A proposito delle
considerazioni sulla Riforma espresse dal 126° Circolo di Roma
( già commentate) devo insistere perché di confusione purtroppo ce n’è ancora troppa e questo aiuta la Moratti.
Vediamo alcuni fatti:
1) Il decreto n° 100 del 18 settembre 2002, nella prima stesura, allega all’articolo 3 le Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per la scuola elementare, definendole il “quadro di riferimento dell’iniziativa , obiettivi generali e specifici e piani di studio personalizzati”. Le Raccomandazioni che nella prima stesura erano riportate nell’articolo 4 dello stesso decreto non sono più richiamate e lo stesso articolo 4 risulta cancellato.
2) E’ vero che per la scuola media non è in atto alcuna sperimentazione, ma molto probabilmente arriverà.
3) Che il sito del Miur citi le Indicazioni nazionali come strumenti di attuazione della riforma conferma la mia tesi e ci chiama tutti ad essere vigili sul fatto che i decreti delegati attuino correttamente la legge delega e non altre direttive che non hanno niente a che spartire con le decisioni parlamentari.
4) Mentre per le scuole secondarie superiori l’elencazione dei licei e il passaggio alla Regioni dell’ istruzione professionale consentiranno di scrivere un decreto delegato “innovativo” rispetto alla situazione in atto, per la scuola elementare e per la scuola media le modifiche strutturali previste rispetto all’ordinamento legislativo vigente sono molto poche. E del resto ciò corrisponde all’atteggiamento restaurativo della maggioranza rispetto alla legge 30. Esse riguardano essenzialmente la valutazione, la relativa scansione annuale e le finalità culturali ed educative. La stessa abolizione dell’esame di 5 elementare non è esplicitamente indicata e si può ragionevolmente dedurre solo dall’esistenza del primo ciclo di istruzione che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado –Art. 2 lettera d). Alla lettera f) dello stesso articolo 2 viene, come si diceva, indicata la scansione interna delle due scuole e indicate le finalità culturali e formative che innovando rispetto all’ordinamento vigente porteranno alla stesura di nuovi piani di studio nazionali(rispettosi dell’autonomia scolastica e della libertà di insegnamento?) secondo quanto previsto all’articolo 7.
5) La scuola primaria e quella secondaria di primo grado avranno quindi una nuova organizzazione programmatica e didattica ma alcuni dati strutturali che caratterizzavano l’ordinamento preesistente sussistono perché di loro la legge delega non ha trattato.Possiamo nelle prossime settimane formulare un elenco di tali questioni?