo invito a eliminare questa impostazione prelamarckiana che si è cercato di inserire nei programmi ddattici, adeguandosi (magari anche obtorto collo come a suo tempo dovette fare Galileo) all'opinione dei saggi attuali. Ai posteri spetterà un'eventuale riabilitazione.





Prof. Daniele Formenti
Dip.Biologia Animale, Lab. Antropologia
Università di Pavia


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 giulio giampietro, preside itis    - 10-05-2004
Sono sempre d'accordo con chiunque abbia intenzione di far crescere, e non diminuire, la consapevolezza scientifica negli alunni della scuola italiana. Spetta sicuramente agli scienziati di indicare i contenuti e i principi per acquisire un corretto e fecondo metodo scientifico nelle diverse grandi aree della conoscenza scientifica. Spetta altresì agli psicologi e pedagogisti suggerire le corrette modalità di proposizione del metodo scientifico nelle diverse età dei discenti. Quindi la parte scientifica dell'articolo del prof. Formenti è certamente valida. Meno valida (anzi scorretta) è la polemica sui programmi di insegnamento della religione cattolica: lo stesso professore ammette più volte che la dottrina cattolica sulla Creazione (irrinunciabile per il cattolicesimo) non ha niente a che spartire con il creazionismo fissista dei fondamentalisti americani, e che collocandosi sul piano teologico non è di per sé opposta a nessuna teoria scientifica che sta su un altro piano.
Quindi se c'è da fare una lotta in difesa della scienza, è meglio cercarsi alleati, e non crearsi artificialmente nemici.